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Carlo Airoldi

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Carlo Airoldi

Carlo Airoldi (Origgio, 21 settembre 18691929) è stato un atleta italiano. Maratoneta, tentò, senza successo, di prendere parte alle prime Olimpiadi del 1896 ad Atene.

La nebbia dei tempi

Carlo Airoldi è un personaggio tornato alla ribalta negli ultimi anni grazie alle scoperte di recenti fonti storiche, come alcuni diari di atleti che presero parte alle Olimpiadi del 1896, e alla pubblicazione, nel 2005, del libro La leggenda del maratoneta di Manuel Sgarella.

Precedentemente si conosceva poco di lui e ancora oggi risulta sconosciuto il luogo della sua morte. Lo stesso libro dello Sgarella è una delle pochissime fonti bibliografiche esistenti.

Tuttavia tra tutti i personaggi che hanno partecipato alle prime Olimpiadi di Atene, o che abbiano tentato di parteciparvi, è quello che si sta rivelando più interessante per diversi motivi tra cui le modalità del suo viaggio (tutti erano giunti in nave e in treno, ma Airoldi aveva fatto a piedi buona parte della strada) come anche le peculiarità dell'organizzazione di questa iniziativa, basata sulla ricerca di uno sponsor per sostenere il viaggio, a differenza degli atleti anglo-sassoni, ad esempio, che trovavano facili finanziamenti presso le università che frequentavano.

Inoltre Airoldi era uno dei primi rappresentanti di quella specialità sportiva che era nata con le Olimpiadi, la maratona, che vedrà ancora in seguito sfortunati ma bravissimi atleti italiani come Dorando Petri.

La cronaca sportiva ha anche voluto vedere in lui una delle prime vittime delle manovre di giustizia sportiva mirate a favorire un atleta piuttosto che un altro, in quanto la Grecia puntava molto su un suo rappresentante come vincitore della maratona ed aveva tutti gli interessi ad escludere un atleta forte e temuto come Carlo Airoldi.

Gli inizi

Carlo Airoldi nacque nel 1869 alla Cascina Broggio, presso Cantalupo, Cerro Maggiore, da una famiglia contadina. I suoi genitori si chiamavano Luigi Airoldi e Annunciata Borroni.

Incominciò a partecipare a gare nel territorio di Varese (la prima documentata si tenne a Gorla) per poi arrivare a gare nazionali e internazionali dove si batté con il suo maggiore rivale del tempo, il marsigliese Louis Ortègue. Nel 1892 trionfò nella Lecco-Milano; vinse in seguito la Milano-Torino.

Divenne ben presto famoso come uno dei migliori maratoneti della sua epoca. Il suo grande successo fu la vittoria alla Milano-Barcellona (settembre 1895), una gara di marcia in dodici tappe per complessivi 1.050 chilometri. Durante la gara, quando era a trenta chilometri dal traguardo, attese il suo avversario Louis Ortègue, che era ormai stremato, se lo caricò sulle spalle e tagliò per primo il traguardo. Tale vittoria gli fruttò la cifra di circa duemila peseta.

Nel novembre 1895 sfidò Buffalo Bill, che in quei giorni era in Italia, a una gara di 500 chilometri: Airoldi sarebbe andato a piedi mentre Buffalo Bill a cavallo. Tuttavia Buffalo Bill rifiutò perché pretendeva di avere a disposizione due cavalli.

La I Olimpiade

Viaggio di Airoldi a piedi da Milano ad Atene

Airoldi tentò di partecipare alla I Olimpiade di Atene nel 1896, con ottime prospettive di vittoria. Tuttavia aveva bisogno di denaro per arrivare nella capitale greca. I soldi vennero cercati presso il direttore del giornale milanese La Bicicletta, uno dei più noti dell'epoca, cui Airoldi propose di partecipare economicamente al viaggio, che si sarebbe svolto a piedi attraverso l'Austria, la Turchia e la Grecia. Un viaggio avventuroso che avrebbe obbligato l'Airoldi a percorrere settanta chilometri al giorno per trovarsi in tempo ad Atene. Il giornale avrebbe documentato tutte le tappe del viaggio e avrebbe fornito il necessario supporto logistico.

Il giornale milanese accettò e il viaggio ebbe inizio. Le tappe da Milano a Spalato, passando per Trieste e Fiume, non presentarono problemi. Airoldi era intenzionato a dirigersi lungo le coste dalmate per passare da Cattaro e poi da Corfù. Tuttavia, prima di giungere a Ragusa, cadde e si ferì una mano, dopo essere stato costretto a trascorrere due giorni all'addiaccio. Gli fu sconsigliato di attraversare l'Albania a piedi per giungere a Corfù, per cui si imbarcò su una nave austriaca che lo fece sbarcare a Patrasso da dove raggiunse Atene a piedi, seguendo i binari della ferrovia in quanto non esisteva altra strada.

Dopo questo viaggio avventuroso di ventotto giorni, Airoldi, tuttavia, non poté partecipare alla maratona. La vicenda è paradossale: recatosi a Palazzo Reale per iscriversi ai Giochi, venne ricevuto dal principe Costantino, presidente del Comitato Olimpico. Qui venne alla luce il premio in denaro ricevuto grazie alla gara Milano-Barcellona, ed Airoldi in base a ciò venne considerato un professionista e quindi non accettabile come atleta olimpico. A niente servirono i telegrammi giunti dall'Italia da parte di associazioni e comitati sportivi: Airoldi non poteva partecipare e, già allora, non mancarono i dubbi circa la volontà da parte degli organizzatori di escludere un atleta così forte da una gara a cui i greci tenevano molto.

Lovati, corrispondente de La Bicicletta, telegrafò da Atene la sera del 10 aprile. Ecco il testo del suo messaggio:

«La corsa Maratona-Atene, che costituiva il classico avvenimento dei giuochi olimpici, ebbe luogo oggi. Vi parteciparono dieci concorrenti fra i quali però nessun italiano, avendo il Comitato mantenuto l'esclusione del nostro Carlo Airoldi.
Giunse primo il corridore greco Luis (sic), che coprì i 42 chilometri nel tempo davvero meraviglioso di ore 2,50.
L'arrivo del corridore allo Stadio fu accolto dal maggior entusiasmo del popolo greco, che portò in trionfo il vincitore
Non si sa ancora se Luis accetterà la sfida lanciatagli dall'Airoldi.»

Spyridon Louis non raccolse mai la sfida.

Gli ultimi anni

Al ritorno in patria Airoldi tentò più volte di battere il record di Spyridon Louis senza mai riuscirvi.

Continuò a gareggiare in Lombardia. Il 26 luglio 1896 corse la gara Melide-Lugano di 11 chilometri e a pochi metri dal traguardo mentre era in terza posizione si fermò per cedere il terzo posto al dodicenne corridore Luigi Lonardini. Il 31 agosto 1897 partecipò al primo campionato pedestre italiano arrivando secondo dietro a Cesare Ferrari. Nel 1898 si trasferì in Svizzera per cercare lavoro (lavorò a Berna e a Zurigo). Il 4 settembre 1898 a Zurigo corse i 5.000 metri in 19:45. Il suo avversario in quella gara era un cavallo. Nel 1899 partecipò alla Parigi-Marsiglia prima di trasferirsi a Berna. Il 16 settembre 1900 vinse la Friburgo-Berna. In seguito, dopo una breve permanenza a Milano, si spostò in Sud America a cercare fortuna. Rientrò in Italia nel 1902 e rimase nel mondo dello sport come organizzatore di gare e poi come dirigente di società sportive.

Bibliografia

  • Manuel Sgarella, La leggenda del maratoneta, Varese, Macchione Editore, 2005. ISBN 8883402308.

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