Camillo Guidi (ammiraglio)

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Camillo Guidi
Nascitamarzo 1635 circa
MorteVolterra, aprile 1717
Luogo di sepolturaVolterra
ReligioneCristiana Cattolica Romana
Dati militari
Paese servitoGranducato di Toscana
Forza armataMarina del Granducato di Toscana
Ordine dei cavalieri di Santo Stefano
GradoAmmiraglio-Generale del Mare
GuerreGuerra di Candia
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Camillo Guidi (marzo 1635 circa – Volterra, aprile 1717) è stato un ammiraglio italiano, ufficiale della flotta del Granduca di Toscana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma Guidi

Di famiglia patrizia volterrana, è armato giovanissimo Cavaliere di Santo Stefano. Comincia a servire in mare agli ordini di Achille Sergardi e Niccolò Gamurrini. Nel 1660, servendo in un battaglione da sbarco, quale Alfiere, è il primo a salire sui bastioni conquistati della fortezza di Santa Veneranda nell'isola di Candia.

Cosimo III, sesto Granduca di Toscana e Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire, lo nomina XVIII Ammiraglio comandante la flotta stefaniana, accresciuto poi del grado di Generale del Mare.

La più nobile impresa dell'Ammiraglio Generale Guidi fu la preda della Padrona (nave) di Biserta, conquistata il 19 luglio 1675. Era da tempo che una squadra di tre galee di Biserta navigava per il Tirreno con danno e terrore dei Cristiani. Queste erano comandate dal noto corsaro Maometto Ciriffo, già comandante dei vascelli di Tunisi, di grande esperienza e di molte vittorie. Scoperti nel canale di Piombino, dopo varie cannonate, cominciò una grande battaglia all'arrembaggio. Cadde per impeto e coraggio, il nipote stesso del Generale, il Cavalier Minuccio Minucci e molti soldati, ma con nuovo impeto, in particolare si ricorda il Cavalier Giovanni Francesco Giudici, riuscirono a impadronirsi della Padrona di Biserta e a far prigioniero il Ciriffo. Le altre navi barbaresche riuscirono ad allontanarsi. Furono resi schiavi 117 Turchi e vennero liberati 260 Cristiani.

Tante, troppe da ricordare sono le imprese, molte cruente, a volte più semplici. Nel 1683, dopo un inseguimento di 60 miglia, raggiunge e cattura una galeotta, in direzione della Barberia. Sono fatti 140 prigionieri, in maggioranza giannizzeri e sono prese 5 bandiere (di cui due con la croce di Malta).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze toscane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano Papa e Martire - nastrino per uniforme ordinaria

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fulvio Fontana - della Compagnia di Gesù, I Pregj della Toscana nell'Imprese più segnalate de' Cavalieri di Santo Stefano, Firenze MDCCI
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia, Guidi di Romagna, Milano, 1865.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]