Boygenius

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Boygenius
Le componenti del supergruppo: Julien Baker (sinistra), Phoebe Bridgers (centro) e Lucy Dacus (destra)
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereIndie rock
Folk rock
Periodo di attività musicale2018
2020
2023 – 2024
EtichettaMatador, Interscope
Album pubblicati1
Studio1
Sito ufficiale

Le Boygenius sono state un supergruppo musicale formato da Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus.[1] Acclamate da pubblico e critica, durante i Grammy Awards 2024 sono state premiate con tre riconoscimenti su un totale di sei nomine.[2]

Storia del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Prima della nascita ufficiale del gruppo, sia Bridgers che Dacus avevano aperto (separatamente) alcuni concerti di Baker.[3] Col passare del tempo, le tre sono diventate sempre più vicine sia professionalmente che privatamente, oltre a venire spesso comparate l'un l'altra dai media.[4] Nel 2018, le tre interpreti eseguono per la prima volta un joint tour: proprio durante questa esperienza, iniziano a lavorare a musica insieme e decidono di formare un gruppo musicale vero e proprio.[5] Nell'ottobre successivo viene pubblicato il primo EP omonimo del gruppo via Matador Records: il progetto ottiene un grande successo di critica, venendo inserito nelle classifiche dei migliori progetti discografici dell'anno da svariate riviste musicali.[6][7][8]

Nel corso del 2020, le tre hanno inciso varie collaborazioni, incluso un brano con Hayley Williams inserito nel primo album da solista di quest'ultima.[9] Nel luglio dello stesso anno pubblicano il loro secondo EP, intitolato Boygenius (Demos). Nel 2021 eseguono il primo concerto insieme dal 2018, esibendosi a San Francisco per un evento di beneficenza.[10] Nel gennaio 2023 il gruppo firma con Interscope e pubblica i singoli $20, Emily I'm Sorry e True Blue.[11] Segue la pubblicazione dell'album The Record,[12] che raggiunge la vetta della classifica britannica e la posizione 4 nella Billboard 200.[13][14]

In seguito alla pubblicazione dell'album, il gruppo riceve sei nomination ai Grammy Awards 2024, vincendo nelle categorie "Miglior album di musica alternativa", "Miglior canzone rock" (con Not Strong Enough) e "Miglior interpretazione rock".[2] Il 1° febbraio 2024 hanno annunciato una pausa di durata indeterminata.[15]

Stile e influenze musicali[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del gruppo nasce per gioco da alcune considerazioni delle tre cantanti, le quali hanno spesso parlato fra di loro di esperienze spiacevoli con collaboratori uomini che sostenevano di essere dei geni, delle persone estremamente talentuose e brillanti.[1]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

  • 2018 – Boygenius
  • 2020 – Boygenius (Demos)
  • 2023 – The rest

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

  • 2023 – $20
  • 2023 – Emily I'm Sorry
  • 2023 – True Blue
  • 2023 – Not Strong Enough
  • 2023 - Satanist

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Joe Coscarelli, Julien Baker, Phoebe Bridgers and Lucy Dacus Formed an Indie-Rock Supergroup, in The New York Times, 11 settembre 2018. URL consultato l'11 aprile 2023.
  2. ^ a b (EN) Aimee Lutkin, Boygenius Accept Their First Grammy Awards in Matching Thom Browne Suits, su ELLE, 4 febbraio 2024. URL consultato l'8 febbraio 2024.
  3. ^ (EN) Amanda Petrusich, Phoebe Bridgers’s Frank, Anxious Music, su The New Yorker, 15 maggio 2020. URL consultato l'11 aprile 2023.
  4. ^ (EN) Samantha Rollins, Boygenius Is Bigger Than the Moment, su GQ, 15 novembre 2018. URL consultato l'11 aprile 2023.
  5. ^ (EN) Bridget Read, A Brief Oral History of Boygenius, su Vogue, 31 ottobre 2018. URL consultato l'11 aprile 2023.
  6. ^ (EN) Under the Radar’s Top 100 Albums of 2018 | Under the Radar Magazine, su www.undertheradarmag.com. URL consultato l'11 aprile 2023.
  7. ^ (EN) The Best Albums of 2018, su Esquire, 19 dicembre 2018. URL consultato l'11 aprile 2023.
  8. ^ (EN) Matt Melis, Top 50 Albums of 2018, su Consequence, 3 dicembre 2018. URL consultato l'11 aprile 2023.
  9. ^ (EN) Justin Curto, Hayley Williams Joins Forces With Boygenius to Make a Super-Supergroup, su Vulture, 19 marzo 2020. URL consultato l'11 aprile 2023.
  10. ^ (EN) Tom Breihan, Boygenius Announce First Show In 3 Years, su Stereogum, 3 novembre 2021. URL consultato l'11 aprile 2023.
  11. ^ (EN) Will Schube, boygenius Signs To Interscope Records, Shares Three New Songs, su uDiscover Music, 18 gennaio 2023. URL consultato l'11 aprile 2023.
  12. ^ Rob Sheffield, L’album delle boygenius non è buono come speravate: è anche meglio | Rolling Stone Italia, su rollingstone.it, 29 marzo 2023. URL consultato l'11 aprile 2023.
  13. ^ (EN) Lars Brandle, Boygenius Bags U.K. Chart Crown With ‘The Record’, su Billboard, 10 aprile 2023. URL consultato l'11 aprile 2023.
  14. ^ (EN) Keith Caulfield, Morgan Wallen’s ‘One Thing at a Time’ Notches Fifth Week at No. 1 on Billboard 200, su Billboard, 9 aprile 2023. URL consultato l'11 aprile 2023.
  15. ^ (EN) Hannah Dailey, Boygenius Is Going on Hiatus: ‘This Is Our Last Show’, su Billboard, 2 febbraio 2024.
  16. ^ (EN) Boygenius, su GRAMMY.com. URL consultato il 6 febbraio 2024.

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