Boemondo II d'Antiochia

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Boemondo II d'Antiochia
Follis di Boemondo II d'Antiochia. Sul diritto San Pietro con croce, sul rovescio la scritta BO-IM-UN-DO
Principe d'Antiochia
Stemma
Stemma
In carica1111 –
1131
PredecessoreBoemondo I
SuccessoreCostanza
Principe di Taranto[1]
In carica1111 –
1127
PredecessoreBoemondo I
SuccessoreRuggero II di Sicilia
Nome completoBoemondo d'Altavilla
NascitaBari (?), 1109
Mortefebbraio 1131
Casa realeAltavilla
PadreBoemondo I d'Antiochia
MadreCostanza di Francia
ConsorteAlice di Antiochia
FigliCostanza d'Antiochia
ReligioneCattolicesimo

Boemondo Guiscardo, conosciuto come Boemondo II d'Antiochia (Bari (?), 1109febbraio 1131), fu Principe di Taranto[1], tra il 1111 e il 1127, e Principe d'Antiochia, tra il 1111 e il 1131. Boemondo era il figlio del fondatore del principato d'Antiochia, Boemondo I, e della principessa Costanza di Francia (figlia di Filippo I di Francia).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Boemondo trascorse gli anni della giovinezza in Puglia, dove visse con la madre Costanza. Prima che raggiungesse la maggior età, pertanto, Antiochia fu governata da tre reggenti: suo cugino Tancredi (1111-1112), Ruggero di Salerno (1112-1119) e Baldovino II di Gerusalemme (1119-1126).

Nel 1126 o 1127, lasciò i suoi possedimenti pugliesi, che affidò al cugino Ruggero II di Sicilia, dopo aver stipulato con lui un atto di eventuale eredità reciproca. Boemondo, così, alla testa di 22 navi partì alla volta di Antiochia, per assumere il controllo del principato dalle mani del Re di Gerusalemme.

Moneta di Boemondo II.

Boemondo fu investito del titolo di Principe d'Antiochia dallo stesso Baldovino e ne sposò la figlia secondogenita Alice. Il nuovo principe, sull'esempio paterno, avviò un'audace politica militare, compiendo scorrerie su Aleppo e occupando Kafartab, dove compì strage della popolazione di religione musulmana. Nel 1129, al seguito di Baldovino II intraprese un attacco contro Damasco, che, però, non ebbe successo. Nel 1130 partì per una nuova spedizione in Cilicia, combattendo tra Mamistra e Anazarbe.

Gli anni successivi alla sua nomina furono caratterizzati, anche, dal conflitto con Joscelin I di Edessa. A febbraio del 1131, l'esercito di Boemondo fu sconfitto da quello dei Danishmendidi e il principe morì in battaglia. La sua testa decapitata fu mandata in dono al califfo.

Dal suo matrimonio con Alice, sopravvisse solo una figlia, Costanza, che Boemnondo aveva nominato come propria erede al trono. La successione, però, fu ostacolata dalla stessa Alice, che, in più di una occasione, tentò di sottrarre il Principato d'Antiochia alla giovane Costanza, senza, però, riuscirvi.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Tancredi d'Altavilla  
 
 
Roberto il Guiscardo  
Fresenda  
 
 
Boemondo I d'Antiochia  
 
 
 
Alberada di Buonalbergo  
 
 
 
Boemondo II d'Antiochia  
Enrico I di Francia Roberto II di Francia  
 
Costanza d'Arles  
Filippo I di Francia  
Anna di Kiev Jaroslav I di Kiev  
 
Ingegerd Olofsdotter  
Costanza di Francia  
Fiorenzo I d'Olanda Teodorico III d'Olanda  
 
Otelinda di Sassonia  
Berta d'Olanda  
Gertrude Billung Bernardo II di Sassonia  
 
Eilika di Schweinfurt  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Il titolo di Principe di Taranto fu utilizzato per la prima volta solo nel 1132 da Ruggero II di Sicilia. Esso è applicato retroattivamente a Boemondo I, dapprima nel 1153, nel Codice diplomatico barese, come Antiocenus et princeps Tarentinus, e, in seguito, comunemente come princeps Tarentinus.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Principe d'Antiochia Successore
Boemondo I 11111131 Costanza
Predecessore Principe di Taranto Successore
Boemondo I 11111127 Ruggero II di Sicilia