Bilbolbul Festival internazionale di fumetto

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Bilbolbul Festival internazionale di fumetto
Bilbolbul Festival internazionale di fumetto
LuogoBologna, Italia
Anni2007 - 2021
GenereFumetti
OrganizzazioneHamelin Associazione Culturale
Sito ufficialewww.bilbolbul.net

Bilbolbul Festival internazionale di fumetto è un festival dedicato al fumetto che si svolge annualmente a Bologna dal 2007, organizzato da Hamelin Associazione Culturale. Il nome deriva dall'omonimo personaggio dei fumetti ideato da Attilio Mussino e pubblicato sul Corriere dei Piccoli. Il Bilbolbul Festival è spesso conosciuto per la sua attenzione al lato più autoriale e sperimentale del fumetto, dedicando solo spazi marginali al fumetto popolare[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Si svolgeva annualmente a Bologna, con mostre e incontri effettuati in musei, gallerie, biblioteche, librerie della città; si interessava alla produzione italiana e straniera e alla commistione con i linguaggi visivi. Nell'edizione del 2012 BilBOlbul propose oltre 50 incontri, proiezioni, performance, workshop e laboratori per bambini, accogliendo circa 30.000 spettatori ed oltre 100 autori nei quattro giorni della manifestazione. In quella stessa edizione è stata diffusa "una rivista, «Filomena», che ha scandito i giorni del festival offrendo una cronaca degli eventi e provando anche a porsi come osservatorio critico sull’opera degli artisti in mostra" [2]. Nell'edizione 2013 furono ospitati Vittorio Giardino[3], Jason, Enning Wagenbreth, Lorenzo Mattotti, Aisha Franz e il collettivo Tonto Comics.

Nel 2014 un articolo su "Nazione Indiana", pur con un forte apprezzamento della qualità del Festival ("Un bel festival! Insieme a quello di Lucca uno dei migliori della penisola. Da lì ci sono passati tutti i “mejo” fumettisti italiani, da gipi a zero calcare per intenderci. Pesi massimi insomma"), criticò la scelta dell'immagine della VII edizione del Festival ("un Bilbolbul nero, selvaggio, coloniale") e più in generale la scelta del personaggio nel cui stereotipo "il colonialismo e il suo sistema di potere (che divide il mondo in inferiore e superiore) sono vivi"[4].

Nel 2016, in occasione del decennale, il festival organizza la prima mostra italiana del disegnatore americano Chris Ware[5][6]. Nel 2017 il festival organizza una mostra dedicata a Lorenzo Mattotti[7], nel 2018 a Benito Jacovitti[8], nel 2019 a Jack Kirby[9].

Con un addio speranzoso ("Ci rivedremo presto"), il festival ha chiuso nel 2022.

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Si suddivideva in due sezioni:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Trccani, I protagonisti di BilBolBul il super-festival, su treccani.it, 13 febbraio 2013. URL consultato il 16 maggio 2023.
  2. ^ Filomena ci racconta il Bilbolbul, "Minima&moralia", 7 marzo 2012
  3. ^ Diffusione del fumetto, in La Stampa, 13 febbraio 2013. URL consultato il 10 maggio 2023.
  4. ^ Igiaba Scego, Il caso Bilbolbul ovvero la necessità di una decolonizzazione italiana, "Nazione indiana", 14 novembre 2014. Nel numero successivo la risposta degli organizzatori e la controrisposta dell'autrice
  5. ^ BilBolBul 2016, mostre e autori di fumetto da non perdere, in Panorama, 16 novembre 2016. URL consultato il 10 maggio 2023.
  6. ^ Cosa c'è alla mostra su Chris Ware a Bologna, in Il Post, 25 novembre 2016. URL consultato il 10 maggio 2023.
  7. ^ BilBOlBul, a Bologna è l'ora del fumetto, in Vanity Fair, 23 novembre 2017. URL consultato il 10 maggio 2023.
  8. ^ La mostra su Jacovitti, in Fumettologica, 14 novembre 2017. URL consultato il 10 maggio 2023.
  9. ^ Da Jack Kirby a Guido Buzzelli: dieci fumettisti in mostra a Bologna, in La Repubblica, 22 novembre 2018. URL consultato il 10 maggio 2023.
  10. ^ L'arte del fumetto è andata in mostra a BilBolBul, in Internazionale, 7 dicembre 2021. URL consultato il 10 maggio 2023.
  11. ^ Un festival a Bologna tra fumetto e graphic novel, in Famiglia Cristiana, 1º dicembre 2021. URL consultato il 10 maggio 2023.
  12. ^ «BilBolBul», il Festival del fumetto e la ricerca dell'identità, in Il Sole 24 Ore, 29 novembre 2014. URL consultato il 10 maggio 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]