Barringtonia racemosa

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Barringtonia racemosa
Infiorescenza
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
Ordine Ericales
Famiglia Lecythidaceae
Genere Barringtonia
Specie B. racemosa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Dilleniidae
Ordine Lecythidales
Famiglia Lecythidaceae
Genere Barringtonia
Specie B. racemosa
Nomenclatura binomiale
Barringtonia racemosa
(L.) Spreng., 1826

Barringtonia racemosa (L.) Spreng., 1826 è un albero della famiglia Lecythidaceae, diffuso nelle aree costiere dell'oceano Indiano[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È un albero di piccole dimensioni, con fusto eretto che può raggiungere i 10 m di altezza.
Ha foglie alterne, obovato-lanceolate, lunghe 20–30 cm e larghe 5–8 cm, dotate di un corto picciolo.
I fiori, di colore dal bianco al rosa pallido, sono riuniti in infiorescenze pendule lunghe 40–50 cm. Presentano sepali plurilobati uniti alla base, verdi con sfumature rosa, petali ellittici e stami molto lunghi, riuniti in ciuffi piumosi.
I frutti sono ovali, circa 3 x 2 cm, di colore giallo-bruno a maturazione e contengono semi aromatici.[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Ha un areale esteso alla fascia costiera dell'Oceano indiano, dalla costa orientale di Sudafrica, Mozambico, Tanzania e Madagascar, proseguendo per India, Sri Lanka, Malaysia, Thailandia e Laos, sino a raggiungere le coste della Cina meridionale, l'Australia settentrionale, le isole Ryūkyū del Giappone e numerose isole della Polinesia.[4]

Predilige gli ambienti costieri umidi (mangrovieti, macchie costiere) e le foreste fluviali, da 0 a 200 m di altitudine.

Ecologia[modifica | modifica wikitesto]

Barringtonia racemosa tollera un alto grado di salinità delle acque, ma si adatta anche a periodi di estrema siccità.
La dispersione dei semi è affidata principalmente alle maree anche se vi sono evidenze sul ruolo di animali (forse uccelli) non ancora identificati.
I fiori, che si schiudono durante la notte, emanano un odore intenso che attrae sia farfalle notturne che pipistrelli nettarivori, ma non è stato ancora identificato un impollinatore specifico.
Le larve della farfalla Coeliades keithloa (Hesperiidae) si nutrono delle sue foglie.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) IUCN SSC Global Tree Specialist Group & Botanic Gardens Conservation International (BGCI). 2020, Barringtonia racemosa, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 6 ottobre 2023.
  2. ^ (EN) Barringtonia racemosa, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 ottobre 2023.
  3. ^ Tomlison, 1995, pp. 250-251.
  4. ^ a b (EN) Cheek M, Barringtonia racemosa, su PlantZAfrica.com, South African National Biodiversity Institute, 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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