Aymo Maggi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Aymo Maggi
Aymo Maggi su una Bugatti 35 nella sua prima vittoria sul Garda
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Automobilismo
 

Il Conte Aymo Maggi (Brescia, 30 luglio 1903Calino, 23 ottobre 1961) è stato un pilota automobilistico italiano, uno dei quattro creatori e organizzatori della Mille Miglia.

Stemma Maggi

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da una delle famiglie più importanti dell'aristocrazia bresciana, fu ben presto un appassionato corridore automobilistico, correndo nel 1922 il suo primo gran premio; vinse la Pontedecimo-Giovi nel 1923 e la Gargnano-Tignale nel 1924, entrambe corse in salita.

Proseguì nelle corse correndo con una Bugatti e divenendo anche amico di Ettore Bugatti Nel 1922 venne spostato il Gran Premio automobilistico da Montichiari in provincia di Brescia[1] al circuito di Monza, come reazione a questa decisione il conte Aymo Maggi col suo amico il conte Franco Mazzotti, primo costruttore di vetture monoposto, decisero di trasformare quella che era la loro sfida settimanale di corsa contro il treno da Brescia a Milano in una vera gara automobilistica: la Mille Miglia.

Da quell'anno il conte Maggi, pur continuando a partecipare a competizioni automobilistiche anche internazionali, si occupò in prima persona dell'organizzazione della Mille Miglia fino al 1957 quando l'incidente mortale di Alfonso De Portago con la morte del pilota e di nove spettatori decretò la fine della corsa.

Addolorato, Maggi si ritirò dal mondo delle corse automobilistiche facendo il viticoltore nell'azienda di famiglia a Calino in Franciacorta. Maggi dagli anni Trenta fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale fu podestà del comune di Cazzago. Ebbe un primo infarto nel 1959, ed un secondo attacco di cuore gli fu fatale il 23 ottobre 1961; è sepolto nel cimitero di Brescia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Brescia aveva ospitato nel 1921 il primo gran premio d'Italia

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN38454580 · LCCN (ENn88026651 · WorldCat Identities (ENlccn-n88026651