Autoritratto (Leonardo)

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Autoritratto
AutoreLeonardo da Vinci
Data1515 circa
Tecnicasanguigna su carta
Dimensioni33,5×21,6 cm
UbicazioneBiblioteca Reale, Torino

L'Autoritratto di Leonardo da Vinci è un disegno a sanguigna su carta (33,5x21,6 cm), databile al 1515 circa e conservato nella Biblioteca Reale di Torino, all'interno dei Musei Reali.

Storia

Il disegno del celebre autoritratto viene in genere datato ai suoi ultimi anni di vita, quando viveva in Francia al servizio di Francesco I. Dopo la sua morte, con i manoscritti e il suo corpus di disegni e appunti, venne lasciato in eredità al fedele collaboratore Francesco Melzi, che lo portò alla sua villa a Vaprio d'Adda, al confine con la provincia di Bergamo. Qui gli eredi del Melzi sparpagliarono poi la collezione vinciana.

L'Autoritratto ricomparve agli inizi dell'XIX secolo a Milano, quando venne copiato e riprodotto in un'incisione per un libro, per poi scomparire nuovamente fino al 1839, quando Giovanni Volpato, un collezionista che lo aveva acquistato forse in Inghilterra o in Francia, lo vendette a Carlo Alberto di Savoia, assieme ad altri 1585 disegni di grandi artisti come Raffaello, Michelangelo per 50.000 lire piemontesi. Dalle collezioni Savoia confluì poi alla Biblioteca Reale.

Da allora l'opera ha fatto da prototipo per innumerevoli rappresentazioni dell'artista, che sono entrate poi nell'immaginario collettivo.Leonardo è stato considerato un genio ribelle.

Descrizione e stile

L’Autoritratto datato al 1515 reca un'iscrizione che corre lungo il margine inferiore del foglio e recita “Leonardus Vincius, ritratto di se stesso assai vecchio”; la grafia destrorsa tuttavia non coincide con quella leonardesca. Sul foglio le macchie che punteggiano la carta, non imputabili unicamente all’usura e all’ossidazione, generano intrecciandosi con le linee ondulate della peluria uno spazio tridimensionale; laddove nella luce pallida della sanguigna, appare il volto di un uomo canuto, un tempo forse biondo, con lunghi capelli e lunga barba, alla sommità della testa la calvizie, che sembra contraddetta da linee forti e voluminose di una criniera che ricorda quella dell’Uomo vitruviano. Lo sguardo accigliato è rivolto a destra, con espressione seria, imbronciata e quasi malinconica; i segni del tempo sono ben evidenti, con solchi lungo la fronte, attorno agli occhi e ai lati della bocca; sul labbro inferiore prominente, e lungo le guance, ombre ulcerose. I dettagli del disegno sono molto curati, sebbene una parte appaia non finita, indistinta, atta a dare l'effetto del cranio liscio, tramite una serie di piccoli punti paralleli l'attaccatura dei capelli sembra arretrare e solo da un punto di vista privilegiato la chioma ridiventa bionda e leonina; l'artista ricorre a pochissime linee, lasciando il foglio in alto quasi intonso.

Lo Specchio anamorfico dell’Autoritratto

* Filmato audio "Ricostruzione filologica dell'anamorfosi di un lupo mannaro nell'autoritratto di Leonardo Da Vinci", su YouTube.

««…tu troverai invenzioni mirabilissime, che destano l’ingegno del pittore a nuove invenzioni sí di componimenti di battaglie, d’animali e d’uomini, come di varî componimenti di paesi e di cose mostruose, come di diavoli e simili cose, perché saranno causa di farti onore; perché nelle cose confuse l’ingegno si desta a nuove invenzioni.»»

Oltre il ritratto visibile, da un'osservazione frontale, si palesa un artificio anamorfico che trasforma quel volto in una creatura fantastica e mostruosa.[1] Guardando dall’angolo sinistro il ritratto, dal cui labbro inferiore scende la barba che si tramuta in spalla e poi in braccio , la macchia umbratile e ulcerosa sotto lo zigomo destro si dilata in un’inquietante bocca spalancata e l’occhio sinistro si allunga in un orecchio puntuto; le linee sottilissime che dall’arco sopracciliare sinistro si sviluppano in una diagonale sinistra moltiplicano la ferinità della creatura e suggeriscono un volto peloso, i capelli alla sinistra scendono a formare il petto irsuto della bestia.

Nella biblioteca di Leonardo possiamo trovare esempi che ci aiutino ad interpretare questa anamorfosi come Cecco d'Ascoli, noto per il dibattito con Dante Alighieri sul rapporto tra natura, educazione e istinto; il volto anamorfico ricorda altresì le raffigurazioni mitologiche e letterarie del lupus hominarius, dell’epopea di Gilgameš.[2] e del Licaone, narrato da Ovidio nel I libro delle Metamorfosi:

(LA)

«territus ipse fugit nactusque silentia ruris
exululat frustraque loqui conatur; ab ipso
colligit os rabiem solitaeque cupidine caedis
utitur in pecudes et nunc quoque sanguine gaudet.
In villos abeunt vestes, in crura lacerti:
fit lupus et veteris servat vestigia formae;
canities eadem est, eadem violentia vultus,
idem oculi lucent, eadem feritatis imago est»

(IT)

«quello atterrito fugge e raggiunta la campagna silenziosa
comincia ad ululare e invano tenta di parlare;
la bocca raccoglie da lui stesso la rabbia e sfoga la brama della strage, per lui abituale,
sugli armenti e ancora oggi gode del sangue.
La veste si muta in un vello, le braccia in zampe;
diventa lupo e mantiene le tracce dell’antico aspetto;
identico il colore grigiastro, identica la ferocia del volto;
guizzano minacciosi gli stessi occhi, immutata l’aria di crudeltà»

Le Metamorfosi, come attestato dal Codice Trivulziano 2162 era posseduto da Leonardo; è documentato il rapporto con Poggio Bracciolini, studioso e traduttore dal latino. Il licantropo è presente anche nel Satyricon di Petronio, capitolo 61, laddove un commensale di Trimalcione, ricorda un viaggio notturno durante il quale un soldato, compiuto uno strano rituale, si rivela essere un “versipellis” (poiche la pelliccia cresciuta sotto la pelle, fuoriesce al momento della trasformazione animalesca)[3]

(LA)

«et subito lupus factus est. Nolite me iocari putare;
ut mentiar, nullius patrimonium tanti facio. Sed, quod coeperam dicere,
postquam lupus factus est, ululare coepit et in silvas fugit»

(IT)

«e all’improvviso diventa lupo. Non pensate che scherzi:
non mentirei per tutto l’oro del mondo. Dunque, come dicevo,
una volta quel che divenne lupo, incominciò ad ululare e fuggì nelle selve»

Galeno nel suo “De Melancholia” definisce la licantropia “Speciem Malinconiae” e nell’ “Arte medica” descrive questa malattia:

«Coloro che vengono colti dal morbo chiamato lupino o canino, escono di casa di notte nel mese di febbraio e imitano in tutto i lupi o i cani; fino al sorgere del giorno di preferenza aprono le tombe. Tuttavia si possono riconoscere da questi sintomi. Sono pallidi e malaticci d'aspetto, hanno gli occhi secchi e non lacrimano. Hanno anche gli occhi incavati e la lingua arida, e non secernono saliva per nulla. Sono anche assetati e hanno le tibie piagate in modo inguaribile a causa delle continue cadute e dei morsi dei cani; e tali sono i sintomi.»

Leonardo viene ispirato dall’immagine del lupo, come descritta nel contemporaneo Malleus Maleficarum (1487) del domenicano Heinrich Kramer[4] e dalle registrazioni dei processi per licantropia. Per comprendere il raffinato utilizzo della tecnica anamorfica e dei molteplici livelli di comunicazione subliminale e psicologica è possibile rifarsi alla tesi di Paola Salvi, che sostiene che l’uomo nel ritratto stia guardando dentro uno specchio; attraverso il proprio riflesso, Leonardo rivela una parte di . L’anamorfosi ci rivela un’icona ossimorica, una personalità duale, complicata dal punto di vista psicologico, che converge iconograficamente col Dottor Jekyll e Mister Hyde di Robert Louis Stevenson[5] laddove appare quella natura nascosta dell’individuo, che Freud definiva Das Unheimliche, ovvero il “perturbante[6] e su cui lo stesso Leonardo si era trovato a riflettere.

Identificazione

Nonostante la maggior parte degli studiosi lo abbia considerato l'unico sicuro autoritratto del Genio e la Biblioteca Reale continui a considerarlo tale nella collocazione Dis. It. 1/30[7], l'identificazione dell'uomo raffigurato con Leonardo stesso non è oggi sicura. Il leonardista americano Louis A. Waldman identifica l'uomo ritratto come lo zio di Leonardo, Francesco da Vinci[8], e altri lo identificano con ser Piero da Vinci o con una figura idealizzata di un saggio del passato, come Pitagora o Demostene[7].

Note

  1. ^ https://rinascimento.io/2021/07/28/discovered-a-freakish-3d-monster-inside-leonardo-da-vincis-self-portrait/
  2. ^ https://rinascimento.io/2021/07/28/discovered-a-freakish-3d-monster-inside-leonardo-da-vincis-self-portrait/
  3. ^ L. Canali (a cura di), Satyricon, Bompiani, Milano, 1990
  4. ^ H. Krämer- J. Sprenger, Malleus Malleficarum, Strasburgo, 1486-1487
  5. ^ Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde
  6. ^ Sigmund Freud,Das Unheimliche, 1919
  7. ^ a b Autoritratto, su mostre.bibliotecareale.beniculturali.it. URL consultato il 22 settembre 2017.
  8. ^ Leonardo da Vinci è cresciuto con due 'padri', in La Nazione, 17 aprile 2009. URL consultato il 22 settembre 2017.

Bibliografia

  • Katia Bernacci, Laura Audi, Torino Rosso Porpora. Un thriller su Leonardo ambientato a Torino, Torino, Accademia Vis Vitalis, 2011.
  • Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Milano, Mondadori Arte, 2007, pag. 134. ISBN 978-88-370-6432-7.
  • AA. VV., Leonardo. L’autoritratto, Palombi Editore, Roma, 2015 - ISBN: 978-88-6060-686-0
  • L. Barbieri, Storia dei Licantropi, Odoya, Bologna, 2011 - ISBN 886288124X
  • B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance – Florentine School, Phaidon Press, Londra, 1963 - ISBN-10: 0714812552 | ISBN-13: 978-0714812557
  • F. Caglioti – A. De Marchi, Verrocchio, il maestro di Leonardo, Marsilio, Venezia, 2019 - ISBN 978-88-297-0033-2
  • L. Canali (a cura di), Satyricon, Bompiani, Milano, 1990 - ISBN: 9788830102422
  • G. Catapano – C. Martini – R. Salis (a cura di), L’analogia dell’essere. Testi antichi e medievali, University Press, Padova, 2020 - ISBN 8869382079
  • A. Chastel – P. Francastel – H. Sedlmayr, L’arte e il demoniaco. Il male nell’immaginario dell’Occidente, Medusa Edizioni, Milano, 2011 - ISBN-13: 9788876982279
  • G. D’Adda, Leonardo da Vinci e la sua libreria. Note di un bibliofilo, Bibliohaus, Macerata, 2020
  • S. Di Liso (a cura di), La controversia sugli Indios. Bartolomé de las Casas, Juan Ginés de Sepùlveda, Edizioni di Pagina, Bari, 2007 - ISBN: 978-88-7470-039-4
  • Documenti e memorie riguardanti la vita e le opere di Leonardo da Vinci in ordine cronologico, Fratelli Treves, Milano, 1919
  • C. Donà, Approssimazioni al lupo mannaro medievale in Studi celtici, vol.IV, 2006
  • C. Donà, La malinconia del mannaro, Quaderni di studi indo-mediterranei III, Edizioni dell’Orso, Alessandria, 2010
  • M. Dotti Castelli (a cura di), Leonardo da Vinci. Trattato della Pittura, Giunti, Prato, 1997 | ISBN: 256 05 5920 045 3
  • B. Fanini, Le liste lessicali del Codice Trivulziano di Leonardo da Vinci. Trascrizione e analisi linguistica, Franco Cesati Editore, Firenze, 2019 - ISBN: 978-88-7667-750-2
  • M. Gusso, STREGHE, FOLLETTI E LUPI MANNARI NEL SATYRICON DI PETRONIO, Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche – Quaderno n. 3, 1997
  • B. Guthmuller, Mito, Poesia, Arte. Saggi sulla tradizione ovidiana nel Rinascimento, Bulzoni, Roma, 1997 ISBN: 9788883190322
  • H. Krämer- J. Sprenger, Malleus Malleficarum, Strasburgo, 1486-1487
  • S. Landucci, I filosofi e i selvaggi, 1580-1780, Laterza, Bari, 1972
  • M. Magnano, Leonardo, in I Geni dell’arte, Mondadori Arte, Milano, 2007 - ISBN: 9788837064327
  • A. Marinoni (a cura di), I libri di Leonardo, in Leonardo da Vinci, Scritti letterari, Milano, Rizzoli, 1974
  • A. Marinoni, Note sulla ricerca delle fonti nei manoscritti vinciani, «Raccolta Vinciana» vol.XXV, Giunti, Milano, 1993
  • E. Pagella – F.P. Di Teodoro – P. Salvi, Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro, Silvana Editoriale, Milano, 2019 - ISBN: 9788836643288
  • C. Pedretti, Leonardo & io, Mondadori, Milano, 2008 - ISBN: 978-8804560050
  • Publio Ovidio Nasone, Metamorfosi, Utet, Torino, 2005 - ISBN:978-88-02-07183-1
  • A. L. Sconduto, Metamorphoses of the Werewolf: A Literary Study from Antiquity through the reinassance, Mcfarland & Co inc Pub, Jefferson, N.C, 2008 - ISBN:978-0786435593
  • G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, Torrentini, Firenze, 1550 - ISBN: 978-8806227265
  • F. Zeri, Dietro l’immagine. Conversazioni sull’arte di leggere l’arte, Longanesi & Co., Milano, 1987 - ISBN: 978-8830407718
  • S. Zuffi (a cura di), Luca Pacioli tra Piero della Francesca e Leonardo, Marsilio, Venezia, 2017- ISBN: 978-88-317-2838-9

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