Aurelio Saliceti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Aurelio Saliceti

Ministro di grazia e giustizia del Regno delle Due Sicilie
Durata mandato1848 –
1848
PredecessoreCesidio Buonanni
SuccessoreGiovanni Vignale

Deputato dell'Assemblea costituente della Repubblica Romana
LegislaturaUnica
CollegioRoma

Triumviro della Repubblica Romana
PredecessoreAurelio Saffi

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato14 aprile 1861 –
22 gennaio 1862
LegislaturaVIII
CollegioNapoli XI
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Aurelio Saliceti (Ripattoni, 16 maggio 1804Torino, 22 gennaio 1862) è stato un politico e patriota italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Avvocato e docente di giurisprudenza, fu tra i primi affiliati alla Giovane Italia.

Nel 1848 fu nominato dal governo costituzionale Ministro di grazia e giustizia del Regno delle Due Sicilie, carica dalla quale si dimise dopo pochi giorni, non essendo riuscito a far passare i propri progetti di riforma.

Lapide commemorativa dedicata ad Aurelio Saliceti posta sul fianco di Palazzo Saliceti a Ripattoni

Dopo la reazione borbonica, si recò a Roma per battersi a favore della Repubblica Romana.

Fece parte, con Armellini e Montecchi, del Comitato Esecutivo della Repubblica Romana, contribuendo alla stesura della Costituzione della Repubblica e, negli ultimi giorni dell'assedio francese, fu eletto nel Secondo Triumvirato con Mariani e Calandrelli.

Alla caduta della Repubblica si recò esule a Londra.

In questa città visse poverissimo, ma non rinunciò all'impegno patriottico, aderendo al Comitato Nazionale Italiano di Giuseppe Mazzini.

Si trasferì a Parigi nel 1851, dove si allontanò da Mazzini per aderire al progetto murattiano di estromissione dei Borbone da Napoli per insediarvi un discendente di Gioacchino Murat, fino a divenire precettore presso la famiglia Murat.

Tornò a Napoli nel 1860, aderendo al nuovo Stato unitario sabaudo.

Il 14 aprile del 1861 fu eletto deputato al ballottaggio per il collegio elettorale di Napoli XI, nelle elezioni suppletive svoltesi dato che Silvio Spaventa aveva optato per il collegio di Vasto[1].

Ricoprì la presidenza della Corte di cassazione e ottenne una cattedra universitaria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro di grazia e giustizia del Regno delle Due Sicilie Successore
Cesidio Buonanni 1848 Giovanni Vignale
Controllo di autoritàVIAF (EN90363154 · ISNI (EN0000 0004 1970 6409 · SBN TO0V091196 · WorldCat Identities (ENviaf-90363154