Arcidiocesi di Neocesarea del Ponto

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Neocesarea del Ponto
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Neocaesariensis in Ponto
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Neocesarea del Ponto
Mappa della diocesi civile del Ponto (IV secolo)
Arcivescovo titolarevacante dal 1967
IstituitaXVII secolo
StatoTurchia
Arcidiocesi soppressa di Neocesarea del Ponto
Diocesi suffraganeeCerasonte, Polemonio, Comana
ErettaIII secolo
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

L'arcidiocesi di Neocesarea del Ponto è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli (in greco Μητρόπολις Νεοκαισαρείας?, Mitrópolis Neokaisareias) e una sede titolare della Chiesa cattolica (in latino Archidioecesis Neocaesariensis in Ponto) .

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Neocesarea, corrispondente all'odierna città di Niksar in Turchia, fu un'antica diocesi nella provincia romana del Ponto Polemoniaco, istituita nel III secolo ed elevata a sede metropolitana nel IV secolo. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli.

Il Martirologio Romano ricorda i seguenti santi e martiri di Neocesarea del Ponto: Troadio (2 marzo)[1], Atenodoro vescovo (7 novembre)[2], Gregorio Taumaturgo (17 novembre). Il Vetus Martyrologium Romanum ricorda inoltre Macrina (14 gennaio).

Nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Neocesarea è elencata al 17º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli; in questa Notitia le sono attribuite quattro diocesi suffraganee: Trebisonda, Cerasonte, Polemonio e Comana.[3]

Nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) la situazione della provincia è leggermente mutata: Neocesarea è passata al 18º posto fra le metropolie del patriarcato di Costantinopoli; le diocesi suffraganee sono quelle di Cerasonte, Polemonio e Comana[4]; viene menzionata una sede nuova, assente nella Notitia di tre secoli prima, ossia Rizeo, sede arcivescovile autocefala[5]. L'arcidiocesi di Trebisonda fin dall'VIII secolo è stata elevata al rango di sede metropolitana; nella Notitia è al 33º posto fra le metropolie del patriarcato[6].

Tra i suoi vescovi si ricorda soprattutto san Gregorio, detto il taumaturgo, insigne teologo. Tra il 314 ed il 315 si celebrò a Neocesarea un sinodo di vescovi, di cui ci restano quindici canoni riguardanti la disciplina ecclesiastica.

Durante l'occupazione ottomana della regione, i metropoliti spostarono la loro residenza prima a Tokat, e poi a Ünye. Il 19 gennaio 1630, il sinodo patriarcale di Costantinopoli decise la soppressione della metropolia di Gangra e la sua unione con quella di Neocesarea, il cui territorio si venne così a costituire di due porzioni non contigue tra loro, separate dal territorio della metropolia di Amasea.

L'arcidiocesi sopravvisse fino al XX secolo. A seguito del trattato di Losanna, per porre fine alla guerra greco-turca, nel 1923 fu attuato uno scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia che portò alla totale estinzione della presenza cristiana ortodossa nel territorio dell'arcidiocesi.[7]

Dal XVII secolo Neocesarea del Ponto è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 30 luglio 1967.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi, arcivescovi e metropoliti greci[modifica | modifica wikitesto]

Periodo romano e bizantino[modifica | modifica wikitesto]

Periodo selgiuchide, ottomano e turco[modifica | modifica wikitesto]

Arcivescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

I vescovi di Neocesarea del Ponto appaiono confusi con i vescovi di Neocesarea di Siria e di Neocesarea di Bitinia, perché nelle fonti citate le cronotassi delle tre sedi non sono distinte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Vetus Martyrologium Romanum menziona lo stesso santo con il nome di Troade alla data del 28 dicembre.
  2. ^ Il Vetus Martyrologium Romanum menziona lo stesso santo alla data del 18 ottobre.
  3. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 209, nn. 233-237.
  4. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 279, nn. 315-318.
  5. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 273, nº 96.
  6. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…, p. 284, nn. 556-563.
  7. ^ Il titolo di metropolita di Neocesarea è ancora assegnato, ma è un semplice titolo vescovile non residenziale.
  8. ^ Concilium Constantinopolitanum a. 691/92 in Trullo habitum (Concilium Quinisextum), edidit Heinz Ohme, adiuvantibus Reinhard Flogaus et Christof Rudolf Kraus, «Acta conciliorum oecumenicorum», series secunda, volumen secundum, pars quarta, Berlin/Boston, 2013, p. 66, nº 24.
  9. ^ (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, p. 357, nº 486.
  10. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 2405.
  11. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 8465.
  12. ^ Gustave Léon Schlumberger, Sigillographie de l'empire byzantin, 1884, p. 291.
  13. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 4025.
  14. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 4594.
  15. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 28483.
  16. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 20922.
  17. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 25580.
  18. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 26040.
  19. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 31871.
  20. ^ Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, edizione online nº 11530.
  21. ^ (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, p. 361.
  22. ^ (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, pp. 361-362, nº 494. Lo stesso Laurent ritiene dubbia l'attribuzione di questo vescovo a Neocesarea.
  23. ^ a b (FR) Vitalien Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, p. 363.
  24. ^ (ELDE) Spyros Troianos, Ein Synodalakt Michaels III. zum Begnadigungsrecht, Forschungen zur byzantinischen Rechtsgeschichte; Band 11, p. 205.
  25. ^ (FR) Albert Failler, Un acte inédit du patriarche de Constantinople Jean XII (2 juin 1294), Revue des études byzantines, Année 1993, nº 51, pp. 78 e 81.
  26. ^ La cronotassi dei vescovi del XVII secolo è documentata da: (EL) Δημήτρης Αποστολόπουλος, Η Νομική Συναγωγή του Δοσιθέου. Μία πηγή και ένα τεκμήριο, Αθήνα, 1987.
  27. ^ a b c (EL) Κεραμέως Παπαδόπουλος, Τακτικόν των ορθοδόξων εκκλησιών της ανατολικής, 1891, p. 470.
  28. ^ A partire da Isaia, la cronotassi è pubblicata da Demetrius Kiminas in: The ecumenical patriarchate. A history of its metropolitanates with annotated hierarch catalogs, 2009, p. 103.
  29. ^ Niccola Ratti, Della Famiglia Sforza, Parte I, Roma, [1795], pp. 351-354.
  30. ^ Detiene allo stesso momento il titolo di patriarca delle Indie Occidentali.
  31. ^ Michele Garruba, Serie critica de' Sacri pastori Baresi, Bari, Tipografia Fratelli Cannone, 1844, p. 624.
  32. ^ Solo con il 1885, l'Annuario Pontificio menziona la sede di Neocesarea del Ponto; negli Annuari precedenti, la sede titolare è chiamata Neocesarea di Cappadocia. Gaetano Masella è indicato come titolare di Neocesarea di Cappadocia dal 1878 (p. 284) al 1884 (p. 290), e poi dal 1885, come titolare di Neocesarea del Ponto (p. 302).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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