Andrea Chiarugi

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Andrea Chiarugi

Andrea Chiarugi (Firenze, 31 ottobre 1937Firenze, 9 gennaio 2010) è stato un ingegnere e progettista di strutture italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Firenze il 31 ottobre 1937, Andrea Chiarugi ha conseguito il diploma di maturità scientifica presso il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 1962, allievo di Piero Pozzati[1], si è laureato presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna dove è stato assistente di ruolo dall'ottobre 1963. Dal novembre 1972 ha ricoperto il ruolo di Professore Incaricato di Tecnica delle costruzioni per la neonata Facoltà di Ingegneria dell'Università di Firenze. Nel 1980 è risultato vincitore del concorso per Professore Straordinario di Tecnica delle Costruzioni presso la medesima Facoltà, dove ha ricoperto il ruolo di Professore Ordinario dal 1983 al 2002.

È stato sposato con Christiane Boucher da cui ha avuto due figli, che ne hanno ereditato lo studio professionale. Nel 1996 ha avuto un problema di salute da cui si è ripreso riuscendo, dall'anno successivo fino all'anno accademico 2000/2001, a tenere la titolarità del Corso di Tecnica delle costruzioni per il Corso di Laurea in Ingegneria Edile dell'Università di Firenze.

Attività scientifica[modifica | modifica wikitesto]

Andrea Chiarugi ha svolto attività di ricerca nel settore della Tecnica delle Costruzioni, contribuendo a fondare la moderna Ingegneria Sismica in relazione al comportamento strutturale, alla progettazione delle costruzioni realizzate in aree esposte a rischio sismico e alle relative tecniche di monitoraggio e protezione.

Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e didattiche, nonché di articoli su riviste ed atti di convegni nazionali ed internazionali, fra i principali argomenti di ricerca di cui si è interessato si ricordano i filoni inerenti allo studio di strutture da ponte, le costruzioni metalliche, pneumatiche, in calcestruzzo armato normale e precompresso, l'analisi sismica degli edifici con particolare riferimento all'applicazione di tecniche di controllo innovative e la diagnostica e modellazione strutturale delle costruzioni storiche e monumentali. Questa ultima con particolare riguardo alla Cupola di S. Maria del Fiore e a Palazzo Vecchio a Firenze (oltre ad altri monumenti fiorentini), ed ai templi del Foro Romano in Roma.

Durante la sua carriera di docente universitario è stato responsabile scientifico per l'Università di Firenze di numerosi progetti di ricerca a livello nazionale, nonché membro di diversi gruppi di ricerca europei. Ha fatto inoltre parte della Commissione ANAS di valutazione delle soluzioni progettuali per l'attraversamento stabile viario e ferroviario dello Stretto di Messina, e di quelle del Ministero dei Lavori Pubblici per la revisione delle normative sulle strutture in c.a. e c.a.p., metalliche ed in legno e per la redazione dalla normativa sui ponti.

Andrea Chiarugi è stato anche autore di note generali sulla professione di ingegnere[2] e su celebri progettisti del passato[3][4].

Gli studi sulla Cupola del Brunelleschi[modifica | modifica wikitesto]

Andrea Chiarugi, con il supporto di Michele Fanelli per gli aspetti computazionali e di Demore Quilghini[5] per gli aspetti geometrici, negli anni '80 è stato uno dei principali attori degli studi sulla Cupola del Brunelleschi[6][7][8][9][10], condotti su incarico della Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici per le province di Firenze e Pistoia. Andrea Chiarugi, coordinando la realizzazione del primo modello numerico agli elementi finiti della Cupola brunelleschiana presso il centro CRIS-ENEL, arrivò a definire le cause delle lesioni nella cupola, le ragioni della loro presenza solo sulle vele pari e le cause delle diversità di ampiezza delle lesioni tra le varie vele, ovvero alcuni tra quelli che ancora all'epoca venivano considerati come i "segreti" della Cupola[11][12].

I risultati di Andrea Chiarugi vennero fatti propri all'unanimità dall'allora Commissione ministeriale per la Cupola presieduta da Guglielmo De Angelis D'Ossat.

Oltre alle cause delle lesioni Chiarugi e Quilghini definirono anche un'ipotesi di tracciamento della Cupola mediante centine rampanti con riferimento al centro di mezzo e che, per la semplicità e per le conferme che se ne possono avere su vari documenti storici, appare ancor oggi come l'ipotesi più probabile di tracciamento[13]. Corollario dell'uso delle centine rampanti è la possibilità di realizzazione delle murature, con la complessa disposizione dei mattoni a "corda blanda" (su letti conici), effettuando semplicemente controlli locali ovvero permettendo alle varie squadre di operai di lavorare autonomamente. Questa ipotesi tecnico-costruttiva venne sperimentata da Chiarugi, trovando conferma su un noto modello fisico in scala, realizzato a Ravenna con la cooperazione dei muratori della Cooperativa ACMAR guidati da Romolo Ercolani. Inizialmente realizzò un modello in scala ridotta di parte di due vele e di tre sproni d'angolo, così come presentato in occasione del Convegno ACMAR di Ravenna del 1984, successivamente riuscì a voltare l'intera Cupola.

Dal 1983 al 1987 Andrea Chiarugi, come coordinatore e partner universitario di una Commissione Scientifica nominata dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici per le province di Firenze e Pistoia, ha cooperato per la progettazione dell'ultimo sistema di monitoraggio (di tipo digitale) installato sulla Cupola di S. Maria del Fiore la cui installazione, conclusa nel 1987, si deve all'ISMES. Questo sistema di monitoraggio, il secondo di tipo meccanico sulla Cupola dopo il primo installato nel 1955 dall'Opera del Duomo di S. Maria del Fiore a seguito delle indicazioni della Commissione ministeriale guidata da Rodolfo Sabatini e con membro Pier Luigi Nervi che s'interessò della Cupola fra il 1934 ed il 1939, consta di oltre 160 sensori (deformometri, fili a piombo, vasi livellometrici, termometri, etc.).

Così come per la Cupola del Brunelleschi, Andrea Chiarugi ha anche ricoperto il ruolo di progettista degli interventi di consolidamento delle volte della Cripta della Basilica di Santa Maria Novella e della Torre degli Alberti[14] a Firenze e Consulente strutturale del Comune di Firenze e della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici per Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio, la Loggia dei Lanzi e la Badia Fiorentina[15].

Attività professionale[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito di associazioni professionali Andrea Chiarugi è stato Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Firenze dal 1985 al 1991, Presidente della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Toscana nel quinquennio dal 1991 al 1996 e Membro del Consiglio Nazionale degli Ingegneri dal 1996 al 1999. Dal 1984 al 2001 è stato Consigliere dell'Associazione Italiana Cemento Armato Precompresso (AICAP)[16].

È stato inoltre consulente permanente di Istituzioni come il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il Comune di Firenze per gli interventi necessari per il ripristino dell'Istituto d'arte di Porta Romana, il Comando della base militare U.S.A. di Camp Darby a Livorno per la verifica statica e dinamica di edifici al suo interno.

Nel corso della sua attività professionale, Andrea Chiarugi ha effettuato importanti collaudi su opere e complessi monumentali e su grandi strutture per conto della Soprintendenza fiorentina, del Comune di Firenze, dell'ANAS e del Ministero dei Lavori Pubblici, collaborando con vari architetti di fama internazionale come Kenzo Tange, Norman Foster, Giovanni Michelucci e Pier Luigi Spadolini. Ha progettato numerosi edifici pluripiano in acciaio e in calcestruzzo armato, infrastrutture viarie e ferroviarie, opere idrauliche e marittime, interventi di recupero di edifici antichi nei centri storici e numerosi interventi di consolidamento di beni archeologici a Roma.

Fra le principali opere di cui Andrea Chiarugi è stato progettista si ricorda:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.ingenio-web.it/articoli/chi-era-piero-pozzati/
  2. ^ Andrea Chiarugi (1992). L'etica nella professione di ingegnere: il ruolo dell'Ordine, Atti del XXXVII Congresso Nazionale degli ordini degli ingegneri, Montecatini Terme, novembre 1992, 231-246.
  3. ^ Andrea Chiarugi (1996). Orazione in onore di Vincenzo Viviani, Bollettino degli ingegneri, 9, 8-10.
  4. ^ Andrea Chiarugi (1981). Giovanni Michelucci ingegnere; Giovanni Michelucci nostro collega, Prolusione al conferimento della laurea "honoris causa" in Ingegneria Civile, Sezione Edile a G. Michelucci, 1981, pp. 27-32.
  5. ^ https://archivi.unifi.it/entita/0c63182c-7cf6-45f6-84b7-574d107d5f6c/Quilghini,%20Demore/informazioni
  6. ^ Gianni Bartoli, Michele Betti e Claudio Borri, Numerical Modeling of the Structural Behavior of Brunelleschi's Dome of Santa Maria del Fiore, in International Journal of Architectural Heritage, vol. 9, n. 4, 19 maggio 2015, pp. 408–429, DOI:10.1080/15583058.2013.797038. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  7. ^ Paolo Spinelli (a cura di) (2002). Scritti scelti di Andrea Chiarugi. Edizioni Polistampa, ISBN 88-8304-503-3.
  8. ^ Federica Ottoni e Carlo Blasi, Results of a 60-Year Monitoring System for Santa Maria del Fiore Dome in Florence, in International Journal of Architectural Heritage, vol. 9, n. 1, 2 gennaio 2015, pp. 7–24, DOI:10.1080/15583058.2013.815291. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  9. ^ Cupola del Brunelleschi, sei milioni di dati in 60 anni di monitoraggio [collegamento interrotto], su Culturaitalia. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  10. ^ Andrea Corvi et al. (a cura di) (2013). Ingegneri & Ingegneria a Firenze. A quarant'anni dall'istituzione della Facoltà di Ingegneria. Florence University Press.
  11. ^ Gennaro Tampone (2011). I Segreti della Cupola del Brunelleschi. Bollettino Ingegneri 59(12), ISSN 2035-2417 (WC · ACNP).
  12. ^ Claudio Borri et al. (2010). La statica della Cupola di Santa Maria del Fiore. Il contributo di Andrea Chiarugi. Galileo XXI(196), ISSN 1122-9160 (WC · ACNP).
  13. ^ Andrea Chiarugi, Demore Quilghini (1984). Tracciamento della Cupola del Brunelleschi muratori e geometria»; da Critica d'arte, anno XLIX, quarta serie, n.3, 1984, pp. 38-47.
  14. ^ Repertorio delle Architetture Civili di Firenze - Torre degli Alberti, su www.palazzospinelli.org. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  15. ^ Paolo Spinelli, Gloria Terenzi (2019). Terremoti e Prevenzione – Vulnerabilità sismica ed interventi di mitigazione a Firenze ed in Toscana. Numero monografico, Bollettino Ingegneri 66(11-12), ISSN 2035-2417 (WC · ACNP).
  16. ^ Associazione AICAP, su www.associazioneaicap.it. URL consultato il 16 ottobre 2022.
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