Alla scoperta della vita

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Alla scoperta della vita
Nina Ruslanova in una scena del film
Titolo originaleПознавая белый свет
Poznavaâ belyj svet
Lingua originalerusso
Paese di produzioneUnione Sovietica
Anno1979
Durata75 min
Rapporto1,33:1
Generedrammatico, sentimentale
RegiaKira Muratova
SceneggiaturaKira Muratova, Grigori Baklanov
Casa di produzioneЛЕНФИЛЬМ (Lenfilm)
FotografiaJurij Klimenko
MontaggioTamara Denisova
MusicheValentyn Syl'vestrov
ScenografiaAleksej Rudjakov
Interpreti e personaggi

Alla scoperta della vita (in russo Познавая белый свет?, Poznavaâ belyj svet) è un film del 1979 diretto da Kira Muratova.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La vicenda si svolge in Siberia. Michail, un camionista ucraino di Žytomyr, soccorre i passeggeri di un'automobile che si è impantanata nel fango. Due dei passeggeri, Ljuba e Nikolaj, chiedono a Michail un passaggio per poter raggiungere una località, fino a poco tempo prima disabitata, dove è stata avviata la costruzione di una grande industria di prefabbricati: vi si svolgerà un matrimonio collettivo fra i giovani lavoratori sovietici immigrati e Ljuba ha il compito di rivolgere ai novelli sposi un pubblico augurio di felicità. Michail, un giovane timido con i capelli lunghi e claudicante (ha perso un piede in un incidente), suscita la gelosia di Nikolaj, il compagno di Ljuba.

La località dove si svolgono i matrimoni è uno squallido cantiere, pieno di baracche per i lavoratori e di macchine per lavori di sterro. Alla fine della breve cerimonia da un megafono si sente l'annuncio «Compagne spose e compagni sposi, tornate ai vostri posti nelle macchine, le nozze sono finite!». Le giovani coppie, tuttavia, ignorano l'ordine e continuano ad abbracciarsi e baciarsi. Ljuba, commossa dalla felicità manifestata dalle nuove coppie, vorrebbe sposarsi anch'essa; ma Nikolaj, un individuo pragmatico, le risponde che per lui «l'amore è un sentimento passeggero», «la vita è una cosa che passa» e in fondo «nessuno ama mai nessuno». Diventa invece sempre più evidente l'affetto, nei confronti di Ljuba, che nasce nel taciturno e generoso Michail, il quale infine confida alla ragazza di volerla sposare.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film, come peraltro i precedenti della Muratova, ebbe gravi problemi con la censura sovietica: ebbe una scarsissima diffusione in patria[1] e non è stato mai diffuso nelle sale cinematografiche al di fuori dell'Unione Sovietica[2]. In Italia è stato trasmesso da Rai tre nel programma Fuori orario. Cose (mai) viste[3]. Il film è stato giudicato il migliore tra i film della Muratova dalla stessa regista[4] e da numerosi critici, come per es. Zara Abdullaeva[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Daniele Dottorini, «MURATOVA, Kira». Enciclopedia del Cinema, Vol. IV (Mar-Sh), Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 2004
  2. ^ Anna Lawton, Kinoglasnost: Soviet cinema in our time, Cambridge etc.: Cambridge University press, 1992, ISBN 0521388147, p. 114
  3. ^ Fuori orario. Cose (mai) viste
  4. ^ Jane Taubman, Op. cit., p. 28
  5. ^ Zara Abdullaeva, Kira Muratova, Manduria: Moviement, 2009, ISBN 978-88-904002-2-3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • «Getting to know the Big, Wide World». In: Jane A. Taubman, Kira Muratova, London: I.B. Tauris, 2005, ISBN 1850434093, pp. 28–33 (Google libri)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema