Alfredo Conte

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Alfredo Conte
NascitaMonteroni, 5 febbraio 1909
MorteAlgà Bosonté, 19 novembre 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
RepartoXXVIII Battaglione coloniale
Anni di servizio1917 - 1937
GradoTenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Alfredo Conte (Monteroni, 5 febbraio 1909Algà Bosonté, 19 novembre 1937) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni di controguerriglia nell'Africa Orientale Italiana[2].

Nacque a Monteroni il 5 febbraio 1909, figlio di Francesco e Maria Elisabetta.[1] Dopo aver conseguito il diploma di capitano di lungo corso presso l'Istituto nautico di Bari, il 20 gennaio 1930 iniziò a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Milano, venendo promosso sottotenente dell'arma di fanteria nel luglio 1931, assegnato al 9º Reggimento bersaglieri.[1] Congedatosi nel febbraio 1931, fu assunto a lavorare presso la Società di Navigazione Puglia, prestandovi servizio come ufficiale di bordo fino al luglio 1935, quando, a domanda, venne richiamato in servizio attivo.[1] Frequentato un corso di addestramento presso la Scuola Centrale di fanteria a Civitavecchia, partì per l'Africa Orientale, destinato in servizio al Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea il 12 settembre.[1] Nell’aprile 1936 fu promosso tenente a scelta ordinaria con anzianità dal luglio 1935.[1] Cadde in combattimento ad Algà Bosonté il 19 novembre 1937 nel corso delle operazioni di controguerriglia e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario fra i primi di questa nostra gloriosa campagna d’Africa, volle ed ottenne di essere assegnato a reparto indigeno e in ogni impresa guerriera non ambì che posti di avanguardia; ardito tra gli arditi. Contratta in servizio grave malattia, non fu pago se non quando poté ottenere di rientrare, ancora convalescente, al proprio reparto, che plasmato da lui del suo stesso entusiasmo, si accingeva a partire per una nuova azione operativa. Dopo essersi distinto in vari scontri in aspro combattimento di avanguardia, superava in slancio e in ardire i propri uomini, trascinandoli in furioso attacco contro nemico appostato in terreno insidiosissimo. Avuto il braccio destro stroncato da gravissima ferita, continuava a partecipare all’assalto, lanciando con la sinistra bombe a mano sugli appostamenti avversari e contribuendo a snidare da essi il nemico dieci volte superiore. Colpito in pieno petto, cadeva incitando i propri ascari a continuare la lotta e prima di spirare, esprimeva al medico che lo assisteva l’orgoglio di morire per la Patria e chiedeva al Duce che le proprie ossa fossero calate, con rito marinaro, in quell’Adriatico che aveva tante volte percorso quale capitano marittimo al comando di navi italiane. Algà- Bosonté, 19 novembre 1937 .[3]»
— Regio Decreto 29 giugno 1939.[4]


  1. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 269.
  3. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 7 agosto 1939, registro 6 Africa Italiana, foglio 326.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 269.

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Collegamenti esterni

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