Adica Pongo

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Adica Pongo
Retro di una confezione di DAS color grigio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1960
Chiusura1994
Sede principaleLastra a Signa
SettoreGiocattoli
Prodottigiocattoli educativi, DAS, pongo
Dipendenti150 (1989)

La Adica Pongo è stata una ditta italiana produttrice di giocattoli educativi attiva tra gli anni sessanta e ottanta con sede a Lastra a Signa. Il suo logo era costituito dalla scritta Adica Pongo in caratteri maiuscoli e multicolore (la prima A e la scritta PONGO in rosso, le lettere D, I, C e la seconda A rispettivamente celeste, verde chiaro, verde scuro, arancione), il tutto inserito in un fumetto bianco. Il simbolo era un pittore stilizzato in cammino con i pennelli in una mano e una valigetta nell'altra.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prodotti[modifica | modifica wikitesto]

Il successo commerciale dell'Adica fu legato principalmente a due tipologie di prodotti: il DAS e il Pongo. A questi si aggiunsero altre sostanze malleabili, quali il Didò. [1]

Il DAS - inventato da Dario Sala - era una sostanza per modellare, simile alla creta, ma in grado di solidificare senza l'ausilio del calore di un forno[2]. Inizialmente commercializzato dal 1962 al 1966 in polvere da miscelare con acqua, a partire dal 1967 venne venduto in pasta pronta all'uso[3].

Il pongo è invece una plastilina malleabile[4], di vari colori, riutilizzabile ed utilizzata anche nella creazione di modellini da progettazione. Furono lanciate versioni particolari quali il pongo pazzo (rimbalzante) e il pongo luce, contenente materiale luminescente al buio.

L'attività dell'Adica si estese - a cavallo fra gli anni settanta e ottanta - anche alla progettazione ed al lancio di giocattoli da cartoleria. Fra i vari prodotti, si ricordano i veriplani (aeroplani a filo), il tenniset (1979), il paroliamo, gioco in scatola mutuato dalle regole dell'omonima trasmissione su Rai 2 (1983), il crack (quadri animati). Alcuni dei giochi erano poi degli ibridi fra gioco da tavola e DAS, in un primo tentativo dell`azienda di fronteggiare le crisi di vendite senza però allinearsi alla concorrenza; basti pensare al Gioco del Calcio - Forza Azzurri, in parte elettrico e in parte costituito da giocatori da costruire in DAS, oppure alla Dama Click magnetica.

Declino e chiusura[modifica | modifica wikitesto]

L'Adica Pongo entrò in un declino irreversibile alla metà degli anni ottanta, allorché il gusto dei bambini si orientò definitivamente verso giocattoli legati ai cartoni animati giapponesi e verso i primi giochi elettronici. Uno degli ultimi tentativi dell'Adica per sopravvivere fu quello di concentrarsi sui giochi da tavola e sulla distribuzione dei giochi elettronici per i più grandi, mantenendo almeno parte del proprio interesse primario per i più piccoli. Furono ideati prodotti in linea con le nuove tendenze; con le scatole Play DAS - aggiunte di formine, accessori per completare soggetti e ambientazioni, e vernici brillanti (le vernidas o verniDas) - era possibile riprodurre anche alcuni personaggi dei cartoni animati, per esempio i Puffi o il gatto Isidoro. Tali accordi, tuttavia, erano costosi e non permettevano di attrarre fette consistenti di utenza, orientata verso diversi gadget - già completi - degli stessi personaggi. Altre confezioni DAS a tema lanciate in questo periodo furono il Presepe, lo Zoo, la Fattoria, il Villaggio.

A metà anni ottanta l'azienda diede il via al lancio del Didò, inoltre distribuì gli articoli di modellismo Revell e le cartucce da gioco dell'Activision per Atari 2600.

Nel 1989 dovette cedere una propria quota a Mondadori[5], aprendo peraltro un periodo di ristrutturazione aziendale[6]; all'epoca l'azienda contava oltre 150 dipendenti. Dopo qualche tempo la ditta cessò la propria attività e, nel 1993,[7] i suoi marchi più famosi, Pongo, Didò e DAS, furono completamente rilevati e distribuiti dalla Mondadori sotto il marchio "Auguri Mondadori" e - successivamente - gestiti dalla FILA. Sia il Pongo che il DAS hanno continuato ad essere prodotti sotto il nome aziendale FILA.

Controversie sulla presenza di amianto[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio condotto da ricercatori italiani rilevò la presenza di amianto nel DAS prodotto dalla Adica Pongo tra il 1963 e il 1975,[8] acquistato dalla Amiantifera di Balangero, e di cui la dirigenza dell'azienda ignorava la pericolosità; l'amianto e altre polveri furono sostituiti in via precauzionale[9] allorché emersero i primi sospetti di pericolosità dietro le diagnosi di tumore polmonare presso l'Amiantifera.

I rilevamenti evidenziarono però anche come, pur essendo possibile la presenza di amianto in manufatti modellati in DAS tra il 1960 e il 1970, «questi articoli non rappresentano un rischio per la salute di chi li possiede». Venne pertanto raccomandato «di non rompere tali oggetti e non ridurli in polvere, perché le fibre di amianto potrebbero ancora disperdersi in aria con il rischio di essere inalate».[10]

Elenco parziale dei prodotti[modifica | modifica wikitesto]

Una confezione del classico DAS color grigio, prodotta dall'Adica Pongo, nel formato usato tra il 1978 e la seconda metà degli anni '80

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ DIDÒ - La storia, su fila.it. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
  2. ^ DAS - La storia, su fila.it. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
  3. ^ [Firenze, Lastra a Signa] Das, la Fila: "Il nostro Das è sicuro e a norma". Un esperto: "Rischi solo se quello prodotto prima del '75 è polverizzato", su gonews.it, 29 dicembre 2015. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2016).
  4. ^ PONGO - La storia, su fila.it. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
  5. ^ MONDADORI COMPRA UNA QUOTA DI ADICA PONGO - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 12 giugno 2016.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 12 giugno 2016.
  7. ^ Fibre di amianto nel Das. Secondo uno studio milioni di bambini esposti tra il 1963 e il 1975, su huffingtonpost.it. URL consultato il 14 febbraio 2016.
  8. ^ Stefano Silvestri et al., Asbestos in toys: an exemplary case, in Scandinavian journal of work, environment & health, vol. 42, n. 1, 2016, pp. 80-85, DOI:10.5271/sjweh.3542.
  9. ^ admin, LA VERA STORIA DEL DAS ALL'AMIANTO - La voce della lastra - Lastra.Tv, su Lastra.Tv, 31 dicembre 2015. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2016).
  10. ^ Grazia Maria Coletti, C’era amianto nel vecchio DAS il gioco dei bimbi di 40 anni fa, su iltempo.it. URL consultato il 12 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).

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