Francesco Saverio Altamura: differenze tra le versioni

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Due dei suoi figli, [[Giovanni Altamura|Giovanni]] e [[Alessandro Altamura|Alessandro]], seguirono le sue orme.
Due dei suoi figli, [[Giovanni Altamura|Giovanni]] e [[Alessandro Altamura|Alessandro]], seguirono le sue orme.

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Autoritratto del 1881, conservato al San Martino[1]

Francesco Saverio Altamura (Foggia, 5 agosto 1822Napoli, 5 gennaio 1897) è stato un pittore, scrittore e patriota italiano[1].

Biografia

Nacque dalla greca Sofia Perifano e da Raffaele Altamura[1]. Si trasferì a Napoli dalla natia Foggia, dove aveva studiato presso gli Scolopi, inizialmente per frequentare la facoltà di medicina[1]. Seguiva tuttavia anche i corsi serali dell'Accademia di Belle Arti, dove conobbe Domenico Morelli, che lo convinse a dedicarsi alla pittura[1]. Frequentò quindi il pittore Michele De Napoli.

Appassionato di soggetti storici, nel 1847 si recò a Roma, dopo aver vinto un concorso per il pensionato artistico[1]. Nel 1848 combatté sulle barricate di Santa Brigida[2]. Condannato a morte in contumacia per le sue attività di cospirazione contro i Borboni, fuggì prima a L'Aquila nel 1848, poi a Firenze nel 1850, dove entrò in contatto con il circolo artistico che si raccoglieva nel Caffè Michelangelo[1]. Nel 1855 si recò, insieme a Domenico Morelli e Serafino De Tivoli, all'Esposizione universale di Parigi[1], riportando a Firenze le nuove tendenze che contribuirono alla nascita della corrente pittorica dei Macchiaioli, ma egli stesso non abbandonò i soggetti storici[1]. Nello stesso periodo prese parte alla Scuola di Staggia[3]. Durante il sodalizio con i macchiaioli dipinse alcuni studi di paesaggio[1]. Nel 1860 ritornò a Napoli, combattendo con le armate garibaldine[1]. Proseguì anche in seguito l'attività politica: fu consigliere comunale a Napoli[1] e a Firenze e rivestì cariche di governo con Bettino Ricasoli.[senza fonte]

Nel 1861 espose alla "Prima esposizione nazionale" di Firenze I funerali di Buondelmonte[1], commissionatogli dal banchiere Vonwiller, che venne molto discusso[senza fonte]. Nel 1865 fu incaricato di affrescare la cappella del Palazzo Reale di Napoli. Si stabilì definitivamente a Napoli nel 1867 e continuò a produrre quadri, presentati in varie esposizioni[1]. Fra le varie commissioni ricevute, nel 1892 dipinse per la restaurata chiesa parrocchiale di Castrignano de' Greci (LE) cinque pale d'altare e quattro tondi[1].

Contribuì alla nascita della pinacoteca nel Museo di Capodimonte[1].

Sposò la pittrice greca Elena Bùkaras, che gli diede tre figli[1], ma che in seguito abbandonò per un'altra pittrice greca Eleni Sionti, ed ebbe infine per compagna la pittrice Jane Benham Hay[4].

Due dei suoi figli, Giovanni e Alessandro, seguirono le sue orme.

Nel 1901 gli fu eretto un monumento nella città natale di Foggia[5].

Nel romanzo Elena Nessuno della scrittrice Rea Galanaki, si racconta la storia di Elena Bukuras Altamura[6].

Opere principali[1]

Le nozze di Buondelmonte
I funerali di Buondelmonte
  • L'angelo che appare a Goffredo dall'Oriente più lucente del sole (1847, Galleria dell'Accademia di Napoli).
  • La morte di un crociato (1848, Pinacoteca comunale di Foggia).
  • Mario vincitore dei Cimbri (soggetto 1859, in due versioni).
  • La prima bandiera italiana portata a Firenze nel 1859", Museo del Risorgimento di Torino.
  • Il Lavoro (1860-61, provincia di Napoli).
  • I funerali di Buondelmonte (1861, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma), Insieme a Le nozze. (collezione della Cassa di risparmio di Puglia, a Bari) e a La tradita (forse perduto), rappresenta una trilogia sulla nascita della rivalità tra Guelfi e Ghibellini.
  • Madonna morta e Madonna in gloria (1865, affreschi nella cappella del Palazzo reale di Napoli).
  • Una croce sul Vomero (1869, Museo di Capodimonte a Napoli).
  • Le roi s'amuse (1879, Museo di Capodimonte a Napoli), ispirato da Victor Hugo.
  • Excelsior (1880, Museo civico di Torino), ispirato da una poesia di Henry Wadsworth Longfellow.
  • Acte sorprende Nerone (1883).
  • Dulce propatria mori (1883).
  • Annunciazione, Sacro Cuore, Sant'Antonio, San Rocco, Assunta, San Biagio, San Luigi, San Francesco e Santa Chiara.
  • Sacra Famiglia (1893, Pala d'altare per la cappella dell'Istituto delle Suore Marcelline di Lecce).
  • Pietà (1894, cappella Frassaniti nel cimitero di Squinzano, LE).
  • Odi vecchi, amori nuovi.
  • Dove si nasconde l'amore per l'arte.
  • Ritratto della nipote Sofia.
  • Nelson che firma la capitolazione.

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r M. Chiarini, Altamura, Francesco Saverio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Ist. dell'Encicl. Ital., 1960.
  2. ^ S. Di Giacomo, Il Quarantotto. Notizie, aneddoti, curiosità intorno al 15 maggio 1848 in Napoli, Corriere di Napoli, 1903, p. 39. URL consultato il 18 febbraio 2016.
  3. ^ F. Napier, Notes on modern painting at Naples, Londra, Parker & Son, 1855, p. 52.
  4. ^ Vinicio Coppola, Patriota indomito ma infedele in amore (PDF), in Rotary 2120, n. 6, Bari, Rotary International, gennaio 2011, p. 14.
  5. ^ Ugo Ojetti, Altamura, Saverio, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929. URL consultato il 24 gennaio 2017. Modifica su Wikidata
  6. ^ Gianfranco Piemontese, Giovanni Ioannis Jean Altamura, Foggia, Fondazione Banca del Monte, 2009, p. 13.

Bibliografia

Voci correlate

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