Ángeles González-Sinde

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Ángeles González-Sinde

Ministra della Cultura
Durata mandato7 aprile 2009 –
22 dicembre 2021
MonarcaJuan Carlos I
PresidenteJosé Luis Rodríguez Zapatero
PredecessoreCésar Antonio Molina
SuccessoreMàxim Huerta

Dati generali
Partito politicoIndipendente

Ángeles González-Sinde Reig (Madrid, 7 aprile 1975) è una regista, sceneggiatrice e politica spagnola, vincitrice di due Premi Goya e Ministra della Cultura durante il governo Zapatero II.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia del cineasta José María González-Sinde[1], che fu fondatore e primo presidente dell'Academia de las Artes y las Ciencias Cinematográficas[2], Ángeles studiò filologia classica presso l'Università di Alcalá, per poi proseguire la sua formazione presso l'Università autonoma di Madrid e l'American Film Institute[3][4]. Lavorò successivamente come redattrice per Cosmopolitan[5].

Intrapresa l'attività di sceneggiatrice, vinse il Premio Goya per la migliore sceneggiatura originale nell'edizione del 1998, per via del suo lavoro nel film La buona stella. Ai Premi Goya 2004 ricevette la statuetta come miglior regista esordiente con la sua opera prima, La suerte dormida. Cinque anni dopo, ottenne la nomination nella categoria migliore sceneggiatura non originale per Una palabra tuya.

Nel 2006 divenne presidente dell'AACCE, ricoprendo il ruolo che molti anni prima era stato di suo padre e succedendo all'attrice Mercedes Sampietro[5].

Ángeles González-Sinde insieme agli altri membri del secondo governo Zapatero

Nell'aprile del 2009, in seguito ad un rimpasto di governo, entrò a far parte del secondo esecutivo di José Luis Rodríguez Zapatero rivestendo la carica di Ministra della Cultura[6]. La sua nomina fu particolarmente osteggiata dalla comunità di internet[7], per via delle posizioni molto nette che aveva espresso contro i download gratuiti, che a suo dire mettevano in pericolo la sopravvivenza del cinema[8]. L'Asociación de Internautas ne chiese espressamente le dimissioni sostenendo che la sua nomina fosse una provocazione di Zapatero contro internet[9] e paventando il rischio di un conflitto di interessi[10]. Sul social network Actuable venne lanciata una raccolta firme per invocare le dimissioni della ministra; furono ottenute oltre 22mila firme. Iniziative simili furono adottate, in concomitanza con le proteste in Spagna del 2011, da comunità di Facebook[11] e da gruppi quali Anonymous[12][13][14] all'indomani della cosiddetta "Legge Sinde". Sotto tale denominazione, si ricorda un'iniziativa del governo portata avanti dalla ministra, con la quale veniva concesso all'autorità giudiziaria di chiudere qualsiasi pagina web che consentiva download di materiale protetto dal diritto d'autore[15][16][17]. La Legge Sinde faceva in realtà parte di un apparato più vasto, la L.2/2011 o Ley de Economía Sostenible, rappresentandone una disposizione relativa alla tutela della proprietà intellettuale[18]. La L.2/2011 fu approvata dal Congresso dei Deputati nel febbraio 2011[19], ma la Legge Sinde non trovò attuazione per via delle differenze di vedute interne all'esecutivo[20][21]. Álex de la Iglesia, che era succeduto alla González-Sinde come presidente dell'AACCE, rassegnò le sue dimissioni in polemica con il governo[22]. Per tale motivo, diversi oppositori della legge proposero che egli diventasse ministro in sostituzione della González-Sinde[23]. Fu nel marzo del 2012, con il governo Rajoy I, che la Legge Sinde trovò piena regolamentazione[24]. A quell'epoca la ministra non era più in carica da tre mesi, quando la compagine di governo aveva cessato il proprio mandato da dimissionaria. La stessa González-Sinde aveva dichiarato la propria volontà di abbandonare la politica per dedicarsi esclusivamente all'attività cinematografica[25].

Nel giugno del 2020 fu eletta all'unanimità presidente del consiglio di amministrazione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía[26][27]. La vicepresidenza andò invece a Beatriz Corredor[28].

Madre di due figlie[29], fu compagna dell'editore Claudio López Lamadrid fino alla morte dell'uomo nel 2019[30][31][32].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Ángeles González-Sinde nel 2011

Sceneggiatrice[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Regista[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Ángeles González-Sinde ai Premi Goya 2020

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Dama di Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) El regreso de Ángeles González-Sinde con una película que inspiró su fallecida pareja, su vanitatis.elconfidencial.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  2. ^ (ES) Ángeles González-Sinde, su elmundo.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  3. ^ (ES) Ángeles González-Sinde, directora de cine y exministra de Cultura, cierra el ciclo "Claves del mundo actual", su uma.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  4. ^ (ES) Ángeles González Sinde, su la-moncloa.es. URL consultato il 28 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2009).
  5. ^ a b (ES) La cineasta Ángeles González-Sinde, nueva ministra de Cultura, su elconfidencial.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  6. ^ (ES) Ángeles González-Sinde, nueva ministra de Cultura, su europapress.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  7. ^ (ES) La designación de Sinde enciende la polémica en Internet, su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  8. ^ (ES) "Tenemos que pelear para que las descargas no nos hagan desaparecer", su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  9. ^ (ES) La elección de González Sinde una provocación de Zapatero contra Internet, su internautas.org. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  10. ^ (ES) La hemos descubierto. Tiene que dimitir, su internautas.org. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  11. ^ (ES) Recogida de Firmas En contra de la Ley Sinde. NO a la censura en la red., su peticionpublica.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  12. ^ (ES) Más de 200 Anonymous se manifiestan ante el Teatro Real en contra de la ley Sinde, su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  13. ^ (ES) Los «Anonymous» se cuelan en los Goya, su abc.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  14. ^ (ES) De la Iglesia defiende internet, su rtve.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  15. ^ Gli Indignados protestano, ma Zapatero vuole la legge “ammazza-blog”, su linkiesta.it. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  16. ^ La Spagna perde la battaglia contro il file-sharing illegale: stop alla Ley Sinde, su medialaws.eu. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  17. ^ Una legge inutile, su globalproject.info. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  18. ^ (ES) La 'ley Sinde' que el PSOE no culminó, su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  19. ^ (ES) 'El Gobierno ha escuchado', su elmundo.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  20. ^ (ES) El Gobierno entierra la ley Sinde tras un tumultuoso Consejo de Ministros, su abc.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  21. ^ (ES) El Gobierno deja al PP el desarrollo de la Ley Sinde, su lavanguardia.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  22. ^ (ES) Alex de la Iglesia dimite por la Ley Sinde, su rollingstone.es. URL consultato il 28 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2011).
  23. ^ (ES) 'Álex de la Iglesia ministro de Cultura', su feisbuknius.com. URL consultato il 28 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2011).
  24. ^ (ES) El Gobierno de Rajoy da vía libre al reglamento de la ley Sinde que no quiso aprobar Zapatero, su 20minutos.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  25. ^ (ES) González-Sinde dejará la política tras el 20-N, su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  26. ^ (ES) Ángeles González-Sinde, nueva presidenta del patronato del Museo Nacional Reina Sofía, su elpais.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  27. ^ (ES) Ángeles González-Sinde, nueva presidenta del Real Patronato del Museo Reina Sofía, su museoreinasofia.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  28. ^ (ES) El Gobierno sitúa a las exministras Sinde y Corredor al frente del patronato del Museo Reina Sofía, su eldiario.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  29. ^ (ES) Ángeles González-Sinde: la exministra vuelve a la Cultura... y a enfrentarse con Tita Cervera, su revistavanityfair.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  30. ^ (ES) Muere el editor Claudio López Lamadrid, novio de la exministra Ángeles González-Sinde, su revistavanityfair.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  31. ^ (ES) Ángeles González Sinde se despide en redes de Claudio López Lamadrid tras su muerte, su elmundo.es. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  32. ^ (ES) La exministra Ángeles González-Sinde, destrozada por la muerte de su marido, su vanitatis.elconfidencial.com. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  33. ^ (ES) Real Decreto 2093/2011, de 30 de diciembre, por el que se concede la Gran Cruz de la Real y Distinguida Orden Española de Carlos III a doña Ángeles González-Sinde Reig., su boe.es. URL consultato il 28 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2012).

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