Linum usitatissimum: differenze tra le versioni

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* [http://www.flax-seed.org/#flaxseed Benefits of flaxseed] (LLC Tomi Group, 1868, Linen in Ukraine)

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Lino comune

Linum usitatissimum
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Euphorbiales
Famiglia Linaceae
Genere Linum
Specie L. usitatissimum
Nomenclatura binomiale
Linum usitatissimum
L., 1753
Semi di lino

Il lino comune (Linum usitatissimum L., 1753) è una pianta della famiglia delle Linaceae. Esso è stato ampiamente coltivato nell'antica Etiopia ed Egitto. In una grotta, nella Repubblica della Georgia, fibre di lino tinte sono state trovate a data 30 000 a.C.
Il lino è coltivato sia per i suoi semi che per la sua fibra. Varie parti della pianta sono state utilizzate per fare tessuto, tinte, carta, medicinali, reti da pesca, gel per capelli, e sapone. Il seme di lino è la fonte dell'olio di lino che viene utilizzato come un olio commestibile, come integratore alimentare, come ingrediente in prodotti per il legno (finitura) e nell'industria delle vernici come olio siccativo e diluente. Il lino è anche coltivato come pianta ornamentale da giardino

Descrizione

È una pianta erbacea annuale alta tra i 30 e i 60 cm con fusto eretto, molto fragile, ramificato nella parte finale con foglie tenere, lanceolate. I fiori sono grandi, di colore azzurro-cielo[1] con 5 sepali, 5 petali, 5 stami gialli. I frutti sono capsule contenenti semi piccoli e neri od arancioni a seconda delle varietà. La radice è un corto fittone.

Coltivazione

Conosciuto come la più antica delle fibre vegetali, il lino deve la sua fama non solo alla versatilità dei suoi tessuti, ma anche alle innumerevoli proprietà dei suoi semi e dell'olio che da essi si ricava. Il lino viene coltivato in regioni a clima temperato, sia per le fibre che per i semi. Dai semi si ricava l'olio, utilizzato, e molto di più in passato, come fissativo in pittura e per il trattamento del legno nel restauro di mobili.

L'olio di lino viene utilizzato anche nell'alimentazione come integratore per le elevate qualità nutrizionali. Viene inoltre utilizzato in fitoterapia come lassativo, antinfiammatorio ed emolliente, mentre nell'industria tessile viene utilizzato per creare vari capi d'abbigliamento e per la casa.

Le fibre del lino sono usate fin dall'antichità. Nell'area mediterranea si hanno prove della coltivazione e dell'utilizzo di lino risalenti a oltre 6.000 anni fa mentre l'introduzione nel Nord-Europa avvenne in epoche preromane.

La fibra è morbida, flessibile e più resistente di quella del cotone che però presenta costi di produzione inferiori, motivo per cui il cotone ha progressivamente sostituito l'utilizzo del lino.

Produzione

La pianta del lino cresce un po' dovunque. Nei paesi freddi si ottiene la migliore produzione di fibra: Russia, Paesi Bassi, Francia e Romania sono tra i primi produttori mondiali di fibra. Il lino è una pianta annuale, con un ciclo vegetativo di circa quattro mesi.

Usi

Medicinale

I semi di lino venivano usati in medicina popolare come lassativo, e studi moderni ne confermano la validità[2]. Il Lino contiene Omega 3/6/9 e si ritiene che possa anche alleviare il diabete stabilizzando il livello di zuccheri nel sangue, ma il consumo eccessivo può ostacolare l'azione di alcuni medicinali somministrati oralmente, a causa del suo contenuto di fibre[3]. I semi ridotti in farina vengono inoltre usati nella medicina popolare come impiastri contro la tosse secca (vedi).

Note

  1. ^ Esistono varietà con colorazioni di bianco, giallo, rosa, cremisi e porpora, violetto, blu.
  2. ^ (EN) Flaxseed and Flaxseed Oil, su nccam.nih.gov, National Center for Complementary and Alternative Medicine. URL consultato il 14 ottobre 2009.
  3. ^ (EN) WJ Dahl, Lockert EA Cammer AL Whiting SJ, Effects of Flax Fiber on Laxation and Glycemic Response in Healthy Volunteers, in Journal of Medicinal Food, Vol. 8, No. 4, dicembre 2005, pp. 508–511, DOI:10.1089/jmf.2005.8.508. URL consultato il 14 ottobre 2009.

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