Abbandono (psicologia)

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L'abbandono, nell'ambito della psicologia, può essere visto come un sentimento che è causa di disagio emotivo e, in certi casi, di eventuali disturbi psichici che si possono manifestare attraverso l'angoscia e la solitudine.

Infatti, se un rapporto affettivo (inteso in senso esteso) tra un individuo e uno o più componenti del mondo esterno si spezza, può minare alla base una situazione di stabilità psicologica derivante in parte anche da questo legame.

La situazione è variabile a seconda di molti fattori; innanzitutto, essa dipende dal modo con il quale si è verificata la risoluzione del legame: tanto più la rottura è imprevista, brusca e di difficile risanamento (subentra il timore che non si torni più allo stato precedente), tanto più potrebbe essere grave il danno psichico che ne può conseguire.

Un altro fattore da considerare è relativo al soggetto che subisce l'abbandono: età e personalità rivestono quindi dei ruoli estremamente importanti, che possono fare inasprire le reazioni alla rottura del legame affettivo fino a livelli di depressione o fino alla configurazione di stabiliti tratti psicologici, le cosiddette "personalità abbandoniche".

Nell'infanzia i sentimenti di abbandono sono molto frequenti e di solito legati alla mancanza, temporanea o definitiva, di figure familiari, in primis la deprivazione di quella madre (ambito studiato dalla teoria dell'attaccamento). Un caso tipico e sintomatico, anche se non provoca ripercussioni, è quello del primo giorno di scuola, in cui il bambino non si vuole privare della figura materna e ciò gli causa momenti di sconforto. Un caso ben più grave, sempre a livello infantile, può essere rappresentato dal bambino privato della madre e collocato in un istituto: ciò può essere fonte di rallentamento dello sviluppo psichico e fisico (quest'ultimo più di rado).

Nell'età adulta la psicopatologia dell'abbandono si verifica, ad esempio, a fronte della scomparsa di persone amate (ad es. per lutto), una condizione che, in alcuni casi, può portare a vissuti depressivi come alla non rassegnazione della fine del rapporto, con il desiderio, più o meno celato, di voler cercare ancora un "contatto" con il defunto.

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