Vittorino Era

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Vittorino Era
NascitaIllorai, 30 settembre 1891
MorteCiasò, 4 aprile 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea
Regio Corpo Truppe Coloniali della Libia
Anni di servizio1911-1937
GradoPrimo capitano
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneCampagna di Libia (1913-1921)
Riconquista della Tripolitania
Arbegnuoc
BattaglieBattaglia del solstizio
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Vittorino Era (Illorai, 30 settembre 1891Ciasò, 4 aprile 1937) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni belliche in Africa Orientale Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Illorai, in provincia di Sassari, il 30 settembre 1891, figlio di Natale e Maria Giuseppa Puddu.[1] Chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito il 25 ottobre 1911, fu assegnato al 40º Reggimento fanteria, prendendo poi parte alle operazioni belliche in Libia dal gennaio 1913 al dicembre 1916, raggiungendo il grado di sergente maggiore.[1] Rientrato in Italia, fu nominato aspirante ufficiale di complemento nel gennaio 1917, assegnato in servizio al 28º Reggimento fanteria in zona di operazioni.[1] Nel maggio dello stesso anno fu promosso sottotenente e poco tempo dopo tenente.[1] Nel 1918 fu trasferito al Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea e nel giugno 1921 ritornò in Libia con l'VIII Battaglione eritreo, rimanendovi tre anni e prendendo parte alle operazioni di riconquista della Colonia.[1] Rientrato in Italia, il 31 maggio 1924 fu assegnato al 35º Reggimento fanteria e, nel gennaio 1925, promosso capitano, trasferito al 43º Reggimento fanteria.[1] Ritornato in servizio nel Regio Corpo Truppe Coloniali della Libia dal 28 marzo 1936, si imbarcò a Tobruk con la XI Brigata coloniale l'8 ottobre dello stesso anno, sbarcando a Massaua una settimana dopo.[1] Cadde in combattimento a Ciasò, durante le operazioni di contrasto alla guerriglia etiope, il 4 aprile 1937.[1] Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Una via di Illorai, una di Sassari e una di Genova portano il suo nome.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Addetto al comando di una brigata indigeni partecipava con essa a tutti i cicli operativi nel Salalé, nel Nuger, nel Tegulet. Ovunque era ammirevole per ardimento, spirito di sacrificio e per abnegazione; volontario per le missioni più pericolose. Durante il combattimento nei burroni dell’Adabei presso Ciasò, avvistata una caverna dalla quale partiva nutrito fuoco di fucileria alle spalle dei reparti avanzati e che aveva procurata già la morte di alcuni ascari e metteva in pericolo la vita del comandante della brigata e degli ufficiali del comando, radunava un gruppo di arditi alla cui testa si lanciava immediatamente all’assalto della caverna stessa. Presso l’imbocco di questa veniva aggredito da un ribelle che, dopo breve, violenta colluttazione, atterrava, quindi con intenso lancio di bombe a mano si accingeva a completare la cattura di ribelli. In questo momento cadeva mortalmente ferito, gridando ancora, prima di spirare, il suo incitamento col fatidico « Savoia ». Fulgido esempio di alte virtù militari, di attaccamento al dovere, di cameratismo spinto fino al sacrificio. Ciasò, 4 aprile 1937 .[2]»
— Regio Decreto 29 novembre 1937.[3]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si distingueva in più giorni di combattimento per calma e sprezzo del pericolo, e, si offriva spontaneamente per riconoscere la situazione. Meolo, 17-18-19 giugno 1918
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Aiutante maggiore del battaglione non curante del pericolo percorreva zone battute dal fuoco avversario di mitragliatrici e di fucileria, portandosi da un punto all'altro della fronte occupata dalla compagnie impegnate e facendo eseguire materialmente gli spostamenti avanti e di fianco dei reparti, secondo le intenzioni del colonnello, e riuscendo in tal modo a far battere e fugare il nemico che cercava di aggirare il fianco sinistro della colonna. Bir Carrarim, 13 ottobre 1923
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k Combattenti Liberazione.
  2. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  3. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 2 marzo 1938, registro n.23 Africa Italiana, foglio n.132.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 229.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]