Velia Sacchi

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Velia Sacchi (Bergamo, 20 marzo 1921[1]Roma, 20 febbraio 2015) è stata una partigiana e giornalista italiana nota anche come pittrice e scultrice.

Era figlia di un fotografo e di una pittrice; a 16 anni si è iscritta all'Accademia Carrara di Belle Arti. Nel 1943 ha lasciato il marito e ha affidato alla madre la figlia di due anni, entrando poi nella resistenza[2] coi nomi di Rosa e di Francesca[3] nella banda Turani e occupandosi di favorire la fuga in Svizzera dei dissidenti ed ex alleati fuggitivi. Arrestata a Bergamo, una volta rilasciata, ha dovuto riparare a Milano dove ha lavorato come giornalista nella redazione de L'Unità, allora clandestina[2]. Dirigente dei "Gruppi di difesa della donna"[4] è stata la compagna, e quindi la moglie, di Sergio Marturano, fratello di Giovanna Marturano[2].

Ha fondato l’Associazione femminile per la pace e la libertà che in seguito è confluita nell'UDI[5].

Dopo la liberazione, ha continuato la sua attività di giornalista ed ha scritto per Il lavoratore bergamasco, testata della quale è stata direttore responsabile[6], Noi Donne e L’Unità e ha ripreso la sua attività di scultrice e pittrice[7][8] ritraendo problemi e contraddizioni nel periodo post-bellico[9].

A Bergamo, l'UDI le ha dedicato una sezione[10].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • E io crescevo… Velia Sacchi una ragazza nella Resistenza a Bergamo, Supernova, 2001
  • Io non sto a guardare : memorie di una partigiana femminista, Manni, 2015

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ monografia, su sottoaltraquota.it. URL consultato il 26 aprile 2021.
  2. ^ a b c VELIA SACCHI - Assarchivi UDI, su Associazione Nazionale degli Archivi dell'Unione Donne in Italia, 20 febbraio 2017. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  3. ^ Mirella Alloisio e Giuliana Beltrami, Volontarie della libertà: 8 settembre 1943-25 aprile 1945, Mazzota, 1981. URL consultato il 30 dicembre 2018.
  4. ^ Copia archiviata (PDF), su istruzione.lombardia.gov.it. URL consultato il 28 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2019).
  5. ^ Addio Velia Sacchi, su isrecbg.it.
  6. ^ db Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano - Periodici, su fondazionemodigliani.it, 18 febbraio 2016. URL consultato il 30 dicembre 2018.
  7. ^ quadriennalediroma.org, http://www.quadriennalediroma.org/arbiq_web//repository/documenti/arte%20romane1957-11-10.jpg. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  8. ^ La Quadriennale di Roma - Arbiq, su quadriennalediroma.org. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  9. ^ Mario De Micheli, Scultura italiana del dopoguerra, Schwarz, 1958. URL consultato il 28 dicembre 2018.
  10. ^ Sedi in Italia, su udinazionale.org. URL consultato il 28 dicembre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Velia Sacchi, Galleria d'arte Cairola, Milano, 17-28 maggio 1956, presentazione di Antonello Trombadori
  • Velia Sacchi. Sculture, dipinti, gioielli. Catalogo 1940-1999
  • Damiano Fustinoni e Marco Ronzoni, Velia Sacchi, Il filo di Arianna, 2015, ISBN 9788896119334
Controllo di autoritàVIAF (EN178144782707400102677 · GND (DE1080504818 · WorldCat Identities (ENlccn-no2015147733
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