Utente:Sterjovski/Sandbox

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Tintin nella terra dei soviet (titolo originale Les Aventures de Tintin, reporter du Petit "Vingtième", au pays des Soviets) è la prima tra “Le Avventure di Tintin”, una serie classica di fumetti, scritta e illustrata dallo scrittore e disegnatore belga Hergé. La serie presenta il giovane reporter Tintin come protagonista. Tintin nel paese dei Soviet fu pubblicato, per la prima volta, all’interno del “Petit Ving-tieme”, supplemento per bambini del giornale belga Le Vingtieme Siecle, dal 10 gennaio 1929 all’11 maggio 1930, e fece la sua comparsa sotto forma di album nel 1930. La storia è una satira politica, che esprime la disapprovazione di Hergé nei confronti dell’Unione Sovietica, prendendo in giro le sue affermazioni sull’aver realizzato un modello economico fiorente. Secondo il libro di Benoit Peeter “Il mondo di Hergé”, l’unica fonte di informazioni utilizzata dal disegna-tore belga per creare la sua storia consisteva nel libro intitolato “Mosca senza veli”, scritto da Joseph Douillet, ex console belga in URSS. Per qualche ragione, Hergé decise di ritirare l’album dalla circolazione nel corso degli anni 30. Nel 1973, un’edizione facsimile fu lanciata e divenne immediatamente un best seller, con oltre centomila copie vendute in un solo anno. E’ l’unica delle prime avventure di Tintin che Hergé non volle ridisegnare o colorare nel corso degli anni, e pertanto appare molto differente da tutte le altre.

Sintesi Tintin, cronista del “Petit Vingtieme”, assieme al suo cane Milù, sono inviati in Unione Sovietica, per un reportage sul socialismo reale. Partito da Brussels, il treno del giovane viene fatto saltare in aria, mentre procede verso Mosca, da un agente della polizia segreta sovietica, la OGPU. Tintin sopravvive, ed arriva a Berlino, ma lì è accusato dell’incidente dalle autorità tedesche per “l’incidente”. Viene quindi messo in prigione, e addirittura portato in una stanza per essere torturato, ma grazie a inganni e travestimenti riesce a fuggire (qui, come in altre situazioni simili, il protagonista riesce sempre a fuggire). Tintin ruba quindi un’automobile, ed affronta varie situazioni prima di giungere, finalmente, a Mosca. Osservando un’elezione sovietica, Tintin scopre che i comunisti obbligano il popolo a votare per le loro liste sotto la minaccia delle armi, e che gli impianti industriali apparentemente produttivi sono, in realtà, dei gusci vuoti, una messinscena apposita per i compagni inglesi in visita: si brucia la paglia per far uscire fumo dai camini, e si percuotono grandi pezzi di metallo per dare l’impressione sonora dei macchinari in movimento.

Mentre si aggira per le strade moscovite, Tintin scopre che le autorità sovietiche distribuiscono il pane ai bambini poveri solo se questi dichiarano di essere comunisti; se non fanno ciò, i bimbi vengono malmenati e lasciati digiuni. A causa della politica di esportazione della maggior parte del grano russo, in modo da mantenere l’illusione di una nazione benestante e che si può quindi permettere di inviare all’estero grandi quantità di cibo, Mosca soffre una gravissima carestia. Inoltre, la leadership comunista pianifica di saccheggiare le aziende agricole più produttive. Tintin riesce a salvare molti kulaki avvertendoli dell’arrivo delle truppe sovietiche, ma è ancora una volta catturato quando attira l’attenzione di un ufficiale militare. Scappando attraverso le distese innevate, Tintin incappa nei depositi segreti di ricchezze che Stalin, Lenin e Trotzky hanno rubato al popolo sovietico (comprese grandi quantità di grano, vodka e caviale). Conscio di questa situazione, Tintin vola fuori dalla Russia in aeroplano, atterrando all’aeroporto di Tempelhof, a Berlino, dove però incontra per l’ultima volta gli agenti della OGPU, che cercano in tutti i modi di disfarsi di lui prima che possa rivelare la situazione in URSS. Infine, Tintin torna in Belgio, dove è accolto da una folla festante, nella Grand Place di Brussels. Le Petit Vingtieme mise in scena un trionfale ritorno di Tintin e Milou, con attori in carne ed ossa, martedì 8 maggio 1930, alla stazione ferroviaria di Brussels Nord, con tanto di servizio sul giornale. Hergé era presente, e con lui una grande folla di persone. Nel ruolo di Tintin fu scelto il boy scout quindicenne Lucien Pepermans.