Utente:Filippo-26-03-1994/Sandbox

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Cimitero Ebraico di Venezia
Confessione religiosaEbraica
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàVenezia
LuogoLido di Venezia
Costruzione
Periodo costruzioneXIV secolo
Data apertura1389
Data chiusura1774
Data riaperturaFine XIX secolo

Cimitero Ebraico di Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Significato[modifica | modifica wikitesto]

Nella cultura ebraica il cimitero non è un luogo di mera sofferenza, o di culto, ma si tratta di un luogo che dà all'uomo la possibilità di pensare alla propria vita trascorsa e di come vivere al meglio quella che gli resta prima della morte.

Il cimitero è sacro, non soltanto in quanto luogo di culto, ma in quanto eterna scuola di vita, di riflessioni alla vita.

La stessa parola cimitero, nella tradizione ebraica è chiamato "Bet Ha-Chjim" ovvero Casa della vita.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza della comunità ebraica in Laguna può essere fatta risalire intorno all’anno 1000 fino alla prima metà del XIII secolo, precisamente fino al 1254 anno in cui era stata proibita loro, attraverso un decreto del Maggior Consiglio, ogni attività di prestatori di denaro nonché il divieto di risiedere in città[1].

Solamente dopo la guerra di Chioggia (1378-1381), in seguito ad ingenti perdite economiche, per dare nuova spinta all'economia della repubblica, fu permesso loro il rientro in città e la liberalizzazione delle loro attività commerciali e finanziarie.

Tra le prime necessità che si presentarono, vi fu quella di esigere un terreno disponibile da destinare alla sepoltura; sotto il dogado di Antonio Venier, si autorizzò la Magistratura del Piovego a concedere alla “Universitas Judeorum” un terreno isolato, di circa 6000 metri quadrati, lontano dal centro abitato delle isole di Venezia.

Questo luogo venne stabilito nella parte settentrionale dell’isola del Lido; isola che all’epoca presentava un piccolissimo centro abitato nell’estremità opposta dell’isola (Malamocco) e da una comunità, vicina in questo caso, al futuro terreno cimiteriale, di monaci benedettini del monastero di San Nicolò. Quest’ultimi, da subito, furono in ostilità con i vicini, (seppur si trattasse solo di tombe) al punto da intraprendere un’azione legale contro il Magistrato del Piovego che durò per tre anni, risolta la quale,le prime sepolture ebbero inizio nell’anno 1389.[2]

Seppur la zona preposta per le sepolture si trovasse in un’area isolata, molte furono le azioni di vandalismo subite, tanto da spingere l’Università degli Ebrei a chiedere alla Magistratura del Piovego il permesso di poter costruire una recinzione intorno all’area cimiteriale. Nel corso dei decenni successi, l’area si ampliò grazie a contratti enfiteutici (gli ebrei non potevano possedere beni immobili) appartenenti al vicino monastero benedettino, arrivando così nel 1641 alla sua massima espansione. Purtroppo trovandosi il cimitero vicino alla bocca di porto, l’area era spesso soggetta al passaggio non curante delle truppe e, particolarmente in tempi di guerra, i dintorni e parte dell’area destinata alle sepolture erano occupati da accampamenti. Una volta tornata la quiete, molte lapidi erano danneggiate e sposate dal luogo originale di fissione il che rendeva difficile i loro riposizionamento originario.[3]

Nell’anno 1715 il cimitero subì grossi danni e perdite causate dalle costruzioni delle nuove fortificazioni difensive del Forte di San Nicolò. L’area era fortemente danneggiata e sempre più disordinata, al punto che nel 1774 la repubblica concesse una nuova area di sepoltura, (circa di 3500 metri quadrati), più interna all’isola, lontana sia dalla precedente area cimiteriale antestante la laguna, sia dall’area di interesse militare.

Da questo momento questo spazio divenne il nuovo luogo di sepoltura, quello che oggi è conosciuto come “Cimitero Nuovo”, sostituendo definitivamente il “vecchio” ed originale luogo di sepoltura.

Quello che restava dell’ormai antico cimitero era un terreno di lapidi abbandonate ed in rovina, immerso in una vegetazione palustre e non curata quasi spettrale, al punto da divenire una sorta di meta romantica per molti poeti e letterati che giunsero in visita a Venezia nel corso dell'Ottocento (si pensi a Goethe, Byron, Percy Shelly, Giovanni Prati, per ricordarne alcuni).[4]

Fine 800 primi 900[modifica | modifica wikitesto]

Sul finire del XIX secolo, l’isola del Lido divenne ben presto uno dei luoghi di villeggiatura più in vista di tutta Europa. Con il sorgere dei primi stabilimenti balneari e grandi alberghi, sorse, proprio in prossimità dell’antico cimitero, un tiro a segno noto come “Tiro a Segno Nazionale”. La realizzazione dello stabile del 1925 portò, da una parte alla luce moltissime lapidi andate perdute, dall’altra ridusse ulteriormente il territorio dell’antico cimitero.[3]

Per cercare di risanare e tutelare quello che rimaneva  dell’antico cimitero, l’area venne protetta da un alto muro di mattoni, con un cancello antistante la laguna su cui era riportata una scritta “ANTICO CIMITERO ISRAELITICO”. L’intera area fu “risitemata”: la vegetazione venne curata e molte delle lapidi del luogo vennero risistemate ed allineate per dare un ordine più armonico al tutto (senza tenere minimamente conto della struttura delle lapidi, né della corrispondenza delle lapide con le tombe sottostanti!).

Nel 1929, in seguito alla creazione della strada lungo la laguna, (strada che poi diverrà la “Riviera di San Nicolò”),  il muro e l’ingresso del cimitero vennero spostati verso l’interno dell’isola di 17 metri, riducendone ulteriormente le dimensioni.

Dalla fine degli anni Venti ed in particolare dal 1938 con la promulgazione delle Leggi Razziali, il cimitero cadde nuovamente in rovina; di quell’originale cimitero di fine XIV secolo ne restava circa solo una metà (3000 metri quadrati) entro il quale numerosissime lapidi e sarcofagi erano stati ammassati, sommersi nel terreno acquitrinoso e dalla vegetazione selvaggia, destinati all'oblio.[5]


Recupero[modifica | modifica wikitesto]

Dopo una sessantina d'anni, solo nel 1993  su volontà della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici nonché da finanziamenti privati, incominciano i primi lavori di recupero dell’area e del successivo restauro delle lapidi.

La parte più interna dell’antico cimitero venne allargata andando ad occupare la confinante area del “Cimitero Nuovo” mai utilizzata fino a quel momento; spazio che venne destinato a nuove lapidi ed a parti di lapidi restaurate, posizionate lungo il muro intero del cimitero.

Quello che possiamo visitare oggi, parlando dell’Antico Cimitero non è altro che una piccolissima parte superstite dell’originale luogo di sepoltura, importantissimo e preziosissimo non solo per la sua valenza storico/artistica, ma quale testimonianza tangibile della presenza della comunità ebraica nella laguna a partire dal XIV secolo.[3]

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Le innumerevoli lapidi e sarcofagi accatastati nel cimitero presentavano una quadro molto complesso per quanto concerne il loro stato di mantenimento.

Tutti i reperti vennero ripuliti e ricollocati a seconda delle dimensioni di ognuno. Le lapidi vennero disposte verticalmente in un'area aperta e soleggiata, per limitare i futuri e naturali danni dovuti alle aggressioni biologiche.

Quel che restava dei coperchi degli antichi sarcofagi, una volta ripuliti e ricomposti (qualora fu possibile), vennero infine posizionati orizzontalmente nella loro posizione ordinaria su appositi basamenti in cemento dai quali erano stati isolati da una lastra di piombo.

Altre lapidi, frammentate a pezzi, sono state ripulite e ricomposte utilizzando delle resine epossidica a media densità (operazione che purtroppo non è stata possibile per tutte le lapidi o parti di lapidi ritrovate).

I reperti meglio recuperati, non potendo essere conficcati nuovamente nel terreno, sono stati disposti sulle pareti delle mura interne del cimitero, fissati con dei ganci in acciaio inossidabile (per evitare futuri deterioramenti a contatto con i sali presenti nella muratura).[4] [3]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

- Beccato Carla, Hertzberg Benjamin, L'antico cimitero ebraico di San Nicolò di Lido

- Candian Paolo, L'antico cimitero ebraico del lido nei contratti tra la comunità Ebraica ed il monastero benedettino di San Nicolò

- Concina Ennio, Calabi Donatella, Camerino Ugo, La città degli ebrei: il ghetto di Venezia: architettura e urbanistica

- Italia: Soprintendenza per i beni Artistici e Storici di Venezia, Venezia ebraica: il restauro dell'antico cimitero del Lido

- Luzzato Aldo, La comunità ebraica di Venezia ed il suo antico cimitero

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) E. Concina, D. Calabi e U. Camerino, La città degli ebrei: il ghetto di Venezia: architettura e urbanistica, venezia, 1991, p. 20-25, ISBN 8831754890, OCLC 797935752, SBN RAV0165912 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  2. ^ L'antico cimitero ebraico del lido nei contratti tra la comunità ebraica ed il monastero benedettino di san Nicolò, 1991, p. 109-139, SBN VEA1027106 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  3. ^ a b c d Italia: Soprintendenza per i beni Artistici e Storici, Venezia ebraica: il restauro dell'antico cimitero del lido, Milano, Electa, 1999 [1999], ISBN 8843567942, SBN RAV0656650 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  4. ^ a b Luzzato Aldo, La comunità ebraica di Venezia ed il suo antico cimitero, Milano, 2000, ISBN 8870504964, OCLC 797583673, SBN VEA0121401 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  5. ^ Carla Boccato e Hertzberg Benjamin, L'antico cimitero ebraico di S.Nicolò di Lido, Roma, 1980, SBN VEA0125785 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).