Utente:Federica Zenga/Beriberi

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Le prime descrizioni scritte della carenza di tiamina provengono dall'antica Cina nel contesto della medicina cinese . Una delle prime è di Ge Hong nel suo libro intitolato Zhou hou bei ji fang (Manuale di Prescrizioni per le Emergenze) scritto durante il III secolo . Hong chiamava la malattia con il nome jiao qi, che può essere interpretato come " foot qi piede" ovvero un disturbo medico. Egli ha descritto i sintomi includendo gonfiore, debolezza e intorpidimento dei piedi. Ha anche riconosciuto che la malattia potrebbe essere mortale e ha affermato che poteva essere curata mangiando determinati alimenti come la soia fermentata nel vino.Chao Yuanfang (vissuto tra il 550-630) nel suo libro Zhu bing yuan hou lun (Trattato sulle Cause e i Sintomi delle Malattie) [1] [2] e Sun Simiao ( 581–682) nel suo libro Bei ji qian jin yao fang (Prescrizioni da Mille Pezzi d'Oro per le Emergenze) ci forniscono esempi più noti delle prime descrizioni della "foot qi". [3] [4] [5]

Verso la fine del XIX secolo, il beriberi è stato studiato da Takaki Kanehiro, un medico giapponese di formazione britannica della Marina imperiale giapponese . [6] Il beriberi era un problema serio per la marina giapponese: i marinai si ammalavano in media quattro volte l'anno nel periodo che va dal 1878 al 1881 e il 35% erano casi di beriberi. Nel 1883, Takaki venne a sapere di un'incidenza altissima di beriberi tra i cadetti in missione di addestramento dal Giappone alle Hawaii, passando per la Nuova Zelanda e il Sud America. La navigazione durò più di nove mesi e provocò 169 casi di malattia e 25 morti su una nave di 376 uomini. Grazie al sostegno della Marina giapponese, egli condusse un esperimento in cui un'altra nave fu schierata sulla stessa rotta, tranne per il fatto che il suo equipaggio venne nutrito con una dieta a base di carne, pesce, orzo, riso e fagioli. Al termine della navigazione, questo equipaggio aveva solo 14 casi di beriberi e nessun decesso. Questo convinse Takaki e la Marina giapponese che l'alimentazione ne era la causa. Nel 1884, Takaki osservò che il beriberi era diffuso tra i membri di equipaggi di basso rango a cui veniva spesso fornito riso gratis e quindi mangiavano poco altro, ma non tra gli equipaggi delle marine occidentali, né tra gli ufficiali giapponesi che consumavano una dieta più varia.

Nel 1897, Christiaan Eijkman, medico e patologo olandese, dimostrò che il beriberi è causato da una alimentazione povera e scoprì che dare ai polli riso grezzo (invece della varietà brillata) aiutava a prevenire il beriberi. L'anno successivo Sir Frederick Hopkins postulò che alcuni alimenti contenessero "fattori accessori" - oltre a proteine, carboidrati, grassi e sale - necessari per le funzioni del corpo umano. [7] Nel 1901, Gerrit Grijns, medico olandese e assistente di Christiaan Eijkman nei Paesi Bassi, interpretò correttamente il beriberi come una sindrome da carenza, [8] e tra il 1910 e il 1913 Edward Bright Vedder stabilì che un estratto di crusca di riso è un trattamento per il beriberi .  Nel 1929, Eijkman e Hopkins ricevettero il Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina per le loro scoperte.

L'origine della parola è incerta, anche se secondo l' Oxford English Dictionary, il termine "beriberi" deriva da una frase singalese che significa "debole, debole" o "non ce la faccio, non ce la faccio", la parola è duplicata per enfatizzare il concetto [9]. Altri hanno ipotizzato che derivi dall'hindi, dall'arabo e da poche altre lingue, con molti significati come "debolezza", "marinaio" e persino "pecora". Tali origini suggerite sono state elencate da Heinrich Botho Scheube tra gli altri. Edward Vedder ha scritto nel suo libro Beriberi (1913) che "è impossibile risalire definitivamente all'origine della parola beriberi". La parola berbere fu usata per iscritto almeno fin dal 1568 da Diogo do Couto, quando descrisse la carenza in India. [10]

"Kakke", che è un sinonimo giapponese di carenza di tiamina, deriva dal modo in cui si pronuncia la parola "jiao qi" in Giappone. [11] "Jiao qi" è una parola antica usata in medicina cinese per indicare il beriberi. [1] Si suppone che il termine "kakke" sia entrato nel linguaggio giapponese tra il VI e l'VIII secolo.

Poiché la maggior parte dei mangimi utilizzati nelle diete avicole contengono quantità sufficienti di vitamine per soddisfare le esigenze di questa specie, le carenze di questa vitamina non si verificano con le diete commerciali. Questo era, almeno, il parere negli anni '60. [12]

I polli maturi mostrano dei segni tre settimane dopo essere stati nutriti con una dieta carente. Nei pulcini appena nati, possono comparire prima delle due settimane di età. L'insorgenza è improvvisa nei pulcini. Si riscontrano anoressia e andatura instabile. Successivamente, si manifestano segni locomotori, a cominciare da un'apparente paralisi del flessore delle dita dei piedi. La posizione caratteristica è detta "osservazione delle stelle", ovvero un pulcino "seduto sui garretti e con la testa in opistotono ".

La risposta alla somministrazione della vitamina è piuttosto rapida e si verifica poche ore dopo. [13] [14]

La poliencefalomalacia (PEM) è il disturbo da carenza di tiamina più comune nei giovani animali ruminanti e non ruminanti. I sintomi della PEM includono diarrea abbondante, ma transitoria, svogliatezza, movimenti circolari, posizione da osservazione delle stelle (iperestensione cervicale) o opistotono (testa tirata indietro sul collo) e tremori muscolari. [15] La causa più comune è l'alimentazione ad alto contenuto di carboidrati, che porta alla crescita eccessiva di batteri produttori di tiaminasi, ma sono anche possibili l'ingestione alimentare di tiaminasi (per esempio nella felce grigia) o anche l'inibizione dell'assorbimento della tiamina mediante un'elevata assunzione di zolfo. [16] Un'altra causa di PEM è l'infezione da Clostridium sporogenes o Bacillus aneurinolyticus. Questi batteri producono tiaminasi che causeranno una carenza acuta di tiamina nell'animale colpito. [17]

I serpenti che consumano una dieta composta in gran parte da pesci rossi e pesciolini alimentatori sono suscettibili di sviluppare carenza di tiamina. Questo è spesso un problema osservato in cattività quando si tengono serpenti giarrettiera e serpenti a nastro che vengono nutriti con una dieta esclusiva per pesci rossi, poiché questi pesci contengono tiaminasi, un enzima che scompone la tiamina. [18]

La carenza di tiamina è stata identificata come la causa di una malattia paralitica che colpisce gli uccelli selvatici nell'area del Mar Baltico risalente al 1982. [19] In questa condizione si ha difficoltà a mantenere le ali piegate lungo i fianchi del corpo a riposo, perdita della capacità di volo e di voce, con eventuale paralisi delle ali e delle gambe e morte. Colpisce principalmente gli uccelli di 0,5-1 kg come il gabbiano reale ( Larus argentatus ), lo storno comune ( Sturnus vulgaris ) e l' edredone comune ( Somateria mollissima ). Le ricerche hanno osservato: "Poiché le specie studiate ricoprono una vasta gamma di nicchie ecologiche e posizioni nella catena alimentare, siamo aperti alla possibilità che anche altre classi animali possano soffrire di carenza di tiamina". p. 12006

Nelle contee di Blekinge e Skåne (la Svezia più meridionale), sono state osservate morie di diverse specie di uccelli, in particolare il gabbiano reale europeo, dall'inizio degli anni 2000. Più recentemente, sembrano essere colpite delle specie di altre classi. Viene segnalata un'elevata mortalità del salmone ( Salmo salar ) nel fiume Mörrumsån e mammiferi come l' Eurasian Elk ( Alces alces ) sono morti in un numero stranamente alto. La carenza di tiamina è il denominatore comune in cui viene eseguita l'analisi. Nell'aprile 2012, il Consiglio di amministrazione della Contea di Blekinge ha ritenuto la situazione così allarmante che ha chiesto al governo svedese di avviare un'indagine più approfondita. [20]

  1. ^ a b HA Smith, p. 26-28
  2. ^ CA Benedict, Forgotten Disease: Illnesses Transformed in Chinese Medicine by Hilary A. Smith (review), in Bulletin of the History of Medicine, vol. 92, n. 3, 25 ottobre 2018, pp. 550–551, DOI:10.1353/bhm.2018.0059, ISSN 1086-3176 (WC · ACNP).
  3. ^ HA Smith, p. 44
  4. ^ shen-nong.com, http://www.shen-nong.com/eng/history/suitang.html. URL consultato l'11 luglio 2017.
  5. ^ itmonline.org, http://www.itmonline.org/arts/sunsimiao.htm. URL consultato il 15 giugno 2007.
  6. ^ Yoshinori Itokawa, Kanehiro Takaki (1849–1920): A Biographical Sketch, in Journal of Nutrition, vol. 106, n. 5, 1976, pp. 581–8, DOI:10.1093/jn/106.5.581, PMID 772183.
  7. ^ http://nobelprize.org/educational_games/medicine/vitamin_b1/eijkman.html.
  8. ^ G. Grijns, Over polyneuritis gallinarum, in Geneeskundig Tijdschrift voor Nederlandsch-Indie, vol. 43, 1901, pp. 3–110.
  9. ^ Oxford English Dictionary: "Beri-beri ... a Cingalese word, f. beri weakness, the reduplication being intensive ...", page 203, 1937
  10. ^ HA Smith, p. 118-119
  11. ^ HA Smith, p. 149
  12. ^ Merck Veterinary Manual, ed 1967, pp 1440-1441.
  13. ^ R.E. Austic and M.L. Scott, Nutritional deficiency diseases, in Diseases of poultry, ed. by M.S. Hofstad, Iowa State University Press, Ames, Iowa, USA ISBN 0-8138-0430-2, p. 50.
  14. ^ The disease is described more carefully here: merckvetmanual.com Archiviato il 22 dicembre 2008 in Internet Archive.
  15. ^ National Research Council. 1996. Nutrient Requirements of Beef Cattle, Seventh Revised Ed. Washington, D.C.: National Academy Press.
  16. ^ Polioencephalomalacia: Introduction Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive., Merck Veterinary Manual
  17. ^ Polioencephalomacia: Introduction Archiviato il 28 maggio 2010 in Internet Archive., "ACES Publications"
  18. ^ researchgate.net, https://www.researchgate.net/publication/264981292. URL consultato il 13 settembre 2017.
  19. ^ L Balk, PA Hägerroth e G Akerman, Wild birds of declining European species are dying from a thiamine deficiency syndrome, in Proc Natl Acad Sci U S A, vol. 106, n. 29, 2009, pp. 12001–12006, Bibcode:2009PNAS..10612001B, DOI:10.1073/pnas.0902903106, PMID 19597145.
  20. ^ Länsstyrelsen Blekinge län, 2012-04-15 500-1380-13 Förhöjd dödlighet hos fågel, lax og älg (PDF), 2013 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2013).