Utente:Carlotta Boco/Sandbox

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Coai di Borghetto
Stato
Regione  Trentino-Alto Adige
Province  Trento
Comuni Avio
Altitudine250-270 m s.l.m.
Altri nomiGrotte di Borghetto

Coai di Borghetto, dette anche Grotte di Borghetto, sono dei ripari o grotte fortificate naturali primitive utilizzate come strutture di difesa.


Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nella Bassa Vallagarina presso il comune di Avio, vicino al confine con la provincia di Verona, la valle rappresenta da sempre una via d'accesso delle Alpi Centro orientali. L’ultimo tratto della Valle dell'Adige, fino allo sfocio in pianura, prende il nome dell’area in oggetto che segna il suo inizio ad Ala e termina a Borghetto. I ripari sono individuabili a Se di Borghetto, presso le pendici a Nord del gruppo montuoso di Cima Rocca Pia, sulla sinistra idrografica del fiume Adige. In tutta la Vallagarina sono presenti molteplici ritrovamenti di epoca romana: necropoli per la sepoltura e riduzione in cenere della salma, manufatti di diverse tipologie, resti di edifici e monete.[1]

La Grotta di Borghetto, non ha una storia vera e propria come fortificazione. La ricostruzione di questa grotta si basa su due fonti: la prima sull’esame delle strutture rimaste e la seconda sui materiali. Molti dei reperti ritrovati è di tipo metallico, si rifa a pochi pezzi di vasi. La grotta è parte integrante di una serie di ripari situati alla base delle pendici settentrionali della Cima Rocca Pia (1051 m s.l.m.). La Grotta di Borghetto diventava in caso di guerra antimurale del Castello di Sabbionara. La fortificazione non è l'unica esistente sulla sinistra dell’Adige, posta ai confini con il territorio veronese; essa faceva parte del sistema difensivo incernierato sulla rocchetta del Dos del Maton. Probabilmente in tempo di pace, la Grotta di Borghetto poteva svolgere il ruolo di dogana nel tratto adiacente al confine con il territorio veronese.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le Grotte del Borghetto sono ripari sotto roccia o grotte fortificate, dette anche "cóveli", sono originali grotte naturali adibite a strutture difensive, offrono inoltre numerosi vantaggi, uno dei quali è l'abbondante presenza di materie prime, utilizzabili per l'eventuale organizzazione di alloggi e Il sistema di difesa del rifugio stesso ha i suoi vantaggi anche nella sua organizzazione. I Coai di Borghetto sono tre, disposti in ordine da sud a nord-ovest. La numerosa vegetazione presente intorno alla grotta fortificata rende difficile la visione del sito dal fondovalle, ma allo stesso tempo tutta la zona inferiore è facilmente ispezionabile dalla grotta. All'interno del rifugio sono stati rinvenuti molti reperti e, grazie a questi ritrovamenti da parte degli studiosi, sappiamo che l'uso di questo rifugio risale ai secoli XIII secolo e XIV secolo, ma non si possono escludere una frequentazione più antica.

I tre ripari sono disposti in sequenza, uno dopo l'altro, estendendosi da sud a nord, con un'altitudine media tra i 250-280 metri sopra al livello del mare: il primo riparo è roccioso, e per questo non è possibile trovarvi riparo; il secondo, invece, ha un un sottoroccia più ampio che permette il ripararo. L’acceso principale del sito si trova a Sud, con un dislivello di una decina di metri dal sentiero. Lo spazio interno è un piano più o meno regolare che può offrire ospitalità a molte persone, inoltre, sul confine Nord, contro la roccia, si trova acqua di sorgente perenne. Il versante sud del riparo è sbarrato da una parte rocciosa che lo separa dal primo riparo con un dislivello di alcuni metri. Il terzo riparo o grotta di Borghetto è una cavità naturale con una profondità massima di 7,5 m, larga all’imboccatura 10 m, avente un’altezza media di 8 m. Il sentiero che raggiunge la caverna risale lungo la forma incavata della roccia e a causa di folta vegetazione che cresce sulla ripida scarpata va ad oscurare la visuale dal fondovalle verso il riparo, però, da qui, era possibile controllare tutta l’area sottostante molto agevolmente.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elisa Possenti, APSAT 5 : castra, castelli e domus murate : corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo : schede 2, Società archeologica padana, 2013, ISBN 978-88-87115-80-2, OCLC 898674152.
  2. ^ Remo Carli e Tullio Pasquali, Notizie preliminari sulle ricerche effettuate nel 1994 in località Coai di Borghetto e Dos Del Maton, in Annali museo civico di Rovereto 12/1996..
  3. ^ Elisa Possenti, APSAT 5 : castra, castelli e domus murate : corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo : schede 2, Società archeologica padana, 2013, ISBN 978-88-87115-80-2, OCLC 898674152.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. Nebbia, Castrum Brentonicum, in Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia (a cura di), APSAT 5. CASTRA, CASTELLI E DOMUS MURATE Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 2, Mantova, SAP, 2013, p. 50.
  • Remo Carli e Tullio Pasquali, Notizie preliminari sulle ricerche effettuate nel 1994 in località Coai di Borghetto e Dos Del Maton, in Annali muso civico di Rovereto 12/1996.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]