Utente:Actormusicus/Inno gay

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Un inno gay (in inglese gay anthem) è un brano musicale associato alla cultura gay e identificato per tale dai suoi stessi interpreti o dal pubblico. Tipicamente in voga nei drag show dei locali gay statunitensi e del mondo, come anche nelle parate del Pride, i brani indicati come inni gay sono numerosi e presentano temi, caratteri e stili che riflettono gli ideali del movimento di liberazione omosessuale.[1]

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene si ravvisino dei precedenti storici (uno dei primi esempi è considerato il brano Das lila Lied composto da Mischa Spoliansky su testo di Kurt Schwabach nel 1920[2][3]), gli inni gay si legano spesso al genere disco che, nato negli anni 1970 in concomitanza con lo sviluppo delle istituzioni associative omosessuali negli Stati Uniti, si è mantenuto popolare nella cultura gay per effetto di questa correlazione storica.[1][4]

Dal punto di vista tematico, i testi richiamano spesso esperienze comuni ritenute in grado di incentivare la solidarietà e di forgiare l'identità collettiva gay e lesbica.[1]

I testi degli inni gay possono infatti trattare storie d'amore, di solitudine, di abusi e ingiustizie, brani che spronano l'ascoltatore a ignorare le preoccupazioni e divertirsi o che inneggiano la femminilità o la mascolinità o descrivere terre promesse in cui tutti rispettano il prossimo.


Frequente è l'attribuzione della qualifica di inno gay anche a brani resi popolari dalle cosiddette disco divas (cantanti afroamericane molto popolari tra gli appassionati di disco music) come Gloria Gaynor e Donna Summer, in quanto tendenti a veicolare valori di liberazione sessuale, sicurezza e orgoglio di sé, che aderiscono agli ideali della comunità gay e tendono a ribaltare il lungo stigma sociale intorno all'omosessualità.[1][5][6][7]

Caratteri[modifica | modifica wikitesto]

In genere i brani considerati "inni gay" rivendicano i diritti delle persone appartenenti alla comunità LGBT trattano i temi della perseveranza, la forza interiore, l'accettazione di sé, l'orgoglio e il senso di unità.[8] Nel libro Queer vengono riportate le caratteristiche che distinguono quelli che vengono definiti "inni gay".[8][9]

  • Brani interpretati da divas afroamericane dalla voce potente (big-voiced divas) che hanno un grande seguito tra gli omosessuali. Ne è un esempio Gloria Gaynor.
  • Tracce nelle quali delle persone diventano più forti dopo aver sofferto le pene d'amore. Un brano di questo tipo è I Will Survive della sopracitata Gloria Gaynor.
  • Brani nei quali si insegna alle persone che si sentono sole a vivere in comunità. In questo genere di brani dai temi solidali si vuole insegnare loro che esistono altre persone che hanno gli stessi problemi. In questo genere di inni gay rientra We Are Family delle Sister Sledge.
  • Brani che spronano l'ascoltatore a festeggiare e smettere di preoccuparsi. Holiday di Madonna rientra in questa categoria.
  • Canzoni che parlano della paura di guadagnare la libertà e l'autostima o di diventare belli. Rientra in questo filone la versione di Greatest Love of All di Whitney Houston.
  • Brani che celebrano la natura sessuale degli uomini o delle donne superando le barriere della vergogna e del pudore. It's Raining Men delle Weather Girls appartiene a questo genere di canzoni.
  • Tracce che parlano di accoglienti terre promesse in cui si vive nel nome dell'accettazione e nel senso di appartenenza e di speranza. Somewhere del musical West Side Story è un esempio di questo filone.
  • Brani musicali che trattano i temi dell'abuso e dell'ingiustizia e di essere riusciti a sopravvivere a tali esperienze traumatiche per poterle raccontare. In questo tipo di categoria rientra Maybe This Time dal film Cabaret.
  • Brani musicali che insegnano a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà in amore anche se sembrano insormontabili.
  • Canzoni che inneggiano a vivere la propria vita audacemente senza pensare a ciò che gli altri si aspetterebbero da noi. Tra gli inni LGBT che appartengono a questa categoria vi è I'm Coming Out di Diana Ross.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kaminski-Taylor, pp. 58-59.
  2. ^ (EN) Dean Vuletic, Postwar Europe and the Eurovision Song Contest, Londra-New York, Bloomsbury Academic, 2018, p. 78, ISBN 978-1-4742-7626-9. URL consultato il 21 ottobre 2023.
  3. ^ (EN) David Bret, Greta Garbo: A Divine Star, Biteback, 2012, ISBN 978-1-84954-353-8. URL consultato il 21 ottobre 2023.
  4. ^ disco-music, in Enciclopedia dei ragazzi, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004-2006.
  5. ^ (EN) Simon Gage, Lisa Richards, Howard Wilmot, Queer, Thunder's Mouth Press, 2002, pp. 26-7.
  6. ^ (FR) Hymne gay, de quoi on parle ?, su hiersoiraparis.com. URL consultato il 31 luglio 2023.
  7. ^ (EN) Lady Gaga's Born This Way: Gay Anthems and Girl Power, su forbes.com. URL consultato il 31 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2020).
  8. ^ a b (EN) Lady Gaga's Born This Way: Gay Anthems and Girl Power, su forbes.com. URL consultato l'11 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2020).
  9. ^ (EN) Simon Gage, Lisa Richards, Howard Wilmot, Queer, Thunder's Mouth Press, 2002, pp. 26-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]