Unione per il Progresso Nazionale

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Unione per il Progresso Nazionale
(RN) Umugambwe w'abatasigana
(FR) Union pour le progrès national
LeaderLouis Rwagasore
PresidenteBonaventure Niyoyankana
StatoBandiera del Burundi Burundi
SedeBujumbura
AbbreviazioneUPRONA
Fondazione1958
IdeologiaNazionalismo
indipendentismo
Seggi Assemblée nationale
1 / 121
(2020)
Seggi Sénat
2 / 43
(2015)

L'Unione per il Progresso Nazionale (in kirundi: Umugambwe w'abatasigana; in francese: Union pour le progrès national - UPRONA) è un partito politico del Burundi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione[modifica | modifica wikitesto]

L'UPRONA venne fondato in clandestinità nel settembre 1958 dal principe Louis Rwagasore, figlio del re Mwambutsa Bangiricenge, Pierre Ngendandumwe e Thaddée Siryuyumunsi con la partecipazione di Paul Mirerekano. Nel gennaio del 1960 esce dalla clandestinità ed inizia l'attività politica.
È nato come partito populista, nazionalista, indipendentista, transtribale.
Sotto la guida carismatica di Louis Rwagasore, è riuscito a raccogliere tra le sue file le diverse componenti moderniste della società burundese: i piccoli commercianti, gli "arabisés", la piccola borghesia, gli insegnanti ed in genere i cosiddetti "évolués" come venivano chiamati all'epoca i progressisti.
Non era un partito etnico, anzi, tutte le componenti del paese vi avevano accesso: gli stessi collaboratori del principe erano bahutu. Rwagasore si preoccupava di dare istanza anche ai capi baganwa dei due clan, bezi e batare, ma i batare preferirono sostenere il conservatore PCD rivale. Nell'UPRONA quindi si potevano trovare attorno ai nobili bezi, tutti quelli che, sia bahutu che batutsi, consideravano il regime coloniale come un ostacolo allo sviluppo del paese.
Nel marzo 1960 si svolge il primo congresso. Con forza si pretende la fine del colonialismo belga e l'indipendenza del Burundi iniziando un'azione di boicottaggio dell'economia belga. Il motto del partito è : "Imana, Umwami, Uburundi" (Dio, Re, Burundi). È ancora un partito monarchico, il re è visto come garante dell'unità di tutti i barundi.
In questo periodo "progressista", l'Uprona tiene contatti col partito TANU di Julius Nyerere in Tanzania e col Mouvement National Congolais (MNC) di Patrice Lumumba in Congo. Ma l'amministrazione coloniale considera Rwagasore una persona teleguidata da Mosca e preferisce appoggiare il conservatore PDC.

Prime elezioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel dicembre 1960 partecipa alle elezioni comunali, ma Rwagasore è tenuto in reclusione e non può partecipare alla campagna elettorale. L'UPRONA non otterrà un buon piazzamento. La vittoria viene ottenuta dal PDC.
Ma il 18 settembre 1961 si svolgono le elezioni politiche sotto la supervisione dell'ONU. L'UPRONA ottiene l'80% dei voti, il fronte comune, di cui fa parte il PDC il 20%. 58 seggi contro 6. Il re insieme all'amministrazione coloniale sono costretti ad accettare i risultati. Ma questa vittoria è stata una scelta logica del popolo burundese: rappresenta infatti la vittoria del re e quella di suo figlio Rwagasore contro i colonialisti e contro il clan dei batare. Gli elettori hanno voluto esprimere il loro sentimento tradizionale di sottomissione alla famiglia reale e del desiderio di unità della nazione.
Il 28 settembre 1961, Thaddée Siryuyumusi viene eletto presidente dell'Assemblea legislativa e Rwagasore viene incaricato di formare il nuovo governo che dovrà preparare il paese all'indipendenza. Il 29 settembre viene nominato Primo ministro. Pierre Ngendandumwe è vice primo ministro e ministro delle finanze.

Assassinio di Rwagasore[modifica | modifica wikitesto]

Ma venerdì 13 ottobre 1961 Louis Rwagasore viene assassinato. I responsabili sono i dirigenti del PDC che hanno armato la mano di un sicario.
Il sogno si infrange. Questo assassino è l'inizio di una deriva che porterà a breve alla divisione dell'UPRONA e dall'altra farà scoppiare la bomba del conflitto etnico.

Il dopo Rwagasore[modifica | modifica wikitesto]

Privato del proprio presidente carismatico, l'UPRONA non riesce a trovare un centro unificatore e subito si divide in due correnti conflittuali: da una parte l'ala "moderata" chiamata gruppo di Monrovia, pro occidentale e composta quasi esclusivamente da personalità hutu, dall'altra l'ala "progressista" detta gruppo di Casablanca, inizialmente pro cinese e quasi esclusivamente composta da tutsi.
Come successore alla presidenza del consiglio, il re nominò il proprio genero, il principe André Muhirwa del clan batare. Il naturale successore, il vice primo ministro di Rwagasore Pierre Ngendandumwe fu scartato perché hutu. Il governo era composto da 3 hutu e 7 tutsi.
Sotto questo governo venne creata la Jeunesse nationaliste Rwagasore (JNR), un movimento giovanile armato e integrato al partito. I responsabili del massacro di Kamenge del gennaio 1962 di quattro sindacalisti hutu del PP sono da ricercare tra le file di questo movimento, così come l'uccisione del borgomastro di Muramba Mathias Miburo (venne interrato vivo).

Il 30 giugno 1962 l'assassino di Louis Rwagasore venne fucilato.
Il giorno dopo, il 1º luglio 1962 il Burundi è indipendente.

Si svolse anche un congresso del partito il 14 settembre a Muramvya per l'elezione del presidente. La volontà di Rwagasore era di affidarla a Paul Mirerekano e nessuno non aveva mai contestato questa decisione. I radicali tutsi (André Muhirwa, Jean Ntiruhwama, Albin Nyamoya, Pierre Ngunzu) riuscirono ad impedire fisicamente l'arrivo al congresso delle delegazioni sostenitrici di Mirerekano. Risultò eletto Joseph Bamina, un hutu "devoto". Quando Mirerekano e Siryuyumunsi rifiutarono di sedere al comitato centrale del partito vennero accusati di seminare la discordia e di fomentare il razzismo.

Il 25 marzo 1963 André Muhirwa fa imprigionare Thaddée Siryuyumunsi, di origine tutsi ma amico di Rwagasore e di appartenenza al gruppo Monrovia, presidente dell'assemblea nazionale, a dispetto della sua immunità parlamentare. Fatto scarcerare dal re il 1º maggio, l'assemblea approvò una mozione di censura che fece cadere il governo. Il re non poté sottrarsi a nominare l'hutu Pierre Ngendandumwe il 18 giugno 1963. Il suo governo era composto da 13 membri: 7 tutsi e 6 hutu, ma non durò un anno. Infatti sotto pressione di manifestazioni della JNR, i cui membri erano stati condannati a morte per il massacro di Kamenge, il re lo destituisce e nomina Albin Nyamoya che non riceverà mai l'investitura dell'assemblea nazionale.
Ma anche questo governo non dura e gli eventi precipitano sempre più. Era un governo di parte tutsi, aveva instaurato un vero e proprio regime del terrore: gli assassini di Kamenge erano stati graziati, anche il primo vescovo hutu, monsignor Gabriel Gahimbare, veniva ucciso a Kirundo il 13 dicembre 1964. Dopo una visita in Cina, anche Nyamoya viene destituito e la JNR viene dichiarata illegale. Pierre Ngendandumwe riceve di nuovo l'incarico, ma il 15 gennaio 1965, poche ore dopo aver presentato il nuovo governo all'Assemblea Nazionale (era composto di 9 tutsi e 6 hutu), viene assassinato davanti alla clinica "Prince Louis Rwagasore": aveva fatto visita alla moglie che aveva appena partorito il terzo figlio.

Elezioni del 1965[modifica | modifica wikitesto]

Gli estremisti tutsi imposero un loro uomo: il presidente dell'UPRONA Joseph Bamina, ma il re anticipa le elezioni legislative previste per settembre.
Le elezioni si svolsero il 10 maggio 1965: l'UPRONA ottenne la maggioranza dei seggi, 21 deputati su 33 e 12 senatori su 16, ma questo risultato, al posto di donare stabilità al paese, sarà causa di maggiori tensioni. Infatti il re e i suoi consiglieri, rifiutano il verdetto delle elezioni: lo scrutinio aveva sì dichiarato la vittoria dell'UPRONA, ma anche degli hutu (23 deputati su 33 e 10 senatori su 16), cosa inaccettabile. L'incarico viene quindi affidato al principe Léopold Bihumugani (alias Biha), cugino del re e personaggio "al di sopra delle parti" intanto che la costituzione viene sospesa.

La repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo i fatti dell'ottobre 1965, la fuga del re, l'incoronazione di Ntare Ndizeye, il 28 novembre 1966, il capitano Michel Micombero prende il potere con un colpo di Stato, proclama la fine del regno e l'inizio della repubblica e si autonomina Presidente. Assume anche la presidenza dell'UPRONA che sarà il partito unico e il pilastro della dittatura militare, tutti gli altri sono stati messi al bando, fino alle elezioni del 1993.

Solo il 30 aprile 2003 Pierre Buyoya, nuovo presidente dell'UPRONA, ha ceduto finalmente il potere al Domitien Ndayizeye leader del Front pour la Démocratie au Burundi, espressione della maggioranza Hutu.

Alle elezioni legislative del 2005 il partito ha raccolto il 7,2% dei consensi conquistando 15 dei 118 seggi parlamentari.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
Legislative 2010 251.751 11,06
17 / 106
Legislative 2015 71.189 3,09
2 / 121
Generali 2020 108.865 2,54
1 / 121
Elezione Candidato Voti % Esito
Presidenziali 2015 I° turno Gerard Nduwayo 60.380 2,28 ❌ Non eletto
Generali 2020 I°turno Gaston Sindimwo 73.353 1,70 ❌ Non eletto

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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