Una macchia rosa

Una macchia rosa
Lingua originale	italiano
Paese di produzione	Italia
Anno	1970
Durata	98 min
Genere	drammatico
Regia	Enzo Muzii
Soggetto	Enzo Muzii
Sceneggiatura	Tommaso Chiaretti, Enzo Muzii, Ludovica Ripa di Meana
Produttore	Anna Muzii
Casa di produzione	Fraia Film
Distribuzione in italiano	INC-Ital Noleggio Cinematografico
Fotografia	Luciano Tovoli
Montaggio	Gerardo Bortolan
Musiche	Shawn Phillips
Scenografia	Carlo Leva
Interpreti e personaggi
	Giancarlo Giannini: Giancarlo; Valeria Moriconi: Valeria, sorella di Giancarlo; Ginevra Benini: Mary detta 'fiore'; Orchidea De Santis: Nadia; Stefanella Giovannini: Gabry; Carlo Leva: scenografo sul set; Harold Null: zio di Giancarlo; Ivan Ricci: Ivan; Leopoldo Trieste: attore sul set; Delia Boccardo: Livia; Enzo Muzii (non accreditato): regista sul set;

Una macchia rosa è un film del 1970 diretto da Enzo Muzii.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo si riferisce all'immagine di un cadavere sul Gange (una macchia rosa su fondo azzurro) che Giancarlo, documentarista, ha fissato su pellicola durante un viaggio in India. Tornato a Roma insieme alla figlia di un amico, Mary detta "Fiore", progetta un documentario su quel che ha visto nel suo viaggio. Riprende i suoi rapporti e trascorre la notte insieme a Livia. Dopo la notte, con Livia sarà crisi, in un primo momento quando egli la lascia alla guida dell'automobile andandosene a piedi per uscire da un ingorgo e in un momento successivo in cui è lei a lasciarlo per un'incomprensione. Si trova con il suo gruppo di collaboratrici e collaboratori che fanno a pezzi le sue fotografie e con i quali litiga proprio per questo motivo. Incontra la sorella che, al di là di un'apparente spregiudicatezza rivela un profondo dolore che egli non riesce a capire. Collabora con un montatore al suo documentario. Si incontra con lo zio, poi con un amico, Ivan, con il quale condivide soprattutto delle nuotate in cui viene coinvolta anche la loro amica Gabry. Come fotografo di scena partecipa alla realizzazione di un film, "La vestaglia di Beirut" in cui una donna tormenta un uomo legato a un calorifero mangiandogli un gelato davanti agli occhi. Rimane con Nadia per un po' e poi ritorna da Fiore, l'unica che probabilmente riesce a capire il suo disagio. Viene raggiunto da una telefonata che riguarda la sorella.