Tomba di Fadilla

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Tomba di Fadilla
CiviltàRomani
UtilizzoIpogeo
Epocafine II secolo, inizio III secolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComuneRoma
Scavi
Data scoperta1924
Amministrazione
Visitabile
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°57′51.47″N 12°29′18.58″E / 41.964297°N 12.488494°E41.964297; 12.488494

La tomba di Fadilla è un ipogeo di epoca romana ubicato lungo la Via Flaminia a Roma, a Grottarossa: viene così chiamata in quanto ospitava le spoglie di Fadilla, quasi certamente una nobildonna appartenente alla famiglia degli Antonini[1] oppure una schiava.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La tomba venne edificata tra la fine del II e l'inizio del III secolo[1], durante l'età imperiale, lungo la Via Flaminia[2], poco distante dalla tomba dei Nasoni. Venne ritrovata nel 1924 nei pressi della fattoria appartenente ai Casali Molinaro: l'anno successivo gli archeologi scoprirono alcuni reperti che lasciano intendere che nel luogo poteva sorgere una villa; non è noto se la tomba fosse in qualche modo collegata alla residenza[3]. Dopo un restauro di circa quindici anni, dal costo di circa quarantamila euro[4], l'ipogeo è stato riaperto il 22 settembre 2018 in occasione delle giornate europee del patrimonio[1].

La tomba, che originariamente aveva una facciata, andata perduta, dalle forme di un tempio[5] è scavata nel tufo e si presenta in un unico ambiente con soffitto a volta: il pavimento è a mosaico con tessere in bianco e nero disposte a forme geometriche, con al centro la raffigurazione di un uccello che poggia su un ramo[3]. Lungo tre pareti si apre un arcosolio, ognuno contenente una coppia di sepolture poste sotto il piano della pavimentazione: in particolare, nell'arcosolio centrale, sono affrescati due pavoni che tramite il becco reggono una benda a cui è legata una corona[3]; tra le altre pitture[6] si riscontrano geni alati, personificazioni delle stagioni e volti di fanciulli[1]. Un'iscrizione nel muro riporta il nome di Fadilla, posta da parte del marito.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Francesca Grego, Dopo 15 anni riaprono i Mausolei di Saxa Rubra, su arte.it. URL consultato il 20 settembre 2018.
  2. ^ Touring Club Italiano 2004.
  3. ^ a b c Tomba di Fadilla, su parchilazio.it. URL consultato il 20 settembre 2018.
  4. ^ Riaprono i Mausolei di Saxa Rubra, su adnkronos.com. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  5. ^ Francesco Gargaglia, La tomba dei Nasoni: un gioiello a due passi da Corso Francia, su vignaclarablog.it. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  6. ^ Touring Club Italiano 2007, p. 773.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]