Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld: differenze tra le versioni

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Nel marzo 1861, venne operata ad un braccio per togliere un'ulcera ma l'intervento le provocò una grave infezione. La figlia Vittoria rimase con lei fino all'ultimo e successivamente la pianse disperatamente per settimane, ritirandosi nelle sue stanze senza voler vedere nessuno.
Nel marzo 1861, venne operata ad un braccio per togliere un'ulcera ma l'intervento le provocò una grave infezione. La figlia Vittoria rimase con lei fino all'ultimo e successivamente la pianse disperatamente per settimane, ritirandosi nelle sue stanze senza voler vedere nessuno.


== Bibligrafia ==
== Bibliografia ==
*Carolly Erickson. ''La piccola regina''. Milano, Oscar Mondadori, 2001. ISBN 88-04-48655-4
*Carolly Erickson. ''La piccola regina''. Milano, Oscar Mondadori, 2001. ISBN 88-04-48655-4
*Sono state prese altre informazioni dalla corrispondente voce nella Wikipedia in lingua inglese
<!--*Sono state prese altre informazioni dalla corrispondente voce nella Wikipedia in lingua inglese-->


==Altri progetti==
==Altri progetti==

Versione delle 12:03, 10 giu 2010

Vittoria, duchessa di Kent con la figlia Vittoria

Vittoria Sassonia-Coburgo-Saalfeld (17 agosto 178616 marzo 1861) era la settima figlia di Francesco Federico Antonio (1750-1806) duca di Sassonia-Coburgo-Saalfeld e di Augusta di Ebersdorf e Lobenstein (1757-1831).

Matrimonio

Primo matrimonio

Sposò nel 1803 Emilio Carlo di Leiningen, già vedovo di Enrichetta di Ebersdorf, che era zia di Vittoria.
Dal matrimonio nacquero due figli:

Secondo matrimonio

Rimasta vedova, nel 1818 sposò il principe Edoardo Augusto, duca del Kent (17671820). Dal breve matrimonio nacque una figlia:

Ben presto rimase vedova anche del secondo marito. Pur essendo madre di un membro della famiglia reale, sia lei che la figlia Vittoria vissero senza rendite e sull'orlo della rovina. Giorgio IV del Regno Unito aveva un rapporto distaccato con il fratello e quasi ostile nei confronti della nipote e della cognata.

Vedovanza

Invece di risparmiare, Vittoria si sentiva in dovere di dare sia a lei che alla figlia una certa apparenza benestante in quanto la bambina era la terza legittima erede al trono. Anzi la piccola rappresentava la sua unica fonte di ricchezza e mezzo di garanzia per i numerosi debitori. Era quindi importante per lei che la figlia non sfigurasse nei salotti e ricevesse un'educazione aristocratica, inoltre stava attenta che non si ammalasse. La bambina crebbe quindi in una campana di vetro.

Edoardo Augusto, in punto di morte, aveva affidato moglie e figlia all'amico, nonché amministratore delle finanze famigliari, John Conroy, il quale si offrì di garantire i prestiti della vedova. Tra i due ne nacque un contratto secondo cui appena Drina fosse diventata regina, la duchessa lo avrebbe ricompensato generosamente. Qualcuno suppone che dietro il patto ci fosse anche un rapporto sentimentale, comunque sia tra i due si instaurò un legame così intimo che Conroy prendeva ogni decisione, non soltanto finanziaria, che riguardasse la famiglia del defunto Edoardo. Anni dopo, la regina Vittoria avrebbe ricordato con odio, nei suoi diari, quell'uomo che tiranneggiava su di lei e sfruttava l'ingenuità della madre per accaparrarsi ricchezze.

Quando salì al trono Guglielmo IV, che insieme alla moglie Adelaide aveva sempre trattato con gentilezza la cognata vedova, Vittoria, spinta da Conroy, gli inviò un' aggressiva lettera in cui pretendeva per sé e per la figlia una propria servitù, una generosa rendita e una residenza più confacente ad una principessa. Ciò provocò attriti e risentimenti, anche perché la Duchessa iniziò a inviare anche ai ministri lettere di richieste sempre più improbabili.

La principessa Vittoria non desiderava altro che arrivasse il giorno in cui sarebbe salita al trono per liberarsi di Conroy e anche della madre, che accusava essere una perfida approfittatrice. Quando arrivò, così accadde: allontanò il primo e ridusse al minimo i contatti con la seconda.

La Duchessa, relegata in una piccola suite lontana dalle stanze della figlia, iniziò a lamentarsi, offesa nella sua dignità, e spedì pungenti lettere alla figlia pretendendo per sé e per Conroy ricchezze e considerazione.

I rapporti tra madre e figlia migliorarono solo quando la regina si sposò con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, nipote della Duchessa, ed ebbe figli. Comprese quindi le difficoltà che la madre aveva dovuto affrontare. Tra suocera e genero i rapporti erano comunque buoni, essendo i soli tedeschi all'interno di una corte tutta inglese.

Vecchiaia

La duchessa Vittoria, a parte l'artrosi e la continua sonnolenza, poté vivere da regina soltanto con la vecchiaia. Viveva a Clarence House e a Windsor aveva a disposizione Frogmore House. Conroy non era ormai più il suo mediocre amministratore ma si vergognava a far vedere a quello nuovo i registri contabili passati.

Dopo la morte di Conroy, nel 1854, Vittoria scrisse alla figlia una sentita lettere di scuse per come si sia lasciata ingannare da quell'uomo. La lettera ebbe un tale effetto sulla regina che si impegnò a mantenere la famiglia del defunto.

Morte

Man mano che la malattia dell'anziana Vittoria si aggravava, nasceva nella regina un senso di affettuosa compassione.

Nel marzo 1861, venne operata ad un braccio per togliere un'ulcera ma l'intervento le provocò una grave infezione. La figlia Vittoria rimase con lei fino all'ultimo e successivamente la pianse disperatamente per settimane, ritirandosi nelle sue stanze senza voler vedere nessuno.

Bibliografia

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