La storia infinita (film): differenze tra le versioni

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Terminando quando Bastian salva Fantàsia dal Nulla, il film perde il significato principale del romanzo, ovvero il percorso interiore di Bastian, e punta invece sull'importanza dei sogni e sul pericolo di perderli.
Terminando quando Bastian salva Fantàsia dal Nulla, il film perde il significato principale del romanzo, ovvero il percorso interiore di Bastian, e punta invece sull'importanza dei sogni e sul pericolo di perderli.
C'è una frase detta dal padre di Bastian all'inizio del film: "Basta fantasticare e affronta la realtà!" Tutti i bambini prima o poi si sono sentiti dire così. Affrontare la realtà, ma la realtà che Bastian affronta pochi attimi dopo è tra le più terribili per un bambino, quella di non essere accettati, ed essere presi in giro dai compagni di scuola è cosa abbastanza comune. Dover affrontare ogni giorno la realtà esterna, la realtà scolastica spesso frustante fa venire facilmente voglia di evadere. I bambini a differenza degli adulti possono farlo senza difficoltà, basta chiudere gli occhi e sognare. Per questa ragione, sin dall'esordio il bambino sente che la problematica del film lo tocca molto da vicino e quindi partecipa con attenzione.
C'è una frase detta dal padre di Bastian all'inizio del film: "Basta fantasticare e affronta la realtà!" Tutti i bambini prima o poi si sono sentiti dire così. Affrontare la realtà, ma la realtà che Bastian affronta pochi attimi dopo è tra le più terribili per un bambino, quella di non essere accettati, ed essere presi in giro dai compagni di scuola è cosa abbastanza comune. Dover affrontare ogni giorno la realtà esterna, la realtà scolastica spesso frustrante fa venire facilmente voglia di evadere. I bambini a differenza degli adulti possono farlo senza difficoltà, basta chiudere gli occhi e sognare. Per questa ragione, sin dall'esordio il bambino sente che la problematica del film lo tocca molto da vicino e quindi partecipa con attenzione.


Mentre nel romanzo Coriandoli non parla assolutamente di cosa sia la Storia Infinita, e Bastian viene misteriosamente attratto dal libro (perché i libri erano la sua passione), questa frase vuole incuriosire lo spettatore per il libro in quanto tale, un po' quello che [[Ende]] aveva fatto con la veste grafica del suo romanzo.
Mentre nel romanzo Coriandoli non parla assolutamente di cosa sia la Storia Infinita, e Bastian viene misteriosamente attratto dal libro (perché i libri erano la sua passione), questa frase vuole incuriosire lo spettatore per il libro in quanto tale, un po' quello che [[Ende]] aveva fatto con la veste grafica del suo romanzo.

Versione delle 18:45, 22 set 2008

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi La storia infinita.
{{{titolo italiano}}}
Durata102'
Rapporto2,35:1
Regia{{{regista}}}
Logo ufficiale del film

La storia infinita è un film fantastico del 1984 diretto dal regista Wolfgang Petersen tratto dal romanzo omonimo di Michael Ende.

Il film ha avuto due sequel nel 1990 e nel 1994.

Trama

Bastian, un bambino bruno e magrolino, saluta il padre prima di andare a scuola, sottolineando il fatto che questi da quando è morta la mamma non si accorge più di lui. Per strada incontra tre ragazzini che iniziano a prenderlo in giro, lo inseguono fino a farlo cadere in un bidone dell'immondizia. Bastian pensando che se ne siano andati esce dal bidone, ma i tre sono ancora lì ad aspettarlo, inizia quindi a scappare, ed entra nella prima porta che gli capita.

Si ritrova in un negozio di antiquariato, ci sono vecchi libri dappertutto, e seduto su una poltrona c'è un uomo anziano che lo accoglie molto bruscamente. Bastian si sente offeso dalle affermazioni sui bambini davvero poco lusinghiere fatte dal signore, e si difende dicendo che lui è un avido lettore. Si dimostra subito molto interessato allo strano volume che il padrone della libreria tiene in mano: La storia infinita. Appena il libro resta incustodito, Bastian lo afferra e scappa via, lasciando però un biglietto che dice: "Don't worry I'll return your book" ("Non si preoccupi, le restituirò il libro").

Bastian col libro sotto la giacca arriva a scuola di corsa, ma è in ritardo, sbirciando dentro l'aula scopre che c'è un compito in classe, decide allora di nascondersi nella soffitta della scuola. Qui Bastian si prepara un piccolo giaciglio e inizia avidamente a leggere il suo libro. Egli è quindi il narratore della storia che ci viene rappresentata, e più volte interrompe la lettura o per commentarla o per motivi esterni come la campanella della scuola. Siamo in una foresta, dove alcune creature fantastiche si incontrano: un Mordiroccia, un Maghetto e un Omino con una lumaca.

I tre iniziano a discutere della loro missione alla Torre d'Avorio: vogliono raggiungere l'Imperatrice per parlarle del Nulla che minaccia le loro terre. Giunti alla mitica torre, dove si sono riunite diverse creature del regno di Fantàsia, il portavoce dell'Imperatrice annuncia che la stessa Infanta è gravemente malata, e che solo un giovane eroe può salvarla, un tale Atreju che è stato appunto convocato. Si presenta un giovane fanciullo che accetta il gravoso incarico e l'Auryn, il simbolo dell'Imperatrice.

Atreju in groppa al suo cavallo Artax inizia la sua ricerca per le terre di Fantàsia e contemporaneamente si materializza un lupo nero enorme che lo insegue tentando di impedirgli di compiere la sua missione. Giunto alle Paludi della tristezza Artax sprofonda vinto dallo sconforto. Disperato per la perdita, Atreju vaga alla ricerca di Morla l'essere millenario, una gigantesca tartaruga che lo indirizza alla volta dell'Oracolo del Sud che dista migliaia di miglia da lì. Atreju stanco e sconsolato sta per perdersi nelle paludi quando viene tratto in salvo da un gigantesco drago bianco.

Si risveglia tra le zampe del FortunaDrago, che risponde al nome di Falkor, e viene accolto dalle amorevoli cure di una coppia di gnomi. Scopre poi di essere in prossimità dell'oracolo. Coraggiosamente riesce a superare la prima porta delle sfingi, e davanti alla seconda porta, lo specchio dell'anima, invece di vedere il vero sé stesso con tutte le sue debolezze, vede un ragazzino che legge un libro.
L'oracolo gli rivela poi che l'unico modo di salvare l'Infanta è quello di trovarle un nuovo nome, e che solo un essere umano lo può fare.

Il Nulla avanza e l'oracolo stesso viene distrutto; Atreju e Falkor ne vengono travolti, il piccolo eroe cade dalla groppa del drago e perde il medaglione. Si ritrova solo e sulle rovine di una strana città riconosce degli affreschi che ritraggono le sue stesse avventure. Lì incontra Gmork, il lupo nero, che gli rivela che Fantàsia non ha confini perché è fatta dei sogni degli esseri umani, e che il Nulla è la dimostrazione che gli umani non sognano più, cosa auspicata dai signori del male perché è più facile assoggettare chi non ha degli ideali. Atreju riesce a sconfiggere il suo nemico e ricongiuntosi con Falkor va in cerca della Torre d'Avorio per ammettere davanti all'Imperatrice di aver fallito la missione.

Ma la sovrana sembra al contrario felice e rivela ad Atreju che egli ha adempiuto al suo compito, perché il giovane umano, che ha seguito tutte le avventure di Atreju in libro, è in realtà lì con loro.

Bastian non vuole ammettere che l'Imperatrice stia parlando di lui, e solo quando quest'ultima lo implora chiamandolo per nome, egli si convince di essere l'unico in grado di salvare Fantàsia, e si lascia trasportare dalla sua fantasìa. Preso coraggio urla il nome che era di sua madre (nome che però nella versione italiana non udiamo) per ribattezzare l'Imperatrice.

Ora si ritrova nel buio più totale di fronte all'Imperatrice, l'unica fonte di luce è un piccolo granello di sabbia che è tutto ciò che resta del vasto regno di Fantàsia. L'Imperatrice chiede a Bastian di ricreare quel mondo attraverso i suoi desideri di fanciullo, ogni cosa gli sarà permessa. Il primo desiderio di Bastian è quello di ritrovare tutte le creature di Fantàsia sane e salve, di cavalcare Falkor ed infine inseguire con il Fortunadrago i tre ragazzacci che lo perseguitavano, fino a farli cadere nel bidone dell'immondizia.


Approfondimenti

Il film La storia infinita si ispira apertamente ai kolossal americani della scuola di Lucas e Spielberg, film pieni di effetti speciali che rivoluzionarono il cinema americano creando il fenomeno dei blockbuster ovvero di titoli che incassavano da soli la somma dei profitti di tutte le altre pellicole prodotte durante l'anno. Un po' quindi per una scelta commerciale, un po' per una sorta di rivalsa del cinema europeo nei confronti di quello americano, il centro di produzioni cinematografiche tedesco Bavaria Film decise di mettere in cantiere un'opera così spettacolare da fare invidia ad Hollywood (ad esempio per gli effetti speciali fu costruito il blue screen più grande del mondo), e ci riuscì. Si pensi che La storia infinita fu il più grande incasso europeo di tutti i tempi, fatto che più tardi permise alla casa di produzione Neue Constantin, guidata dal produttore Bernd Eichinger di produrre numerose pellicole di grande successo internazionale come Il nome della rosa (1985), La casa degli spiriti (1993), Il senso di Smilla per la neve (1997), e al regista Wolfgang Petersen di lavorare a Hollywood per grosse produzioni.

Destinato ad un pubblico di bambini, il film scommette tutto sulla spettacolarità delle immagini e sulla visualizzazione delle fantastiche creature che abitano il regno di Fantàsia. Come già molti critici hanno detto, il vero protagonista del film è Falkor, il famoso cagnolone volante che Michael Ende tanto detestava. Sicuramente l'espediente di utilizzare un personaggio artificiale che intenerisse e facesse facilmente breccia nel cuore e nell'immaginario dei bambini non era un'idea nuova, solo due anni prima Spielberg aveva sbancato i botteghini di tutto il mondo usando la stessa tecnica con E.T. - L'extraterrestre, quella di Petersen quindi è stata sicuramente una scelta commerciale, ma bisogna calcolare che a differenza del romanzo, il film sarebbe stato visto anche da bambini piccolissimi, bambini dai quattro anni in su, che probabilmente non sapevano ancora nemmeno leggere.

Wolfgang Petersen

Per quei bambini il significato del film di difesa della fantasia e della lettura sarebbe stato incomprensibile, ma avrebbero sicuramente apprezzato un "cagnolone" peloso come un peluche, amichevole, tenero, che dava un senso di calore e di protezione; non a caso c'è una scena in cui Atreju dorme avvolto tra le braccia del Fortunadrago: Falkor era l'amico che ogni bambino ha sempre sognato, e per di più, cosa importantissima, sapeva anche volare. Le scene del volo in groppa al drago sono di enorme valore per i bambini, sono quelle che più li colpiscono, sono in pratica la realizzazione dei loro più grandi desideri.

Tutto ciò dimostra ulteriormente il target infantile della pellicola, e forse gli adulti non potranno mai capirne a pieno la grandezza e vedranno solo una piccola favola simpatica con degli effetti speciali, che è infatti quello che vide Ende, ma un bambino invece avrà vissuto il film come un'esperienza magica ed indimenticabile.

Terminando quando Bastian salva Fantàsia dal Nulla, il film perde il significato principale del romanzo, ovvero il percorso interiore di Bastian, e punta invece sull'importanza dei sogni e sul pericolo di perderli. C'è una frase detta dal padre di Bastian all'inizio del film: "Basta fantasticare e affronta la realtà!" Tutti i bambini prima o poi si sono sentiti dire così. Affrontare la realtà, ma la realtà che Bastian affronta pochi attimi dopo è tra le più terribili per un bambino, quella di non essere accettati, ed essere presi in giro dai compagni di scuola è cosa abbastanza comune. Dover affrontare ogni giorno la realtà esterna, la realtà scolastica spesso frustrante fa venire facilmente voglia di evadere. I bambini a differenza degli adulti possono farlo senza difficoltà, basta chiudere gli occhi e sognare. Per questa ragione, sin dall'esordio il bambino sente che la problematica del film lo tocca molto da vicino e quindi partecipa con attenzione.

Mentre nel romanzo Coriandoli non parla assolutamente di cosa sia la Storia Infinita, e Bastian viene misteriosamente attratto dal libro (perché i libri erano la sua passione), questa frase vuole incuriosire lo spettatore per il libro in quanto tale, un po' quello che Ende aveva fatto con la veste grafica del suo romanzo. Nell'ultima scena si scopre che il viaggio di Atreju aveva avuto come unico scopo quello di avvincere Bastian per trasportarlo con l'immaginazione nel regno di Fantàsia, da qui il film acquista maggiore spessore, e anche gli adulti sono soddisfatti anche se solo per aver fatto vedere il film ai loro figli.

Nel momento in cui Bastian si lascia andare totalmente al richiamo della fantasia egli acquista il potere di costruire con i suoi desideri una nuova realtà, l'immaginazione è necessaria alla creatività, e nel pubblico si muove qualcosa, è il climax finale, dove riside la massima attenzione dello spettatore.

Colonna sonora

Il musicista Klaus Doldinger

Le musiche per il film furono composte da Klaus Doldinger del gruppo jazz tedesco Passport in collaborazione con l'italiano Giorgio Moroder. Moroder scrisse assieme a Keith Forsey la canzone del titolo che venne interpretata da Limahl, leader del gruppo Kajagoogoo.

Del tema principale sono state fatte diverse cover da artisti quali The Birthday Massacre, Creamy, Dragonland, New Found Glory, Trick or Treat e dal violinista e cantante Omar Lopez.

La hit di Limahl venne lanciata nel 1984 e subitò si piazzò al 4º posto delle classifiche in Inghilterra e al 6º negli USA.

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