Chiesa di Sant'Agostino (Cremona): differenze tra le versioni

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La '''chiesa di Sant'Agostino''' è un [[culto|luogo di culto]] [[chiesa cattolica|cattolico]] di [[Cremona]], situato sulla piazza omonima.
La '''chiesa di Sant'Agostino''' è un [[culto|luogo di culto]] [[chiesa cattolica|cattolico]] di [[Cremona]], situato sulla piazza omonima.
== Storia ==
== Storia ==
Già dal [[XIII secolo]] è documentata la presenza di frari [[Giambonini|eremitati]] dell'ordine [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] in un atto dove un certo Enrico Rossi vendeva al priore del convento fra Giovanni, un terreno presso la chiesa di San Fabiano in data 2 maggio 1249. La posizione, anche se periferica, indica la presenza di una comunità eremitana in data precedente la bolla papale ''Licet Ecclesiae Catholicae'' di [[papa Alessandro IV]] del 9 aprile 1256. A questo primo nucleo fu concesso l'uso della chiesa preesistente intitolata ai santi Tommaso e Giacomo nella zona della braida<ref>In dialetto la braida è la zona periferica dove si trovano gli orti cittadini</ref> e dal 1366 il vescovo Ugolino degli Ardengheri concesse la sua demolizione per la riedificazione di un edificio più ampio.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=5-FEJNSzLmQC&pg=PA57&lpg=PA57&dq=Teodosio+Guarneri&source=bl&ots=0GbtB_KA2M&sig=ACfU3U03POjmIiV_EOQkMuHorXdTocoHCQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwib4ZurrK7hAhUq-YUKHf-MBRwQ6AEwAHoECAgQAQ#v=onepage&q=Teodosio%20Guarneri&f=true|titolo=Memorie storiche della città di Cremona|autore=Lorenzo Manini|editore=Tipografia F.lli Manini|anno=1820|p=57}}</ref> Nel 1261 fu posta la prima pietra della nuova costruzione con l'autorizzazione del vescovo [[Cacciaconte da Somma]]. Nel secolo successivo, tra il 1339 e il 1340, i frati ormai ben inseriti nel contesto urbano, ebbero l'autorizzazione di demolire l'edificio e di edificarne uno maggiore, come da atto dell'11 febbraio 1371: ''unam ecclesia noviter fabricatam e di un capitulum noviter constructum''.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/conventi/monasteri/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Convento di Sant'Agostino a Cremona|editore=Associazione storico culturale sant'Agostino|accesso=1º aprile 2019}}</ref>
Già dal [[XIII secolo]] è documentata la presenza di frari [[Giambonini|eremitati]] dell'ordine [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] in un atto dove un certo Enrico Rossi vendeva al priore del convento fra Giovanni, un terreno presso la chiesa di San Fabiano in data 2 maggio 1249. La posizione, anche se periferica, indica la presenza di una comunità eremitana in data precedente la bolla papale ''Licet Ecclesiae Catholicae'' di [[papa Alessandro IV]] del 9 aprile 1256. A questo primo nucleo fu concesso l'uso della chiesa preesistente intitolata ai santi Tommaso e Giacomo nella zona della braida<ref>In dialetto la ''braida'' è la zona periferica dove si trovano gli orti cittadini</ref> e dal 1366 il vescovo Ugolino degli Ardengheri concesse la sua demolizione per la riedificazione di un edificio più ampio.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=5-FEJNSzLmQC&pg=PA57&lpg=PA57&dq=Teodosio+Guarneri&source=bl&ots=0GbtB_KA2M&sig=ACfU3U03POjmIiV_EOQkMuHorXdTocoHCQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwib4ZurrK7hAhUq-YUKHf-MBRwQ6AEwAHoECAgQAQ#v=onepage&q=Teodosio%20Guarneri&f=true|titolo=Memorie storiche della città di Cremona|autore=Lorenzo Manini|editore=Tipografia F.lli Manini|anno=1820|p=57}}</ref> Nel 1261 fu posta la prima pietra della nuova costruzione con l'autorizzazione del vescovo [[Cacciaconte da Somma]]. Nel secolo successivo, tra il 1339 e il 1340, i frati ormai ben inseriti nel contesto urbano, ebbero l'autorizzazione di demolire l'edificio e di edificarne uno maggiore, come da atto dell'11 febbraio 1371: ''unam ecclesia noviter fabricatam e di un capitulum noviter constructum''.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/conventi/monasteri/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Convento di Sant'Agostino a Cremona|editore=Associazione storico culturale sant'Agostino|accesso=1º aprile 2019}}</ref>
[[File:Bonifacio-bembo-bianca-maria-sforza-sant&#039;agostino-1462.jpg|sinistra|thumb|Bonifacio Bembo- ritratto di Bianca Maria Visconti]]
[[File:Bonifacio-bembo-bianca-maria-sforza-sant&#039;agostino-1462.jpg|sinistra|thumb|Bonifacio Bembo- ritratto di Bianca Maria Visconti]]
=== La Congregazione dell'osservanza di Lombardia ===
=== La Congregazione dell'osservanza di Lombardia ===
Nel 1449 il convento passò alla Congregazione dell'Osservanza di Lombardia istituita da [[Gian Rocco Porzi]]<ref>{{cita web|url=http://historiaaugustiniana.net/circoscrizione/204|titolo=Congregazione di Lombardia|editore=historiaaugustiniana|accesso=1º aprile 2019}}</ref> anche grazie alle volontà di [[Bianca Maria Visconti]] e [[Francesco Sforza]] che avevano dato un nuovo vigore alla città. I due coniugi avevano stabilito il patronato sull'altare delle sante Crisante e Daria della chiesa agostiniana, e numerose altre famiglie avevano elargito doni per la costruzione di altari e cappelle, tra questi nel 1447, Giovanna Cavalcabò, figlia di Ugolino marchese di Viadana, aveva contribuito al restauro dell'altare dell'Annunciazione edificato su volontà del padre nel 1399 ma danneggiao durante la guerra con i Visconti<ref>{{cita libro|autore=A. Gamberini|titolo=Cremona nel Quattrocento.
Nel 1449 il convento passò alla Congregazione dell'Osservanza di Lombardia istituita da [[Gian Rocco Porzi]]<ref>{{cita web|url=http://historiaaugustiniana.net/circoscrizione/204|titolo=Congregazione di Lombardia|editore=historiaaugustiniana|accesso=1º aprile 2019}}</ref> anche grazie alle volontà di [[Bianca Maria Visconti]] e [[Francesco Sforza]] che avevano dato un nuovo vigore alla città. I due coniugi avevano stabilito il patronato sull'altare delle sante Crisante e Daria della chiesa agostiniana, e numerose altre famiglie avevano elargito doni per la costruzione di altari e cappelle; tra questi, nel 1447, Giovanna Cavalcabò, figlia di Ugolino marchese di Viadana, aveva contribuito al restauro dell'altare dell'Annunciazione edificato su volontà del padre nel 1399 ma danneggiato durante la guerra con i Visconti<ref>{{cita libro|autore=A. Gamberini|titolo=Cremona nel Quattrocento.
La vicenda politica e istituzionale, in Storia di Cremona. Il Quattrocento, Cremona nel Ducato di Milano|città=Azzano san Paolo|anno=2008|p=26}}</ref>.
La vicenda politica e istituzionale, in Storia di Cremona. Il Quattrocento, Cremona nel Ducato di Milano|città=Azzano san Paolo|anno=2008|p=26}}</ref>.


La comunità viveva un periodo di degrado spirituale per questo il priore fra Agostino de Cauciis impose con fervore le nuove regole più severe della congregazione. Ma la cosa non piacque a tutti i frati. In particolare due di loro, aveva programmato di uccidere il priore e di occultarne il corpo e un giorno dell'estate del 1449, mentre fra Agostino usciva dalla chiesa per recarsi nel chiostro con due nipoti fu raggiunto dai due confratelli che muniti di un grosso bastone (''sudis magna et grossa'') lo colpirono violentemente al capo ripeturamente, e successivamente colpirono anche i due nipoti, uno al capo e il secondo ferito all'addome con un coltello. Questi riuscì a salvarsi testimoniando gli eventi. Bianca Maria Visconti che era protettrice dell'Osservanza, scrisse al priore generale frate [[Giuliano Falciglia]] da Salemi che invitò l'8 ottobre del medesimo anno a Cremona [[Giorgio Laccioli]]. Il frate fece il suo ingresso il giorno di Ognissanti con frate Gabriele Attendolo, fratello di Francesco Sforza, e dopo aver ripristinato l'oridne ll'interno del convento, nominò nuovo piore Quieto de Crema. Questi fatti sono stati raccontati dal frate [[Agostino Cazzuli]] nel ''Origo Congregationis Lombardie'' e da [[Benigno Peri]] nel ''Primordia Congregationis Lombardie Observantium fratrum Eremitarum Sancti Augustini'', entrambi i testi facevano parte della grande bibliogafia del [[Chiesa di Sant'Agostino (Bergamo)|convento agostiniano orobico]], sono conservati presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]] di [[Bergamo]].<ref>{{cita libro|autore=Chittò Elisa|titolo=Il Liber Synodalium e la Nota ecclesiarum della diocesi di Cremona (1385-1400)|in=Materiali di storia ecclesiastica lombarda|editore=Edizione dei manoscritti e repertorio delle istituzioni ecclesiastiche|p=164-165}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ogliopo.laprovinciacr.it/news/cultura/123211/Il-priore-di-Sant-Agostino-fu.html|titolo=Il priore di Sant’Agostino fu atteso fuori dalla chiesa e massacrato dai confratelli insieme ai due nipoti|autore=Elisa Chittò|editore=La Provincia Cremona|accesso=2 aprile 2019}}</ref>
La comunità viveva un periodo di degrado spirituale per questo il priore fra Agostino de Cauciis impose con fervore le nuove regole più severe della congregazione. Ma la cosa non piacque a tutti i frati. In particolare, due di loro avevano programmato di uccidere il priore e di occultarne il corpo e un giorno dell'estate del 1449, mentre fra Agostino usciva dalla chiesa per recarsi nel chiostro con due nipoti, fu raggiunto dai due confratelli che muniti di un grosso bastone (''sudis magna et grossa'') lo colpirono violentemente al capo ripetutamente, e successivamente colpirono anche uno dei due nipoti al capo, mentre il secondo fu ferito all'addome con un coltello. Questi riuscì a salvarsi testimoniando gli eventi. Bianca Maria Visconti, che era protettrice dell'Osservanza, scrisse al priore generale frate [[Giuliano Falciglia]] da Salemi che invitò l'8 ottobre del medesimo anno a Cremona [[Giorgio Laccioli]]. Il frate fece il suo ingresso il giorno di Ognissanti con frate Gabriele Attendolo, fratello di Francesco Sforza, e dopo aver ripristinato l'ordine all'interno del convento, nominò nuovo priore Quieto de Crema. Questi fatti sono stati raccontati dal frate [[Agostino Cazzuli]] nell'''Origo Congregationis Lombardie'' e da [[Benigno Peri]] nel ''Primordia Congregationis Lombardie Observantium fratrum Eremitarum Sancti Augustini''; entrambi i testi, che facevano parte della grande bibliografia del [[Chiesa di Sant'Agostino (Bergamo)|convento agostiniano orobico]], sono conservati presso la [[Biblioteca civica Angelo Mai]] di [[Bergamo]].<ref>{{cita libro|autore=Chittò Elisa|titolo=Il Liber Synodalium e la Nota ecclesiarum della diocesi di Cremona (1385-1400)|in=Materiali di storia ecclesiastica lombarda|editore=Edizione dei manoscritti e repertorio delle istituzioni ecclesiastiche|p=164-165}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ogliopo.laprovinciacr.it/news/cultura/123211/Il-priore-di-Sant-Agostino-fu.html|titolo=Il priore di Sant’Agostino fu atteso fuori dalla chiesa e massacrato dai confratelli insieme ai due nipoti|autore=Elisa Chittò|editore=La Provincia Cremona|accesso=2 aprile 2019}}</ref>
[[File:S. Augostino, Cremona, Lomardy, Italy - panoramio.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Agostino-lato sinistro]]
[[File:S. Augostino, Cremona, Lomardy, Italy - panoramio.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Agostino-lato sinistro]]


== Descrizione ==
== Descrizione ==
La chiesa costruita tra gli anni 1339 e 1445 aveva una facciata ad una [[Cuspide (architettura)|cuspide]], due chiostri, e la libreria (questa realizzata tra gli anni 1461 e il 1478), due cappelle esterne, una con il patronato dei Cavalcabò risalente alla fine del XV secolo, e l'altra dei Visconti andata persa ma di cui si mantengono i ritratti dei due coniugi. L'interno con gli originali pilastri ottagolani in cotto, sono stati integrati da lesene con l'abbassamento degli archi delle campate a tutto sesto e l'aggiunta della volta centrale a botte in costituzione di quella ad archi a tutto sesto con il rifecimento del 1533.<ref name="Lombardia Beni Culturali">{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/cr080-00048/|titolo=Chiesa di Sant'Agostino|editore=Lombardia Beni Culturali|accesso=1º aprile 2019}}</ref>
La chiesa, costruita tra gli anni 1339 e 1445, aveva una facciata ad una [[Cuspide (architettura)|cuspide]], due chiostri, e la libreria (questa realizzata tra gli anni 1461 e il 1478), due cappelle esterne, una con il patronato dei Cavalcabò risalente alla fine del XV secolo, e l'altra dei Visconti andata persa ma di cui si mantengono i ritratti dei due coniugi. All'interno gli originali pilastri ottagonali in cotto sono stati integrati da lesene con l'abbassamento degli archi delle campate a tutto sesto e l'aggiunta della volta centrale a botte in sostituzione di quella ad archi a tutto sesto con il rifacimento del 1533.<ref name="Lombardia Beni Culturali">{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/cr080-00048/|titolo=Chiesa di Sant'Agostino|editore=Lombardia Beni Culturali|accesso=1º aprile 2019}}</ref>

<br>Nel suo interno la chiesa conserva molte opere d'arte di pregio tra i quali la pala del [[Perugino]]: ''[[Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni evangelista e Agostino]]'' del 1493 posta sulla navata destra.
Nel suo interno la chiesa conserva molte opere d'arte di pregio tra i quali la pala del [[Perugino]] ''[[Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni evangelista e Agostino]]'' del 1493 posta sulla navata destra.
=== Navata di sinistra ===
=== Navata di sinistra ===
La navata ha sette cappelle. La fonte battesimale presenta la pala ''Battesimo di Cristo con san Giovanni Battista'' del 1593 di [[Andrea Mainardi (pittore)|Andrea Mainardi]]. Del medesimo artista '' Madonna in Gloria con il Bambino e Santi'' del 1585, come ''Incontro di Gioacchino e Anna''. Le ancone e gli altari sono lavori dello scultore [[Giovanni Battista Natali]]. La tela ''Tentazioni di sant'Antonio abate'' è opera di [[Giovan Battista Trotti]]. L'ultimo altare espone la tela della ''Natività'' opera di Gervasio Gatti.
La navata ha sette cappelle. La fonte battesimale presenta la pala ''Battesimo di Cristo con san Giovanni Battista'' del 1593 di [[Andrea Mainardi (pittore)|Andrea Mainardi]]. Del medesimo artista ''Madonna in Gloria con il Bambino e Santi'' del 1585, come ''Incontro di Gioacchino e Anna''. Le ancone e gli altari sono lavori dello scultore [[Giovanni Battista Natali]]. La tela ''Tentazioni di sant'Antonio abate'' è opera di [[Giovan Battista Trotti]]. L'ultimo altare espone la tela della ''Natività'' opera di Gervasio Gatti.
=== Navata di destra ===
=== Navata di destra ===
La navata comprende la cappella del Santissimo Sacramento preceduta da una ''Sacra famiglia con Giovannino'' opera di [[Giovanni Maria Zupelli]], mentre la volta conserva affreschi di Giovanni Paolo da Cemmo. La cappella espone una ''Vergine in trono con Bambino e santi'' di Andrea Mainardi, e una tela del [[Francesco Pesenti|Sabbioneta]] raffigurante l'''Adorazione dei Magi''.
La navata comprende la cappella del Santissimo Sacramento preceduta da una ''Sacra famiglia con Giovannino'' opera di [[Giovanni Maria Zupelli]], mentre la volta conserva affreschi di Giovanni Paolo da Cemmo. La cappella espone una ''Vergine in trono con Bambino e santi'' di Andrea Mainardi, e una tela del [[Francesco Pesenti|Sabbioneta]] raffigurante l'''Adorazione dei Magi''.

<br>La cappella successiva presenta l'opera di Giulio Cambi dell'''Annunciazione con sant'Anna sant'Antonio da Padova e Dio padre''. Una acquasantiera precede la cappella lavoro di [[Bonino da Campione]] del [[XIV secolo]]. Il bassorilievo raffigura la ''Madonna con Bambino e santi''.
<br>La cappella intitolata a san Nicola conserva la tela di [[Giovan Battista Natali]] rappresentante la morte del santo e molti lavori dell'artista. Inoltre vi si conserva la tomba di Giovan Battista Plesio (matematico) eseguita dallo scultore Lorenzo Trotti del 1501.<ref>{{cita libro|autore=Alessandro Nova|titolo=Aspetti della scultura a Cremona|in=ICampi e la cultura cremonese del cinqeucento|città=Milano|anno=1985}}</ref>
La cappella successiva presenta l'opera di Giulio Cambi dell'''Annunciazione con sant'Anna sant'Antonio da Padova e Dio padre''. Una acquasantiera precede la cappella lavoro di [[Bonino da Campione]] del [[XIV secolo]]. Il bassorilievo raffigura la ''Madonna con Bambino e santi''.
La cappella intitolata a san Nicola conserva la tela di [[Giovan Battista Natali]] rappresentante la morte del santo e molti lavori dell'artista. Inoltre vi si conserva la tomba di Giovan Battista Plesio (matematico) eseguita dallo scultore Lorenzo Trotti del 1501.<ref>{{cita libro|autore=Alessandro Nova|titolo=Aspetti della scultura a Cremona|in=ICampi e la cultura cremonese del cinqeucento|città=Milano|anno=1985}}</ref>

<br>Superata la cappalla Cavalcabò vi è l'ultima dedicata alle ''reliquie''. Questa conserva la tela della ''Visitazione di maria alla cugina Elisabetta'' opera di Giacomo Guerrini. La tela è posta in una ancona del [[XVI secolo]] che conserva le reliquie dei santi Tiburcio, Agrippina e Giustino Apologistam Giovanni e Facondo. Di [[Giovan Battista Trotti]] è la tela della ''Deposizione'' datata 1559, e di Giacomo Guerrini la ''Presentazione di Maria al tempio''.
Superata la cappalla Cavalcabò vi è l'ultima dedicata alle ''reliquie''. Questa conserva la tela della ''Visitazione di maria alla cugina Elisabetta'' opera di Giacomo Guerrini. La tela è posta in una ancona del [[XVI secolo]] che conserva le reliquie dei santi Tiburcio, Agrippina e Giustino Apologistam Giovanni e Facondo. Di [[Giovan Battista Trotti]] è la tela della ''Deposizione'' datata 1559, e di Giacomo Guerrini la ''Presentazione di Maria al tempio''.


=== Cappella dei Cavalcabò ===
=== Cappella dei Cavalcabò ===
La cappella fu edificata nel 1399 per volere di [[Ugolino Cavalcabò]] e intitolata alla ''Beata Vergine Maria''. Le decorazioni risalgono al 1447 per volere di Giovanna figlia del nobile che aveva donato al convento alcuni terreni e che chiedeva che i lavori di affrescatura fossero realizzati ''entro quattro o cinque anni prossimi futuri''. I lavori furono eseguiti da [[Bonifacio Bembo]] donandoci uno dei lavori più belli del Quattrocento lombardo.
La cappella fu edificata nel 1399 per volere di [[Ugolino Cavalcabò]] e intitolata alla Beata Vergine Maria. Le decorazioni risalgono al 1447 per volere di Giovanna, figlia del nobile, che aveva donato al convento alcuni terreni e che chiedeva che i lavori di affrescatura fossero realizzati ''entro quattro o cinque anni prossimi futuri''. I lavori furono eseguiti da [[Bonifacio Bembo]] donandoci uno dei lavori più belli del Quattrocento lombardo.

<br>Gli affreschi esterni rappresentano storie della vita di [[Madre di Gesù|Maria]], quale ''Mater misericordiae''. Fogure femminili rappresentano le virtù teologali e cardinali: la ''Carità'' nell'atto di allattare un bambino mentre porge pane ad un anziano, rappresenta le due fasi della dita umana nei due estremi, quelli più bisognosi di opere di carità.<ref>La Carità è tra le opere che più avvicinano i frati agostiniani al loro fondatore {{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/chiese/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Chiesa di Sant'Agotino Cremona|editore=Associazione storico culturale ant'Agostino|accesso= 2 aprile 2019}}</ref>.
Gli affreschi esterni rappresentano storie della vita di [[Madre di Gesù|Maria]], quale ''Mater misericordiae''. Figure femminili rappresentano le virtù teologali e cardinali: la ''Carità'' nell'atto di allattare un bambino mentre porge pane ad un anziano, rappresenta le due fasi della vita umana nei due estremi, quelli più bisognosi di opere di carità.<ref>La Carità è tra le opere che più avvicinano i frati agostiniani al loro fondatore {{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/chiese/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Chiesa di Sant'Agostino Cremona|editore=Associazione storico culturale Sant'Agostino|accesso= 2 aprile 2019}}</ref>.


Gli affreschi raffigurano la storia del [[Agostino d'Lippona|santo]], sia negli abiti da vescovo che da monaco o da canonico, sempre associato ad altri dottori della chiesa. A volte nell'atto di scrivere o nell'atto di tenere tra le mani una chiesa, o un cuore.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/pittori/quattrocento/bembo/bembo.html|titolo=Bonifacio Bembo|editore=Associazione storico culturale Sant'Agostino|accesso=2 aprile 2019}}</ref>
Gli affreschi raffigurano la storia del [[Agostino d'Ippona|santo]], sia negli abiti da vescovo che da monaco o da canonico, sempre associato ad altri dottori della chiesa. A volte nell'atto di scrivere o nell'atto di tenere tra le mani una chiesa, o un cuore.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/iconografia/pittori/quattrocento/bembo/bembo.html|titolo=Bonifacio Bembo|editore=Associazione storico culturale Sant'Agostino|accesso=2 aprile 2019}}</ref>


La cappella conserva anche frammenti dei ritratti di Bianca Maria Visconti e di Fransco Sforza, originariamente nella cappella ducale.
La cappella conserva anche frammenti dei ritratti di Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza, originariamente nella cappella ducale.


=== La biblioteca ===
=== La biblioteca ===
La presenza di una biblioteca risulta registrata già ricca dal [[XIV secolo]] grazie ai lasciti di famiglie e di alcuni priori tra i quali Simone da Cremona, Giovanni da Persico e Nicolino da Cremona, ma solo dal [[XVI secolo]] si provvide a costruire un luogo idoneo. Questo fu possibile grazie ai legati testamentari. Risulta un lascito del 1504 di Nicolò de Affaytati di mille e seicento lire imperiali per la costruzione di un ''fabbricando unam bibliotecam in dicto monasterio''. Nel 1591 Benigno degli Abbiati iniziò la costruzione dello studium terminato nel 1597.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/conventi/monasteri/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Convento di S.Agostino a Cremona|editore=Associazione storico culturale Sant'Agostino|accesso=2 aprile 2019}}</ref>.
La presenza di una biblioteca risulta registrata già ricca dal [[XIV secolo]] grazie ai lasciti di famiglie e di alcuni priori tra i quali Simone da Cremona, Giovanni da Persico e Nicolino da Cremona, ma solo dal [[XVI secolo]] si provvide a costruire un luogo idoneo. Questo fu possibile grazie ai legati testamentari. Risulta un lascito del 1504 di Nicolò de Affaytati di mille e seicento lire imperiali per la costruzione di un ''fabbricando unam bibliotecam in dicto monasterio''. Nel 1591 Benigno degli Abbiati iniziò la costruzione dello ''studium'' terminato nel 1597.<ref>{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/conventi/monasteri/italia/lombardia/cremona.html|titolo=Convento di S.Agostino a Cremona|editore=Associazione storico culturale Sant'Agostino|accesso=2 aprile 2019}}</ref>.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 14:08, 17 giu 2019

Chiesa di Sant'Agostino
Chiesa di Sant'Agostino
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
LocalitàCremona
IndirizzoPiazza Sant'Agostino
Coordinate45°08′06.08″N 10°01′08.7″E / 45.135021°N 10.019082°E45.135021; 10.019082
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Stile architettonicoGotico
Inizio costruzioneXV secolo
CompletamentoXX secolo

La chiesa di Sant'Agostino è un luogo di culto cattolico di Cremona, situato sulla piazza omonima.

Storia

Già dal XIII secolo è documentata la presenza di frari eremitati dell'ordine agostiniano in un atto dove un certo Enrico Rossi vendeva al priore del convento fra Giovanni, un terreno presso la chiesa di San Fabiano in data 2 maggio 1249. La posizione, anche se periferica, indica la presenza di una comunità eremitana in data precedente la bolla papale Licet Ecclesiae Catholicae di papa Alessandro IV del 9 aprile 1256. A questo primo nucleo fu concesso l'uso della chiesa preesistente intitolata ai santi Tommaso e Giacomo nella zona della braida[1] e dal 1366 il vescovo Ugolino degli Ardengheri concesse la sua demolizione per la riedificazione di un edificio più ampio.[2] Nel 1261 fu posta la prima pietra della nuova costruzione con l'autorizzazione del vescovo Cacciaconte da Somma. Nel secolo successivo, tra il 1339 e il 1340, i frati ormai ben inseriti nel contesto urbano, ebbero l'autorizzazione di demolire l'edificio e di edificarne uno maggiore, come da atto dell'11 febbraio 1371: unam ecclesia noviter fabricatam e di un capitulum noviter constructum.[3]

Bonifacio Bembo- ritratto di Bianca Maria Visconti

La Congregazione dell'osservanza di Lombardia

Nel 1449 il convento passò alla Congregazione dell'Osservanza di Lombardia istituita da Gian Rocco Porzi[4] anche grazie alle volontà di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza che avevano dato un nuovo vigore alla città. I due coniugi avevano stabilito il patronato sull'altare delle sante Crisante e Daria della chiesa agostiniana, e numerose altre famiglie avevano elargito doni per la costruzione di altari e cappelle; tra questi, nel 1447, Giovanna Cavalcabò, figlia di Ugolino marchese di Viadana, aveva contribuito al restauro dell'altare dell'Annunciazione edificato su volontà del padre nel 1399 ma danneggiato durante la guerra con i Visconti[5].

La comunità viveva un periodo di degrado spirituale per questo il priore fra Agostino de Cauciis impose con fervore le nuove regole più severe della congregazione. Ma la cosa non piacque a tutti i frati. In particolare, due di loro avevano programmato di uccidere il priore e di occultarne il corpo e un giorno dell'estate del 1449, mentre fra Agostino usciva dalla chiesa per recarsi nel chiostro con due nipoti, fu raggiunto dai due confratelli che muniti di un grosso bastone (sudis magna et grossa) lo colpirono violentemente al capo ripetutamente, e successivamente colpirono anche uno dei due nipoti al capo, mentre il secondo fu ferito all'addome con un coltello. Questi riuscì a salvarsi testimoniando gli eventi. Bianca Maria Visconti, che era protettrice dell'Osservanza, scrisse al priore generale frate Giuliano Falciglia da Salemi che invitò l'8 ottobre del medesimo anno a Cremona Giorgio Laccioli. Il frate fece il suo ingresso il giorno di Ognissanti con frate Gabriele Attendolo, fratello di Francesco Sforza, e dopo aver ripristinato l'ordine all'interno del convento, nominò nuovo priore Quieto de Crema. Questi fatti sono stati raccontati dal frate Agostino Cazzuli nell'Origo Congregationis Lombardie e da Benigno Peri nel Primordia Congregationis Lombardie Observantium fratrum Eremitarum Sancti Augustini; entrambi i testi, che facevano parte della grande bibliografia del convento agostiniano orobico, sono conservati presso la Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo.[6][7]

Chiesa di Sant'Agostino-lato sinistro

Descrizione

La chiesa, costruita tra gli anni 1339 e 1445, aveva una facciata ad una cuspide, due chiostri, e la libreria (questa realizzata tra gli anni 1461 e il 1478), due cappelle esterne, una con il patronato dei Cavalcabò risalente alla fine del XV secolo, e l'altra dei Visconti andata persa ma di cui si mantengono i ritratti dei due coniugi. All'interno gli originali pilastri ottagonali in cotto sono stati integrati da lesene con l'abbassamento degli archi delle campate a tutto sesto e l'aggiunta della volta centrale a botte in sostituzione di quella ad archi a tutto sesto con il rifacimento del 1533.[8]

Nel suo interno la chiesa conserva molte opere d'arte di pregio tra i quali la pala del Perugino Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni evangelista e Agostino del 1493 posta sulla navata destra.

Navata di sinistra

La navata ha sette cappelle. La fonte battesimale presenta la pala Battesimo di Cristo con san Giovanni Battista del 1593 di Andrea Mainardi. Del medesimo artista Madonna in Gloria con il Bambino e Santi del 1585, come Incontro di Gioacchino e Anna. Le ancone e gli altari sono lavori dello scultore Giovanni Battista Natali. La tela Tentazioni di sant'Antonio abate è opera di Giovan Battista Trotti. L'ultimo altare espone la tela della Natività opera di Gervasio Gatti.

Navata di destra

La navata comprende la cappella del Santissimo Sacramento preceduta da una Sacra famiglia con Giovannino opera di Giovanni Maria Zupelli, mentre la volta conserva affreschi di Giovanni Paolo da Cemmo. La cappella espone una Vergine in trono con Bambino e santi di Andrea Mainardi, e una tela del Sabbioneta raffigurante l'Adorazione dei Magi.

La cappella successiva presenta l'opera di Giulio Cambi dell'Annunciazione con sant'Anna sant'Antonio da Padova e Dio padre. Una acquasantiera precede la cappella lavoro di Bonino da Campione del XIV secolo. Il bassorilievo raffigura la Madonna con Bambino e santi.

La cappella intitolata a san Nicola conserva la tela di Giovan Battista Natali rappresentante la morte del santo e molti lavori dell'artista. Inoltre vi si conserva la tomba di Giovan Battista Plesio (matematico) eseguita dallo scultore Lorenzo Trotti del 1501.[9]

Superata la cappalla Cavalcabò vi è l'ultima dedicata alle reliquie. Questa conserva la tela della Visitazione di maria alla cugina Elisabetta opera di Giacomo Guerrini. La tela è posta in una ancona del XVI secolo che conserva le reliquie dei santi Tiburcio, Agrippina e Giustino Apologistam Giovanni e Facondo. Di Giovan Battista Trotti è la tela della Deposizione datata 1559, e di Giacomo Guerrini la Presentazione di Maria al tempio.

Cappella dei Cavalcabò

La cappella fu edificata nel 1399 per volere di Ugolino Cavalcabò e intitolata alla Beata Vergine Maria. Le decorazioni risalgono al 1447 per volere di Giovanna, figlia del nobile, che aveva donato al convento alcuni terreni e che chiedeva che i lavori di affrescatura fossero realizzati entro quattro o cinque anni prossimi futuri. I lavori furono eseguiti da Bonifacio Bembo donandoci uno dei lavori più belli del Quattrocento lombardo.

Gli affreschi esterni rappresentano storie della vita di Maria, quale Mater misericordiae. Figure femminili rappresentano le virtù teologali e cardinali: la Carità nell'atto di allattare un bambino mentre porge pane ad un anziano, rappresenta le due fasi della vita umana nei due estremi, quelli più bisognosi di opere di carità.[10].

Gli affreschi raffigurano la storia del santo, sia negli abiti da vescovo che da monaco o da canonico, sempre associato ad altri dottori della chiesa. A volte nell'atto di scrivere o nell'atto di tenere tra le mani una chiesa, o un cuore.[11]

La cappella conserva anche frammenti dei ritratti di Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza, originariamente nella cappella ducale.

La biblioteca

La presenza di una biblioteca risulta registrata già ricca dal XIV secolo grazie ai lasciti di famiglie e di alcuni priori tra i quali Simone da Cremona, Giovanni da Persico e Nicolino da Cremona, ma solo dal XVI secolo si provvide a costruire un luogo idoneo. Questo fu possibile grazie ai legati testamentari. Risulta un lascito del 1504 di Nicolò de Affaytati di mille e seicento lire imperiali per la costruzione di un fabbricando unam bibliotecam in dicto monasterio. Nel 1591 Benigno degli Abbiati iniziò la costruzione dello studium terminato nel 1597.[12].

Note

  1. ^ In dialetto la braida è la zona periferica dove si trovano gli orti cittadini
  2. ^ Lorenzo Manini, Memorie storiche della città di Cremona, Tipografia F.lli Manini, 1820, p. 57.
  3. ^ Convento di Sant'Agostino a Cremona, su cassiciaco.it, Associazione storico culturale sant'Agostino. URL consultato il 1º aprile 2019.
  4. ^ Congregazione di Lombardia, su historiaaugustiniana.net, historiaaugustiniana. URL consultato il 1º aprile 2019.
  5. ^ A. Gamberini, Cremona nel Quattrocento. La vicenda politica e istituzionale, in Storia di Cremona. Il Quattrocento, Cremona nel Ducato di Milano, Azzano san Paolo, 2008, p. 26.
  6. ^ Chittò Elisa, Il Liber Synodalium e la Nota ecclesiarum della diocesi di Cremona (1385-1400), Edizione dei manoscritti e repertorio delle istituzioni ecclesiastiche, p. 164-165.
  7. ^ Elisa Chittò, Il priore di Sant’Agostino fu atteso fuori dalla chiesa e massacrato dai confratelli insieme ai due nipoti, su ogliopo.laprovinciacr.it, La Provincia Cremona. URL consultato il 2 aprile 2019.
  8. ^ Chiesa di Sant'Agostino, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º aprile 2019.
  9. ^ Alessandro Nova, Aspetti della scultura a Cremona, Milano, 1985.
  10. ^ La Carità è tra le opere che più avvicinano i frati agostiniani al loro fondatore Chiesa di Sant'Agostino Cremona, su cassiciaco.it, Associazione storico culturale Sant'Agostino. URL consultato il 2 aprile 2019.
  11. ^ Bonifacio Bembo, su cassiciaco.it, Associazione storico culturale Sant'Agostino. URL consultato il 2 aprile 2019.
  12. ^ Convento di S.Agostino a Cremona, su cassiciaco.it, Associazione storico culturale Sant'Agostino. URL consultato il 2 aprile 2019.

Bibliografia

  • Ettore Signori, Cremona, Istituto Italiano di Arti Grafiche, 1928.
  • Carla Bertinelli Spotti e Maria Teresa Mantovani, Cremona, momenti di storia cittadina, Turris editrice, 1996.
  • Mario Monteverdi, La chiesa di sant'Agostino in Cremona, Ente provinciale per il turismo, 1953.
  • Maria Luisa Gatti Perer, Una rara immagine di Giorgio da Cremona, Università cattolica del Sacro Cuore, 1980.
  • Elisa Chittò, Note per la storia del convento di Sant’Agostino di Cremona e i rapporti con l’Osservanza di Lombardia (PDF), Comune di Crema.

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