Silighini

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Stemma

I Silighini sono una famiglia nobile.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione vuole che la famiglia Silighini sia discendente dal gens imperiale Cornelia del ramo Sullae e avrebbe come progenitore Lucio Cornelio Silla, console e dittatore della Repubblica romana.

Silla nell'82 a.C. si scontrò a Rimini con Mario uscendo vittorioso, da quel momento alcuni suoi discendenti figli di Cornelia Silla e del console Mamerco Emilio Lepido Liviano si sarebbero trasferiti nella Valmarecchia. Dalla “familia Sullia”[1], chiamata anche "Salua " si sarebbe formata la famiglia Sulliaghinem. Ernesto Sallia fratello di Padre Mabillone nell'862 fu nominato Conte da Papa Nicolò I per Interventu Johannes archiepiscopus Ravennatis, datum kalendis Aprilis, Anno Domini Incarnationiis DCCCCXC nello stesso documento nel quale l’Imperatrice Teofania faceva una concessione al Monastero di Farsa.[2] La famiglia Sulia era proprietaria già nel IX secolo del Fundus Sulliani come riporta il Codice bavaro. I Sulliaghinem avevano costruito le strade che dal "Castrum Sulliani" (dove avevano dimora nel 1144) portavano ai castelli vicini (tutte realizzate lavorando il "sasso vivo" selice) e iniziarono a vendere parte dei terreni dell'antico fundus. L'arma originale dei Silighini è con due spighe d'oro su argento come riporta l’archivio Vallardi. È conservato nel Blasone Cesenate riportante il nome "Salua" uno stemma con due leoni neri su oro. .

Nel 1186 i Malatesta acquistarono dal riminese Ugo Maltalone una parte di terreno appartenente all'antico fundus. Nel settembre del 1233 Ugolino Salua, Console di Sogliano, prestò giuramento a Rimini (giuramento della Calbana).

Nel 1255 Sofia Salua di Sogliano, figlia del console Ugolino, sposò un Giovanni Malatesta portandogli in dote una parte del fondo del territorio soglianese. Nel 1312 i Malatesta di Rimini e di Verucchio, acerrimi nemici di quelli del ramo di Sogliano, conquistarono il castello per poi distruggerlo. Nel 1371 il castrum era ancora in mano ai Malatesta di Rimini, dopo non molto tempo ritornerà agli antichi Malatesti.

Nel 1400 per opera del signore Giovanni Malatesta, Sogliano ebbe gli statuti scritti su pergamena. La signoria dei Malatesta durò fino al 1666, anno in cui passò sotto il dominio della Chiesa e i Malatesta lasciarono il territorio al contrario dei Silighini che continuarono a occuparsi delle faccende legali e politiche del paese.

Sul finire del 1700 i Silighini si spostano nel territorio delle Ville di Montetiffi, dove Sebastiano esercitò la professione di avvocato e dove tuttora è la residenza di famiglia.

Michelangelo nel 1758 venne nominato nobile di Montalto.[3]

Pietro nel 1862 ottenne il titolo di Conte con Breve di Pio IX.

Breve di Pio IX del 1863

La famiglia Silighini ottenne per assegnazione la Baronia scozzese di Mugdock [4] e il titolo inglese di Lord of Ufford Hall. [5]

Nel 2022 Luciano Francesco da Giuseppe Carlo d'Asburgo Lorena ha ricevuto il Vitez rend d'Ungheria [6]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Dal cognome Silighini si è formato il termine dialettale romagnolo "Silighin", dal significato "pavimentatore di strade in selce", come ricordo dei lavori di "urbanizzazione" svolti a Sogliano.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (per Morgagni ne "Epistole emiliani" e Antonini ne "Antichità di Sarsina" si dice della stirpe umbra dei Solinati ma l'Amati contrasta questa ipotesi e la lega originaria di Rimini nel testo sul "Passaggio di Annibale")
  2. ^ Lodovico Antonio Muratori, Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750, 1763. Con le prefazioni critiche di Giuseppe Catalani. Tomo primo.
  3. ^ Angelo Squarti Perla, Araldica e nobiltà nelle Marche, 2015.
  4. ^ Registry of Scotsnobility, Silighini Baron Balmore, Mugdock, su registryofscotsnobility.com, 29 novembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2022.
  5. ^ Il Saronno, Addio Elisabetta, il cordoglio di Silighini, su ilsaronno.it, 8 settembre 2022. URL consultato l'8 settembre 2022.
  6. ^ Primasaronno, Silighini nominato cavaliere dell’ordine di Vitez, su primasaronno.it, 16 ottobre 2022. URL consultato il 16 ottobre 2022.
  7. ^ Giovanni Quondamatteo Dizionario romagnolo ragionato, 1982.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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