Santuario del Noce

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Santuario del Noce
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàCamposampiero
IndirizzoVia Sant'Antonio, 35012 Camposampiero PD
Coordinate45°34′33.81″N 11°55′55.82″E / 45.576058°N 11.932172°E45.576058; 11.932172
Religionecattolica
Titolaresant'Antonio di Padova
Diocesi Treviso
Inizio costruzioneXV secolo

Il santuario del Noce è un luogo di culto cattolico che si trova a Camposampiero. Risalente al XV secolo, è dedicato a sant'Antonio di Padova.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È generalmente riconosciuto che il Santo soggiornò a Camposampiero dal 19 maggio 1231 (circa), al 13 giugno dello stesso anno, data della sua morte.

Durante il soggiorno, Sant'Antonio dimorava in un cella presso la vicina chiesa di San Giovanni, mentre era solito predicare presso un vicino noce, da una struttura edificata sui rami dell'albero stesso, dal conte Tiso VI.

Nonostante sia possibile ipotizzare un'antecedete presenza di un sacello commemorativo delle prediche del Santo, la prima costruzione si deve al conte Gregorio Callegari da Camposampiero che fece erigere nel 1432 un piccolo santuario[1] nel contesto di una complessiva opera di restauro della vicina chiesa di San Giovanni e dell'attiguo convento.

Una ventina-trentina d'anni dopo, probabilmente dopo la morte dell'albero, la struttura venne allungata in direzione Nord e venne collocato l'altare dove, secondo la tradizione, si trovava il noce e dove si trova ancora oggi[1].

Il santuario venne consacrato il 23 maggio 1604 dal vescovo di Caorle Lodovico de Grigis[2][3].

Nel 1865, la struttura venne ulteriormente prolungata verso Nord, aggiungendo un'abside con funzione di sagrestia[1].

Dopo il passaggio dell'area della chiesa di San Giovanni e del convento al comune di Camposampero (1854)[4], nel 1864 si procede ad alcuni interventi di restauro: risistemazione tetto e mura perimetrali, intonacata la facciata e ricostruzione della sacrestia[4].

L'ultimo intervento all'edificio, ad opera dell'ingegner Augusto Zardo, avvenne negli anni 1901-1902[4] e vide l'edificazione nella facciata: del protiro, delle piccole guglie, di una torretta con la Statua di Sant'Antonio e la decorazione con archetti pensili. Allo stesso intervento è da far risalire demolizione dell'abside, affetta da problemi strutturali, e la sua ricostruzione con forma semiottagonale[4].

Il santuario si trova oggi alla fine di un lungo viale alberato di noci e tigli, che parte dal Santuario della Visione.

Il prodigio del frumento calpestato[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la tradizione, nel corso del suo soggiorno a Camposampiero sant’Antonio era solito predicare presso l’albero di noce.

Essendo nota la sua fama, gli abitanti della zona accorrevano numerosi a sentire le sue parole, calpestando e danneggiando le spighe di frumento coltivate nei campi nei pressi dell’albero, ormai prossime alla raccolta. Il contadino che coltivava quei terreni, alla vista del disastro se la prese con il Santo, il quale lo pregò di avere fede e di tornare la mattina seguente. ll giorno dopo, al ritorno, il contadino trovò il frumento intatto.

Il prodigio del frumento calpestato, rappresentato all'interno del Santuario del Noce

All’interno del Santuario del Noce questo episodio è rappresentato da uno degli affreschi, il quale rappresenta in primo piano il Santo intento a predicare dal noce davanti ad un gruppo di fedeli, in secondo piano altri fedeli accorrono calpestando i campi di grano.

L'affresco è accompagnato dalle seguenti parole:

(LA)

«DUM SACRUM HIC SERITUR SEMEN QUAE SATA PER AGROS CALCANTUR PEDIBUS: MOX MAGIS AUCTA VIGENT»

(IT)

«Qui, mentre viene seminata la sacra Semente, le messi calpestate dai piedi risorgono più vigorose.»

Questo evento viene sovente descritto come prodigio o miracolo del grano calpestato. Assieme a la visione, questo rappresenta il secondo episodio prodigioso attribuito al Santo nel corso del suo soggiorno a Camposampiero.

Questo episodio non rientra nelle narrazioni di nessuna delle bibliografie ufficiali del Santo, il primo a parlarne sarà Bernardino Scardeone[1][5], nella seconda metà del XVI secolo.

L'edificio[modifica | modifica wikitesto]

Planimetria Santuario del Noce con date interventi costruttivi.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata del santuario si presenta semplice, con mattoni a vista, due finestrelle ad arco e due pilastri agli angoli che la innalzano lateralmente. In questo modo essa rispetta lo stile francescano, il quale predilige la sobrietà alla decorazione.

Il portale, è protetto da un protiro con colonne a capitelli a paniere arabescati ed è sovrastato da una lunetta.

Essa presenta un affresco risalente al 1500, di probabile attribuzione a Girolamo Tessari, che raffigura la Vergine Maria con il Bambino Gesù, tra San Girolamo e Sant' Antonio[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno del santuario è diviso in tre parti, rappresentanti i tre principali eventi di costruzione: l'abside, la seconda campata e la prima campata.

Quest'ultima è dedicata alla preghiera dei fedeli, mentre i frati predicano la messa nel presbiterio (prima campata e zona dell'altare).

L'abside è destinato al coro delle monache clarisse.

La zona dedicata ai fedeli è coperta da una volta a crociera, mentre quella dell'altare e dell'abside da volte a raggiera.

Oltre a quello presente nella lunetta esterna sopra al portale, all'interno si trovano numerosi affreschi di Girolamo del Santo[1].

All'interno del santuario è conservata come reliquia una croce costruita con il legno del noce da cui il Santo proferiva le sue prediche[1].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Fra Oliviero Svanera, Santuari Antoniani - Guida storico artistica, Padova, 2007.
  2. ^ Giovanni Musolino, Storia di Caorle, 1967, La Tipografica, Venezia
  3. ^ Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, 2012, Marcianum Press, Venezia
  4. ^ a b c d Francesco Pio Dotti, Architettura religiosa francescana: il "luogo" di S. Antonio a Camposampiero, Ed. Messaggero, 1995, ISBN 978-88-250-0696-4.
  5. ^ Enzo Ramazzina, Sant’Antonio a Camposampiero: La cella della visione, La predica dal noce, Il miracolo del frumento calpestato, su padovasorprende.it, 15 ottobre 2021. URL consultato il 3 luglio 2023.

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