Proemio dell'Iliade
Il proemio dell'Iliade è l'introduzione dell'Iliade di Omero, ed è costituito dai primi sette versi del primo libro. Esso, come anche il resto dell'opera, è scritto nella cosiddetta lingua omerica, una complessa e variegata lingua derivata dall'insieme di caratteristiche presenti in molti dialetti greci.
Testo[modifica | modifica wikitesto]
Qui il testo in lingua originale, le due più celebri traduzioni conosciute in lingua italiana e la parafrasi del testo stesso:
Originale in Greco antico
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Traduzione italiana
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Traduzione italiana
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Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληιάδεω Ἀχιλῆως |
Cantami, o Diva, del pelide Achille |
Canta, o dea, l'ira d'Achille Pelide, |
Parafrasi
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O musa, canta l'ira rovinosa di Achille, figlio di Peleo, che diede molti dolori agli Achei, gettò nell'Ade molte vite valorose di eroi, li rese preda di cani e di tutti gli uccelli - così si compiva il volere di Zeus -, da quando si divisero litigando l'Atride signore di eroi (Agamennone) e il divino Achille. |
Struttura del proemio[modifica | modifica wikitesto]
- Invocatio = invocazione: (verso 1): Il poeta esordisce invocando la musa Calliope per ispirare il suo canto e dargli la forza per narrare i fatti raccontati nel resto del poema. Egli compie quest'azione perché deve diventare lo strumento mediante il quale la Musa canta agli uomini le gesta degli eroi e ciò che è narrato nel poema. Il poeta invoca solamente una musa poiché, ai tempi di Omero, le muse non erano ancora nove a patrocinare le varie ramificazioni dell'arte.
- Propositio = Protasi: (versi 1-7): La protasi ha la funzione di spiegare brevemente ciò che verrà narrato ampiamente nell'Iliade. Viene esposto il motivo principale dal quale discende la narrazione degli ultimi giorni della guerra ovvero l'ira di Achille, nata a sua volta da un aspro litigio con Agamennone. Il narratore spiega anche che l'ira di Achille provocherà molti lutti e sofferenze agli Achei, e che i loro corpi saranno privati di degna sepoltura, finendo preda di cani e avvoltoi. Tutto ciò è frutto del volere di Zeus, il cui disegno si compie.
Questo proemio, come anche quello dell'Odissea, altro poema epico attribuito ad Omero, costituisce il modello per i successivi poemi epici e anche della letteratura cavalleresca.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
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