Pitture murali del Guercino di Casa Provenzali

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Le pitture murali di Casa Provenzali sono un fregio raffigurante le gesta mitiche di Provenco, ad opera del Guercino e dei suoi allievi, site a Cento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Casa Provenzali, situata nel comune di Cento, in provincia di Ferrara, risale alla fine del XVI secolo ed è famosa – come ricorda il Malvasia, biografo del Guercino – per i fregi che il Guercino dipinse assieme ai suoi allievi nel 1613-1614. L’edificio, che il recente restauro ha rivelato essere frutto dell’accorpamento di diversi corpi di fabbrica finalizzato a trasformare diverse residenze in una unica grande dimora, ha oggi la solennità di un palazzo patrizio, caratterizzato dal settecentesco scalone scenografico, e da una serie di stanze infilate l’una dopo l’altra, con belle porte ornate.[1]

Il fregio raffigurante le gesta mitiche di Provenco, dalla metà del XIX secolo venne coperto da un controsoffitto. Il recente restauro dell’edificio, reso necessario a causa dei danni provocati dal terremoto del 2012, ha riportato alla luce l’intero ciclo decorativo ed il prezioso soffitto ligneo, di oltre 67 m2, raffigurante le costellazioni tolemaiche (comprovate anche dalle stelle dipinte apposte sulle stesse) che appaiono inserite tra racemi di acanto e putti che alternativamente reggono ghirlande o panneggi intervallati da volti con copricapi i cui nastri formano volute e accrocchi. Alcuni particolari pittorici del fregio culminano sul soffitto comprese le ombre delle figure a monocromo.[2]

Il ciclo pittorico in esame, come riporta lo storico dell’arte Renato Roli nel 1968, è molto probabile che sia stato commissionato dal nobile Alberto Provenzali, fratello del grande pittore e mosaicista Marcello Provenzali, che ha affidato al giovane Guercino la decorazione di una sala nella propria casa.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il fregio Provenzali traspone le gesta eroiche di Provenco, fittizio centurione al seguito di Giulio Cesare, poi menzionato da Francesco Scanelli, storico contemporaneo del Guercino, nel 1657, quando il maestro era ancora in vita; il Malvasia nel 1678 ne fissa l’anno di esecuzione intorno al 1614. Nella prima guida di Cento di Righetti Dondini del 1768 troviamo una succinta descrizione. Il Calvi nel 1808 riporta gli otto telamoni dipinti a chiaroscuro dal Guercino, sull’esempio di quelli più famosi del Carracci nel Palazzo Fava di Bologna. Gaetano Atti nel 1853 descrive puntualmente tutta la decorazione. Spetta però al massimo esperto del Guercino Sir Denis Mahon l’aver, nel 1937, rintracciato il fregio che il maestro centese dipinse nel 1614 probabilmente con la collaborazione di alcuni suoi allievi e di Pier Francesco Battistelli. Arrampicatosi su una scala e munito di una torcia elettrica, lo studioso britannico riuscì ad intravedere i dipinti rimasti nascosti nell’intercapedine tra l’antico soffitto e uno più basso costruito nella seconda metà del secolo scorso.[4]

L’idea di base del fregio risiede nell’aver immaginato che il riverbero proveniente dal camino si ripercuotesse nelle finte statue, animandole con singolare vivacità. Il fregio è dunque indicativo della volontà dell’artista di porre in particolare risalto il problema illuministico, realizzando vistosi effetti di illusionismo scenografico.

Le storie, con funzione encomiastica della dinastia, narrano avventure e battaglie in Gallia, Britannia e Germania, condotte dal valoroso generale prima di approdare a Bologna, dove prende moglie. Dalla città, giudicata troppo caotica per il meritato riposo dopo tante avventure, si sposterà infine nella valle Padusa, dunque proprio a Cento, dove troverà la serenità della vita in provincia, adatta a crescere i suoi due figli, dai quali discenderà la stirpe dei Provenzali, antenati del committente.[5]

Il soffitto ligneo[modifica | modifica wikitesto]

Non è ancora chiaro se fu lo stesso Alberto a commissionare anche il soffitto ligneo di soggetto astronomico. La critica ha ipotizzato una data un po’ più precoce per le decorazioni del soffitto, che potrebbero collocarsi verso la fine del Cinquecento. I motivi ornamentali delle travi e i colori saturi e vivaci rimandano infatti a una modalità decorativa molto diffusa nel bolognese alla fine del XVI secolo, mentre il tema delle costellazioni potrebbe richiamarsi alla cultura astronomica e astrologica ben radicata a Ferrara, dove un secolo prima era stato affrescato il celebre Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia.[6]

Il soggetto deriva la sua iconografia da una tradizione molto antica, secondo la quale si disegnavano le costellazioni all’interno di figure (persone, oggetti, animali) secondo la pratica della pareidolia e dell’asterismo.

Il professore Sandro Zannarini, esperto di storia dell’Astronomia, ha identificato la probabile fonte delle iconografie del soffitto Provenzali in una edizione a stampa illustrata del Poeticon Astronomicon (o De_Astronomia) di Igino, uno scrittore latino del I secolo d. C., la cui teoria astronomica l'aveva reso celebre come l’ ”astronomo”. Il De Astronomia di Igino ha una natura più mitologico-favolistica che astrologica e fu scritta sulla traccia di scritti risalenti ad Arato ed Eratostene. L'opera può considerarsi una raccolta di leggende, pervenuta in numerosi manoscritti medievali indipendenti e in altrettanto numerose opere a stampa pubblicate tra il XV (la prima Ferrara nel 1475) e il XVII secolo, in volumi molto spesso accompagnati da importanti rappresentazioni grafiche dei personaggi mitologici, rappresentazioni non sempre filologicamente coerenti con il testo. È il caso della sua prima pubblicazione a stampa edita a Venezia nel 1482 per conto di Erhard Ratdolt (editore e incisore tedesco) con il titolo di Poeticon Astronomicon, riedito nel 1485 e poi di nuovo nel 1570. Il testo è accompagnato da 45 splendide xilografie dedicate rispettivamente ai cinque pianeti, al Sole, alla Luna, alla Via Lattea, alla Sphera e a 41 costellazioni (19 boreali, 11 zodiacali e 11 australi) che sono rappresentate nelle rimanenti 39 tavole (Le Orse ed il Drago sono insieme).[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il fregio del Guercino di Casa Provenzali. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  2. ^ Autunno Guerciniano - Le pitture murali del Guercino a Casa Provenzali. URL consultato il 28 febbraio 2023.
  3. ^ ARTE it Srl- info@arte.it, Autunno Guerciniano - Pitture murali del Guercino a Casa Provenzali - Mostra - Ferrara - Sito web e pagina Facebook Comune di Cento - Arte.it, su www.arte.it. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  4. ^ Guercino visto da vicino, su Il Giornale dell'arte. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  5. ^ il Resto del Carlino, "Palazzo Provenzali svela un giovane Guercino" - Cronaca - ilrestodelcarlino.it, su il Resto del Carlino, 8 gennaio 2021. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  6. ^ 'Il soffitto di Casa Provenzali e il Poeticon Astronomicon di Igino' conferenza del Centro Studi Int.le “Il Guercino”, su Comune di Cento, 15 novembre 2022. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  7. ^ il soffitto di Casa Provenzali, su youtube.com. URL consultato il 24 febbraio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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