Perimetr

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Perimetr (in russo Система «Периметр»?, Sistema "Perimetr"), codice GRAU 15E601[1] e noto in ambiente NATO come Dead Hand, era un sistema sovietico di controllo automatico delle armi nucleari in funzione durante la guerra fredda.[2] Non è noto se tale sistema sia ancora in uso anche nell'attuale Russia.[3][4] Si tratta di un sistema di deterrenza fail-deadly e distruzione mutua assicurata capace di innescare automaticamente, in caso di attacco nucleare rilevato dai sensori (sismici, luminosi, di radioattività e di pressione), un contro-attacco di missili balistici intercontinentali tramite ordine di massima autorità pre-inserito dal comando generale delle forze armate, divisione forze missilistiche strategiche, ai posti di comando e ai singoli silos, anche nel caso che i singoli elementi di comando fossero completamente distrutti. Secondo la maggior parte delle fonti, dovrebbe rimanere normalmente spento, per essere attivato solo durante i periodi di crisi.[5]. Sistema analogo esisteva negli Stati Uniti con il nome di AN/DRC-8 Emergency Rocket Communications System (ERCS).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

"Perimetr" fu creato come sistema alternativo per tutte le unità armate con armi nucleari. Doveva essere un sistema di comunicazione di backup, nel caso in cui i componenti chiave del sistema di comando "Kazbek" e il collegamento con le forze missilistiche strategiche fossero distrutti da un primo attacco in conformità con il concetto di "guerra nucleare limitata" sviluppato negli Stati Uniti.

Al fine di garantirne la funzionalità, il sistema fu originariamente progettato come completamente automatico e con la capacità[6] di decidere autonomamente un attacco di ritorsione adeguato senza alcun (o minimo) coinvolgimento umano in caso di attacco totale.

Secondo Vladimir Jarynič, uno sviluppatore del sistema, questo sistema fungeva anche da freno contro decisioni affrettate prese in base a informazioni non verificate da parte della leadership del paese. Infatti, dopo aver ricevuto allarmi su un possibile attacco nucleare, il governo poteva attivare il sistema e quindi attendere ulteriori sviluppi, assicurato dal fatto che anche la distruzione di tutto il personale in grado di comandare una risposta all'attacco non poteva impedire la ritorsione.

Principi di funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'attivazione e la determinazione dell'avvenimento di una guerra nucleare, il sistema invia un missile di comando 15P011 con una speciale testata 15B99 che trasmette i comandi per aprire tutti i silos e tutti i centri di comando della RVSN con ricevitori appropriati in volo. Il sistema è simile allo statunitense ERCS.

Uso corrente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011, il comandante delle forze missilistiche strategiche russe, Sergej Karakaev, in un'intervista con Komsomol'skaja Pravda, ha confermato lo stato operativo del sistema di valutazione e comunicazione perimetrale.[7]

Nel 2018, il colonnello generale Viktor Еsin, l'ex capo dello Stato Maggiore russo delle forze missilistiche strategiche, ha dichiarato che il sistema perimetrale potrebbe diventare inefficace a seguito del ritiro degli Stati Uniti dal trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Valerij E. Jarynič, C3: Nuclear Command, Control Cooperation, su Air & Space Power Journal, 20 settembre 2004. URL consultato il 25 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2015).
  2. ^ (EN) The Origin of Buzzer Monolyths, The Soviet Nuclear Defense System, and The Myth of the Dead Hand, su numbers-stations.com, Numbers Stations Research and Information Center. URL consultato il 30 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2015).
  3. ^ (EN) Russia, Military Power: Building a Military to Support Great Power Aspirations (PDF), su Defense Intelligence Agency, 2017.
  4. ^ (EN) Jeremy Bender, Russia May Still Have An Automated Nuclear Launch System Aimed Across The Northern Hemisphere, in Business Insider, 5 settembre 2014. URL consultato il 21 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2015).
  5. ^ (EN) Nicholas Thompson, Inside the Apocalyptic Soviet Doomsday Machine, in Wired, vol. 17, 21 settembre 2009..
  6. ^ (EN) Jason Torchinsky, The Soviets Made A Real Doomsday Device In The '80s And The Russians Still Have It Today, in Foxtrot Alpha. URL consultato il 5 aprile 2018.
  7. ^ (RU) Viktor Baranec, Командующий РВСН генерал-лейтенант Сергей Каракаев: «Владимир Владимирович был прав - мы можем уничтожить США быстрее чем за полчаса», in Комсомольская Правда, 16 dicembre 2011. URL consultato il 9 agosto 2015.
  8. ^ (EN) Without INF Treaty, USA can destroy Russian nuclear weapons easily, in Pravda.ru, 9 novembre 2018. URL consultato il 10 novembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2018).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]