Patagotitan mayorum

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Patagotitan
Scheletro di P. mayorum, al Field Museum of Natural History, Chicago, IL
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine † Sauropodomorpha
Infraordine † Sauropoda
Clade † Neosauropoda
Clade † Titanosauria
Clade † Lognkosauria
Genere Patagotitan
Bonaparte & Coria, 2000
Nomenclatura binomiale
† Patagotitan mayorum
Carballido et al., 2017

Patagotitan (il cui nome significa "titano della Patagonia") è un genere estinto di dinosauro sauropode titanosauro vissuto nel Cretaceo inferiore, circa 101.62 milioni di anni fa (Albiano), in quella che oggi è la Formazione Cerro Barcino, nella provincia di Chubut, Patagonia. Il genere contiene una singola specie, ossia Patagotitan mayorum, i cui resti fossili furono ritrovati nel 2014, e descritti nel 2017, da José Carballido, Diego Pol e colleghi.[1][2] Studi contemporanei hanno stimato la lunghezza dell'esemplare tipo, un giovane adulto, a 37 metri (121 piedi)[3] con un peso approssimativo di 69 tonnellate,[2] sebbene successive stime della massa indichino un peso di 55-57 tonnellate.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni di Patagotitan, a confronto con un uomo

Come altri sauropodi titanosauri, Patagotitan era un erbivoro quadrupede dal lungo collo e caratterizzato dalle notevoli dimensioni. Nel 2014, i notiziari riportarono delle prime stime di 40 metri (131 piedi) di lunghezza, per un peso di 77 tonnellate (85 tonnellate);[3][5] In quel periodo, la scrittrice scientifica Riley Black ammonì il pubblico che era ancora troppo presto per fare stime sicure sulle dimensioni con l'auspicabile certezza scientifica.[6] Nel 2017, la descrizione della specie Patagotitan mayorum venne pubblicata con delle stime di 37 metri (121 piedi) di lunghezza, per un peso approssimativo di 69 tonnellate (76 tonnellate), utilizzando un'equazione di scala e 44,2-77,6 tonnellate (43,5-76,4 tonnellate lunghe; 48,7-85,5 tonnellate corte) quando si utilizza il metodo volumetrico basato su modelli scheletrici 3D.[2][3] Nel 2019, Gregory S. Paul stimo una lunghezza di 31 metri (102 piedi), ed un peso di 50-55 tonnellate, utilizzando modelli volumetrici, rendendolo più piccolo rispetto ad Argentinosaurus che è stato stimato a 35 metri (115 piedi) o più di lunghezza, e 65-75 tonnellate di peso.[7] Una stima della massa, utilizzando un'equazione di ridimensionamento rivista, ha prodotto una stima media di 57 tonnellate, con un intervallo compreso il margine di errore di 42,5-71,4 tonnellate, che si avvicina alla stima di 55 tonnellate precedentemente ottenuta con il metodo volumetrico.[4]

L'omero di Patagotitan è lungo 1,675 metri (5,50 piedi), più piccolo di quello di altri giganti come Notocolossus (1,76 metri) e Paralititan (1,69 metri). Il suo femore misura 2,38 metri di lunghezza, rendendolo il più lungo conosciuto, sebbene Paul abbia stimato la dimensione totale del femore isolato (esemplare MLP-DP 46-VIII-21-3), riferito ad Argentinosaurus, a 2,575 metri (8,45 piedi) rendendolo più grande di quello di Patagotitan. Ha anche notato che la lunghezza della serie dorsale articolata era maggiore in Argentinosaurus (4,47 metri) che in Patagotitan (3,67 metri).[7]

I ricercatori che hanno descritto Patagotitan hanno dichiarato ai media:[8]

«Date le dimensioni di queste ossa, che superano in dimensioni qualsiasi animale a noi oggi noto, questo animale doveva essere il più grande animale terrestre mai vissuto sul nostro pianeta.»

Dopo la pubblicazione di Patagotitan, Riley Black ed il paleontologo Matt Wedel hanno ulteriormente messo in guardia dal clamore dei media. Nei post del blog, Wedel ha notato che, sulla base delle misurazioni disponibili, Patagotitan era di dimensioni paragonabili ad altri titanosauri giganti conosciuti, tuttavia, quasi tutte le misurazioni ossee che potevano essere confrontate sono più grandi in Argentinosaurus. Wedel ha anche criticato la tecnica di stima della massa dei ricercatori.[9][10][11] In altri studi, Argentinosaurus è stato stimato a 65-96,4 tonnellate di peso.[7][12][13][14]

Caratteristiche distintive[modifica | modifica wikitesto]

Arto anteriore di P. mayorum, al Museo Paleontológico Egidio Feruglio (MEF), a Trelew, Chubut

Gli autori della descrizione hanno identificato alcuni tratti distintivi o autapomorfie, in Patagotitan. Le prime tre vertebre posteriori presentano una lamina prezigoapofisiaria, una cresta che corre tra il processo articolare anteriore e il processo laterale, vale a dire verticale perché il precedente processo è considerevolmente superiore a quest'ultimo processo. Con le prime due vertebre posteriori, la cresta che scorre sotto al lato anteriore della spina neurale ha un bulbo nella sua parte inferiore. I processi secondari articolanti del tipo di iposto-ipersfato sono limitati all'articolazione tra la terza e la quarta vertebra. La vertebra centrale e posteriore hanno spine neurali verticali. Nella prima vertebra caudale, il centro o il corpo principale della vertebra presenta una facciata articolata di fronte e una facciata convessa posteriore. Le vertebre frontali della coda presentano spine neurali di cui la larghezza trasversale è quattro o sei volte più grande della loro lunghezza, misurata dalla parte anteriore alla parte posteriore. Le vertebre frontali della coda hanno spine neurali che mostrano qualche biforcazione.[2] L'omero possiede un rigonfiamento distinto sul lato posteriore esterno, mentre la coscia inferiore ha un bordo dritto sul lato esterno.[2]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Chevron e altre ossa
Scheletro ricostruito, esposto all'American Museum of Natural History, New York

Patagotitan è stato collocato all'interno di Titanosauria, nell'Eutitanosauria e più precisamente in Lognkosauria, come sister taxon di Argentinosaurus. Diversi sotto-clade di Titanosauria acquisirono in modo indipendente una grande massa corporea. Un tale evento avrebbe avuto luogo alla base del clade Notocolossus + Lognkosauria che portò ad una triplicazione del peso corporeo, da un massimo di 20 tonnellate fino a 60 tonnellate massime.[2]

Eutitanosauria

Dreadnoughtus

Lithostrotia

Malawisaurus

Baurutitan

Nemegtosaurus

Trigonosaurus

Alamosaurus

Opisthocoelicaudia

Saltasaurus

Neuquensaurus

Rapetosaurus

Isisaurus

Tapuiasaurus

Rinconsauria

Rinconsaurus

Muyelensaurus

Aeolosaurus

Overosaurus

Bonitasaura

Notocolossus

Lognkosauria

Mendozasaurus

Futalognkosaurus

Quetecsaurus

Puertasaurus

Drusilasaura

Argentinosaurus

Patagotitan

Storia della scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Vertebra dell'animale in fase di preparazione, al Museo paleontológico Egidio Feruglio

I primi resti di Patagotitan, parte di una coscia inferiore, furono inizialmente scoperti nel 2008 da un lavoratore agricolo, Aurelio Hernández,[2] nel deserto vicino a La Flecha, a circa 250 km a ovest di Trelew.[15] L'estrazione delle ossa è stata possibile grazie ai paleontologi del Museo di Paleontologia Egidio Feruglio, guidati dai paleontologi Jose Luis Carballido e Diego Pol, parzialmente finanziati dalla Fondazione Jurassic. Lo scavo portò alla luce almeno sei scheletri parziali, composti da circa 150 ossa, descritti come in "condizioni notevoli".[2] Patagotitan rappresenta uno dei titanosauri più completi conosciuti.[2]

La specie tipo, Patagotitan mayorum, è stata nominata e descritta da José Luis Carballido, Diego Pol, Alejandro Otero, Ignacio Alejandro Cerda , Leonardo Salgado , Alberto Carlos Garrido , Jahandar Ramezani , Néstor Ruben Cúneo e Javier Marcelo Krause, nel 2017. Il nome generico, Patagotitan, combina un riferimento alla Patagonia con il termine greco Titan per evidenziare la "forza e le enormi dimensioni" di questo titanosauro. Il nome specifico, mayorum, onora la famiglia Mayo, proprietari del ranch di La Flecha.[2]

L'olotipo, MPEF-PV 3400, è stato trovato in uno strato della Formazione Cerro Barcino, datato alla fine dell'Albiano. Lo strato in particolare ha un'età di 101,62 milioni di anni fa. L'olotipo è costituito da uno scheletro parziale privo di cranio, che contiene tre vertebre cervicali, sei vertebre dorsali, sei vertebre caudali anteriori, tre chevron, costole, entrambe le ossa dello sterno, il giunto scapulocoracoide della cintura scapolare, le ossa pubiche ed entrambi i femori. Lo scheletro è stato scelto per essere l'olotipo della specie, poiché è lo scheletro meglio conservato e anche quello che mostra le caratteristiche più distintive. Altri esemplari sono stati designati come paratipi. L'esemplare MPEF-PV 3399 è un secondo scheletro che comprende sei vertebre cervicali, quattro vertebre dorsali, una vertebra caudale anteriore, sedici vertebre caudali di mezzo, costole, chevron, il braccio sinistro, l'ischio, l'ossa pubico sinistro e la coscia sinistra. L'esemplare MPEF-PV 3372 composto da un dente. L'esemplare MPEF-PV 3393 costituito da una vertebra caudale posteriore. L'esemplare MPEF-PV 3395 composto da un omero sinistro come l'esemplare MPEF-PV 3396, mentre l'esemplare MPEF-PV 3397 è un omero destro. L'esemplare MPEF-PV 3375 è una coscia sinistra mentre l'esemplare MPEF-PV 3394 è una coscia destra. Gli esemplari MPEF-PV 3391 e MPEF-PV3392 rappresentano entrambi un perone.[2]

Gli animali trovati, anche se ritrovati nella medesima cava, non sono morti tutti nello stesso momento. All'interno del sedimento di 343 centimetri di spessore contenente i fossili, sono presenti tre "strati" di eventi in cui i giovani adulti sono morti durante tre inondazioni. L'acqua non trasportava più le carcasse, ma li ha ricoperti di arenaria. Gli animali avevano circa le stesse dimensioni, differendo tra loro di non più del 5% nella lunghezza. Per quanto può essere accertato, tutte le ossa scoperte appartengono alla stessa specie e sono quindi parte di un assemblaggio monospecifico.[2]

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Patagotitan visse nel Cretacico superiore, circa 100-95 milioni di anni fa, in quella che è oggi la Patagonia. Insieme ai fossili di questi sauropodi sono stati ritrovati anche tracce di materiale vegetale fossilizzato, come tronchi fossili e impronte di vegetazione. Ciò ha permesso agli scienziati di ricostruire l'ecosistema in cui vivevano questi animali, molto diverso da quello di oggi, e rappresentato da foreste lussureggianti, con alberi di circa 15 metri di altezza, di cui probabilmente i titanosauri si nutrivano.[5][16]

Sulla base dei depositi sedimentari del sito, gli esemplari di Patagotitan sono stati sepolti in fretta durante più eventi alluvionali, che ne hanno seppellito i corpi in diversi momenti.[5] Proprio grazie a una sepoltura così rapida si deve la completezza del fossile. All'interno dei corpi di questi animali sono stati ritrovati ben 57 denti del carcharodontosauride Tyrannotitan, in un chiaro esempio di saprofagia.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Seth Borenstein, Patagotitan mayorum: New study describes the biggest dinosaur ever, su Phys.org, 9 agosto 2017. URL consultato il 9 agosto 2017.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l José L. Carballido; Diego Pol; Alejandro Otero; Ignacio A. Cerda; Leonardo Salgado ; Alberto C. Garrido ; Jahandar Ramezani ; Néstor R. Cúneo ; Javier M. Krause (2017). "A new giant titanosaur sheds light on body mass evolution among sauropod dinosaurs". Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. 284 (1860): 20171219. doi:10.1098/rspb.2017.1219.
  3. ^ a b c Giant dinosaur slims down a bit. BBC News Science & Environment
  4. ^ a b Alejandro Otero, José L. Carballido e Agustín Pérez Moreno, The appendicular osteology of Patagotitan mayorum (Dinosauria, Sauropoda), in Journal of Vertebrate Paleontology, 18 settembre 2020, DOI:10.1080/02724634.2020.1793158.
  5. ^ a b c James Morgan, BBC News - 'Biggest dinosaur ever' discovered, in BBC News, Bbc.com, 17 maggio 2014. URL consultato il 17 maggio 2014.
  6. ^ Ed Yong, Biggest Dinosaur Ever? Maybe. Maybe Not. – Phenomena, in BMC Biology, vol. 10, 18 maggio 2014, p. 60, DOI:10.1186/1741-7007-10-60, PMC 3403949, PMID 22781121. URL consultato l'11 giugno 2016.
  7. ^ a b c Gregory S. Paul, Determining the largest known land animal: A critical comparison of differing methods for restoring the volume and mass of extinct animals (PDF), in Annals of the Carnegie Museum, 85 (4), 2019, pp. 335-358.
  8. ^ (EN) James Morgan, 'Biggest dinosaur ever' discovered, in BBC News, 17 maggio 2014. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  9. ^ (EN) Brian Switek, Did Scientists Just Unveil the Biggest Dinosaur of All Time?, su Smithsonian. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  10. ^ (EN) Don't believe the hype: Patagotitan was not bigger than Argentinosaurus, su Sauropod Vertebra Picture of the Week, 9 agosto 2017. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  11. ^ (EN) Some further thoughts on Patagotitan, su Sauropod Vertebra Picture of the Week, 10 agosto 2017. URL consultato l'8 gennaio 2019.
  12. ^ (EN) G.V. Mazzetta, P. Christiansen e R.A. Farina, Giants and bizarres: body size of some southern South American Cretaceous dinosaurs (PDF), in Historical Biology, vol. 2004, 2–4, 2004, pp. 1-13, DOI:10.1080/08912960410001715132.
  13. ^ W. I. Sellers, L. Margetts, R. A. B. Coria e P. L. Manning, March of the Titans: The Locomotor Capabilities of Sauropod Dinosaurs, in David Carrier (a cura di), PLoS ONE, vol. 8, n. 10, 2013, pp. e78733, Bibcode:2013PLoSO...878733S, DOI:10.1371/journal.pone.0078733, PMC 3864407, PMID 24348896.
  14. ^ Bernardo J. González Riga, Matthew C. Lamanna, Leonardo D. Ortiz David, Jorge O. Calvo e Juan P. Coria, A gigantic new dinosaur from Argentina and the evolution of the sauropod hind foot, in Scientific Reports, vol. 6, 2016, p. 19165, Bibcode:2016NatSR...619165G, DOI:10.1038/srep19165, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP), PMC 4725985, PMID 26777391.
  15. ^ Superdinosaur Fossils Found in Argentina, in The Australian. URL consultato l'11 giugno 2016.
  16. ^ Gillian Mohney via Good Morning America, Researchers Discover Fossils of Largest Dino Believed to Ever Walk the Earth - ABC News, su abcnews.go.com. URL consultato il 17 maggio 2014.
  17. ^ Argentine fossil biggest dinosaur ever: scientists, su nydailynews.com, NY Daily News. URL consultato il 17 maggio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alejandro Otero; José L. Carballido; Agustín Pérez Moreno (2020). "The appendicular osteology of Patagotitan mayorum (Dinosauria, Sauropoda)". Journal of Vertebrate Paleontology. 40 (4): e1793158. doi:10.1080/02724634.2020.1793158. S2CID 225012747.

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