Niccolò d'Este

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Niccolò d'Este
Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, presunto ritratto di Niccolò d'Este[1].
NascitaFerrara, 20 luglio 1438
MorteFerrara, 4 settembre 1476 (38 anni)
Luogo di sepolturaChiesa di San Francesco, Ferrara
DinastiaEste
PadreLeonello d'Este
MadreMargherita Gonzaga
Figliillegittimi
Girolamo
Girolamo[2]
Battista
Vincenzo
ReligioneCattolicesimo

Niccolò d'Este (Ferrara, 20 luglio 1438Ferrara, 4 settembre 1476) è stato un nobile italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Possibile ritratto di Niccolò di Leonello nell'affresco del mese di aprile in Palazzo Schifanoia.
Ferrara, Chiesa di San Francesco.

Fu l'unico figlio legittimo del marchese di Ferrara Leonello d'Este, erede di Niccolò III d'Este[3]. Leonello era un figlio illegittimo di Niccolò III, in quanto nato dall'unione con Stella de' Tolomei. Successe al padre al posto del fratellastro Ercole, figlio legittimo di Niccolò III in virtù del testamento di Niccolò III redatto in Milano il 26 dicembre del 1441 e dei patti matrimoniali con Ricciarda di Saluzzo, rendendo di fatto legittimo il ramo di Leonello, approvato con decreto da papa Martino V.

Niccolò nacque dal primo matrimonio di Leonello, avvenuto nel 1435, con Margherita, figlia del marchese di Mantova Gianfrancesco Gonzaga. Sua madre morì nel 1439 e suo padre si risposò con Maria d'Aragona dalla quale non ebbe altri figli.

Alla morte di Leonello nel 1450, ignorando il testamento di Niccolò III e il decreto papale che legittimava il ramo di Leonello, venne dichiarato erede suo fratello Borso, che morì nel 1471 senza figli. A succedere a Borso fu il fratellastro Ercole, che tentò più volte di avvelenare Niccolò ma senza riuscirci[4].

Nel 1476 Niccolò cercò di ottenere con le armi il potere che gli era stato negato per tanti anni con l'aiuto dei Gonzaga[5]. Giunto a Ferrara chiamò il popolo alla rivolta[5].

La famiglia estense riuscì a mettersi in salvo, compreso il piccolo Alfonso I d'Este, nel Castello Estense. Ercole si trovava a Belriguardo e, avuta notizia della rivolta e del numero degli insorti, con il fratellastro Rinaldo giunse a Ferrara riuscendo a rimettere ordine nella città[5]. Niccolò riuscì a fuggire ma venne poi catturato nei pressi di Bondeno insieme agli altri insorti[5].

Niccolò venne fatto decapitare nel cortile del castello di Ferrara nella notte del 4 settembre 1476. Il duca Ercole I ordinò poi di ricomporre il corpo e rivestirlo con broccato d'oro per le solenni esequie. Venne quindi sepolto, con tutti gli onori, nell'Arca Rossa, nella chiesa di San Francesco, in Ferrara, ove erano custoditi i resti di molti avi della casa d'Este[4].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Ebbe quattro figli illegittimi da donne ignote:[6]

  • Girolamo, primogenito;
  • Girolamo (nato dopo la morte del fratello);
  • Battista;
  • Vincenzo.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Alberto V d'Este, marchese di Ferrara e Modena Obizzo III d'Este, marchese di Ferrara  
 
Lippa Ariosti  
Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara, Modena e Reggio  
Isotta Albaresani Alberto Albaresani  
 
 
Leonello d'Este, marchese di Ferrara, Modena e Reggio  
Giovanni de' Tolomei  
 
 
Stella de' Tolomei  
 
 
 
Niccolò d'Este  
Francesco I Gonzaga, signore di Mantova Ludovico I Gonzaga, signore di Mantova  
 
Alda d'Este  
Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova  
Margherita Malatesta Galeotto I Malatesta, signore di Rimini e Cesena  
 
Gentile da Varano  
Margherita Gonzaga  
Malatesta IV Malatesta, signore di Pesaro Pandolfo II Malatesta, signore di Pesaro  
 
Paola Orsini  
Paola Malatesta  
Elisabetta da Varano Rodolfo II da Varano, signore di Camerino  
 
Camilla Chiavelli  
 

Galleria di possibili ritratti[modifica | modifica wikitesto]

Marchesato di Ferrara
Este

Alberto V
Figli
Niccolò III
Figli
Leonello
Figli
Borso
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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Camera degli Sposi Nuove attribuzioni per i personaggi dipinti, su gazzettadimantova.gelocal.it.
  2. ^ II, nato dopo la morte del fratello.
  3. ^ Welf 9
  4. ^ a b Sarah Bradford, Lucrezia Borgia, Mondadori, Milano, 2005.
  5. ^ a b c d Condottieri di ventura - Ercole d'Este Archiviato il 12 settembre 2014 in Internet Archive.
  6. ^ Genealogia dei principi d’Este, su gallerie-estensi.beniculturali.it. URL consultato il 2 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2021).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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