Museo della liquirizia Giorgio Amarelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo della liquirizia Giorgio Amarelli
La sede del museo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCorigliano-Rossano
IndirizzoStrada Statale Contrada Amarelli 10 e Strada Statale 106 1, 87067 Corigliano-rossano
Coordinate39°36′39.73″N 16°37′58.41″E / 39.611036°N 16.632893°E39.611036; 16.632893
Caratteristiche
TipoTecnologico, etnografico
Apertura2001
ProprietàAmarelli
Visitatori1 000 (2021)
Sito web

Il museo della liquirizia Giorgio Amarelli è un museo d'impresa italiano situato a Rossano, frazione del comune di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza (Calabria).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Galleria del museo

Inaugurato nel 2001, il museo espone al suo interno gli attrezzi utilizzati nella lavorazione, nella commercializzazione e nell'estrazione della radice di Glycyrrhiza glabra da cui si ricava la liquirizia, oltre ad abiti, oggetti, manoscritti legati alla famiglia Amarelli, impegnata da circa 3 secoli nella produzione della celebre liquirizia omonima. Si tratta dell'unico museo italiano su questa tematica.

Nel 2001 il museo della liquirizia ha vinto il premio Guggenheim Impresa & Cultura 2001. Secondo una ricerca del Touring Club Italiano, è il secondo museo d'impresa più visitato in Italia (55.000 visitatori nel 2016), alle spalle della Galleria Ferrari di Maranello.[1]

Nel 2004 è stato dedicato un francobollo al museo, nella serie filatelica italiana "Il patrimonio artistico e culturale italiano".

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

La documentazione prodotta dalla famiglia Amarelli nel corso della propria attività industriale è conservata presso la sede del museo a Corigliano Rossano, nel fondo omonimo (estremi cronologici: 1445-1986)[2]. L'archivio Amarelli è stato dichiarato di alto interesse storico dal Ministero per i beni culturali nel 2012.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucio Fino, Cinque secoli di storia di una radice dal delicato aroma e dai moltiplici usi, Accademia italiana della cucina, n°252, settembre 2013, p.14
  2. ^ Fondo Famiglia Amarelli, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 9 maggio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]