Monton d'Oro

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Abbondanza e Ricchezza
Descrizione generale
Tipovascello a di terzo rango
Ordine5 febbraio 1682
CantiereArsenale di Venezia
Varo11 febbraio 1689
Completamentoaprile 1689
Radiazione12 giugno 1691
Destino finalepersa in combattimento al largo di Valona
Caratteristiche generali
Lunghezza24,34 m
Larghezza10,08 m
Pescaggio3,8 m
PropulsioneVela
Equipaggio240
Armamento
ArtiglieriaAlla costruzione[1]
  • 4 cannoni da 20 libbre veneziane in corridoio
  • 16 cannoni da 12 libbre sul ponte
  • 4 cannoni da 6 libbre sul ponte
  • 10 petriere da 6 libbre sul cassero

Totale: 24+10

[1]
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Monton d'Oro, prima unità della omonima classe, fu un vascello di terzo rango da 24 cannoni che prestò servizio nella Armada da Mar tra il 1688 e il 1691.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del vascello di terzo rango da 24 cannoni Monton d'Oro, progettato da Stefano Conti.[N 1] fu ordinata dal Senato il 20 dicembre 1679,[2] e la nave fu impostata sotto la direzione del Proto dei Marangoni Iseppo de Pieri.[2] La nuova nave fu completata, al costo di 21.500 ducati, presso l'Arsenale l'11 febbraio 1689 ed entrò subito a far parte dell'Armata Grossa, adibita a servire come magazzino mobile al seguito delle navi.[1] Insieme alla gemella Abbondanza e Ricchezza fu subito impiegata per trasportare truppe in Dalmazia, circa 1.000 uomini nei primi mesi si servizio. Le stive dell'unità potevano contenere 500 miliara (240 tonnellate) di biscotto, più di un terzo delle navi mercantili dello stesso periodo.

L'unità andò persa in combattimento il 12 giugno 1691 al largo della città di Valona, quando fu intercettata da 8 navi corsare barbaresche.[3] A bordo vi era un equipaggio di 240 uomini, ma l'unità imbarcava solo 20 cannoni, e si dimostrò troppo lenta per poter sfuggire alle navi avversarie.[3] Al fine di impedirne la cattura l'equipaggio preferì incendiarla.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Noto anche con il nome di Stefano de Zuanne Michiel, per essere l'autore dell'unico trattato di architettura navale veneziano del Seicento. Si tratta di L'architettura navale di Steffano de Zuanne de Michel, Vice-Proto de Marangoni, nella qualle vi sono descritte le raggioni e regole per fabricare ogni sorte di navi, galere, galeaze, galeote, caichy, feluche, et ogni altro bastimento solito a fabricarsi tanto nella stessa casa, che fuori . . . Descritta, e disegnata di sua mano in Venezia, l'anno 1686. British Library, Western Manuscript, Add MS 38655.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d http://www.veneziamuseo.it/ARSENAL/schede_arsenal/vascelli.htm.
  2. ^ a b Levi 1896, p. 23.
  3. ^ a b c ASV, PTM, filza 1125, disp. Capitano Generale da Mar Domenico Mocenigo n. 29, 26.6.1691, all. lett. Bortolo Moro al Capitano Generale 14.6.1691.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Candiani, I vascelli della Serenissima: guerra, politica e costruzioni navali a Venezia in età moderna, 1650-1720, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2009.
  • Guido Candiani, Dalla galea alla nave di linea: le trasformazioni della marina veneziana (1572-1699), Novi Ligure, Città del Silenzio, 2012.
  • Guido Ercole, Duri i banchi. Le navi della Serenissima 421-1797, Gardolo, Gruppo Modellismo Trentino di studio e ricerca storica, 2006.
  • Cesare Augusto Levi, Navi da guerra costruite nell'Arsenale di Venezia dal 1664 al 1896, Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1896.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]