Manfredo Da Passano

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Il marchese Manfredo Da Passano (Genova, 15 settembre 1846Firenze, 22 febbraio 1922) è stato un pubblicista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Manfredo Da Passano nasce a Genova, secondogenito dei tre figli del marchese Giovannangelo e della marchesa Maria Maddalena Durazzo. Entrambe le famiglie erano caratterizzate da una rigida fede cattolica e fedeltà alla Santa Sede.
A cinque anni Manfredo perde il padre che gli lascia un solido patrimonio fondiario. A Genova trascorre gli anni della gioventù e degli studi giuridici laureandosi giovanissimo nel 1865.

L'ingresso di Manfredo Da Passano nella pubblicistica italiana avviene già nel 1863, anno in cui entra appena diciassettenne nella redazione degli «Annali Cattolici» (nati a Genova in quell'anno sotto la direzione del marchese Paris Maria Salvago) dedicandosi a studi sul movimento cattolico liberale francese.

Nel 1870 sposa la baronessa Teresa Roggeri dalla quale avrà dalla quale ebbe sette figli, tre dei quali morti prematuramente (Alberto, nato nel 1884, erediterà il titolo di marchese che Manfredo si vede riconoscere nel 1907 insieme a quello di Patrizio genovese, trasmesso al più giovane Marcello, nato nel 1888).
Dopo il matrimonio trasferisce la sua residenza a San Venerio, allora borgo e oggi quartiere della Spezia, continuando da qui la sua attività di pubblicista.

Nel 1866 gli «Annali Cattolici» cessano le pubblicazioni, sostituiti dalla «Rivista Universale». Da Passano è nominato condirettore del periodico (dal 1866 al 1877). Dal 1879 la «Rivista» continua le pubblicazioni con la testata «Rassegna Nazionale»: Da Passano è nominato direttore. Rimane alla guida del periodico per 43 anni, fino alla sua morte nel 1922.[1]

Queste riviste ospitarono un ampio dibattito (testimoniato sia dalle numerose lettere di importanti personaggi dell'epoca sia dagli articoli pubblicati). Si sottolineò l'urgenza della partecipazione attiva dei cattolici nella vita culturale, sociale e politica italiana a cominciare dagli anni successivi alla proclamazione dell'Unità d'Italia e dalla connessa questione di Roma capitale.

Candidatosi in diverse tornate elettorali diviene consigliere provinciale nel 1886 e nel 1889 a Genova e nel 1902 a La Spezia. Esplica il suo impegno nella società civile ligure e, più in generale, nazionale allargandosi a vari ambiti e cariche rivestendo un ruolo importante nei vari settori dell’associazionismo operaio cattolico e della vita culturale. Particolare attenzione dedica al settore scolastico in qualità di commissario governativo nella giunta di vigilanza dell’Istituto tecnico di La Spezia.

Altre cariche ricopre in campo economico come consigliere o sindaco di numerose società e compagnie industriali, assicurative, edili e creditizie fra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento. Nel 1881 è insignito del titolo di cavaliere dell’Ordine della Corona d'Italia.

Alla sua morte, Da Passano lascia nella sua residenza spezzina un ricchissimo archivio di scritti e l'epistolario frutto delle relazioni con varie personalità, tra cui i numerosi collaboratori delle riviste[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Umberto Gentiloni Silveri, Cattolici e liberali: Manfredo Da Passano e La rassegna nazionale, Rubbettino Editore, 2004, pag. 35.
  2. ^ Il suo epistolario era fitto di nomi prestigiosi sul piano culturale internazionale, come quello dello storico tedesco Franz Xaver Kraus, degli esegeti francesi Marie-Joseph Lagrange e George-Pierre Fonsegrive, dei prelati Denis O’ Connell e John Ireland e, fra gli italiani, di Antonio Fogazzaro, Tommaso Gallarati Scotti, dei padri Giovanni Semeria, Salvatore Minocchi, Giovanni Genocchi e di altri che fecero del periodico il loro centro di discussione e anche di informazione sulle reazioni degli ambienti vaticani.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La Rassegna Nazionale, Indice Generale degli anni I - XXIV (1879 - 1902), Firenze, presso l'Ufficio del Periodico, 1903.
  • Glauco Licata, La Rassegna nazionale. Conservatori e cattolici liberali italiani attraverso la loro rivista (1879-1915), Ed. di Storia e Letteratura, 1968; (versione digitalizzata).
  • Gabriele De Rosa, Il Movimento Cattolico in Italia, Bari, Laterza, 1970.
  • O. Confessore, Cattolici col Papa - Liberali con lo Statuto. Ricerche sui conservatori nazionali, Roma, Ed. Elia, 1973.
  • O. Confessore, Manfredo Da Passano, estratto da Figure e Gruppi della classe dirigente ligure nel Risorgimento, miscellanea di studi a cura del Comitato dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Genova, 1975., 155 - 199
  • O. Confessore, I Cattolici e la Fede nella libertà. Annali Cattolici/ Rivista Universale/ Rassegna Nazionale, Roma, Ed. Studium, 1989.
  • O. Confessore, Cultura, Religione e Società. Cattolici e Liberali tra Otto e Novecento, a cura di A. L. Denitto, Galatina (Le), Congedo, 2001.
  • N. Raponi, Cattolicesimo Liberale e modernità. Figure e aspetti di Storia della cultura dal Risorgimento all'età giolittiana, Biblioteca di Storia contemporanea, Brescia, Marcelliana, 2002.
  • Umberto Gentiloni, a cura di, Cattolici e Liberali. Manfredo Da Passano e la Rassegna Nazionale, Roma, Rubbettino, 2004 (versione digitalizzata).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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