Maile Meloy

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Maile Meloy (Helena, 1º gennaio 1972) è una scrittrice statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata nel 1972 a Helena[1], vive e lavora a Los Angeles[2].

Dopo la laurea ad Harvard e un Master of Fine Arts all'Università della California, Irvine[3], ha iniziato a pubblicare racconti vincendo nel 2001 l'Aga Khan Prize for Fiction istituito dalla rivista The Paris Review[4].

L'anno successivo ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti, Half in Love: Stories[5] alla quale hanno fatto seguito 6 romanzi e un'altra collezione di short stories.

Nel 2016 alcuni suoi racconti hanno fornito il soggetto per il film Certain Women[6] diretto da Kelly Reichardt[7] e suoi articoli e racconti sono apparsi in riviste quali New Yorker e Granta[8]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Serie Apothecary[modifica | modifica wikitesto]

  • The Apothecary (2011)
  • The Apprentices (2013)
  • The After-Room (2015)

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Santi e bugiardi (Liars and Saints, 2003), Milano, Rizzoli, 2004 traduzione di Massimo Bocchiola ISBN 88-17-00021-3.
  • La buona figlia (A Family Daughter), Milano, Rizzoli, 2006 traduzione di Roberta Zuppet ISBN 88-17-01047-2.
  • Do not become alarmed (2017)

Raccolte di racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Half in Love: Stories (2002)
  • Both Ways Is the Only Way I Want It: Stories (2009)

Libri illustrati[modifica | modifica wikitesto]

  • La libertà del polpo (The Octopus Escapes), Milano, Terre di mezzo, 2021 traduzione di Sara Ragusa illustrazioni di Felicita Sala ISBN 978-88-6189-754-0.

Adattamenti cinematografici[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Aga Khan Prize for Fiction
  • 2001 vincitrice con il racconto Aqua Boulevard
Premio PEN/Malamud
  • 2003
Guggenheim Fellowship

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Meloy, Maile 1972–, su encyclopedia.com. URL consultato il 20 maggio 2022.
  2. ^ (EN) Cenni biografici, su themoth.org. URL consultato il 20 maggio 2022.
  3. ^ (EN) Joseph T. O'Connor, Maile Meloy: The art of the thriller, su explorebigsky.com, 5 luglio 2017. URL consultato il 20 maggio 2022.
  4. ^ (EN) Albo d'oro, su theparisreview.org. URL consultato il 20 maggio 2022.
  5. ^ (EN) Writing, range draw us into Maile Meloy's tales, su chicagotribune.com, 31 agosto 2002. URL consultato il 20 maggio 2022.
  6. ^ (EN) Nigel M Smith, Certain Women review: Kelly Reichardt returns melancholy yet triumphant, su theguardian.com, 25 gennaio 2016. URL consultato il 20 maggio 2022.
  7. ^ (EN) Maile Meloy’s Journey from Page to Screen, su criterion.com, 20 settembre 2017. URL consultato il 20 maggio 2022.
  8. ^ (EN) Introduzione all'autrice, su granta.com. URL consultato il 20 maggio 2022.
  9. ^ (EN) Maile Meloy Awarded 2004, su gf.org. URL consultato il 20 maggio 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN49469571 · ISNI (EN0000 0001 1762 4344 · Europeana agent/base/77593 · LCCN (ENn2001045237 · GND (DE129313270 · BNE (ESXX5703754 (data) · BNF (FRcb14582469s (data) · J9U (ENHE987007285386605171 · NSK (HR000388311 · WorldCat Identities (ENlccn-n2001045237