Magno di Milano

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San Magno
Particolare di affresco del XVI secolo, nella cripta della basilica di Sant'Eustorgio, raffigurante san Magno
 

Arcivescovo di Milano

 
Nascita?
MorteMilano, 530
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Santuario principaleBasilica di San Magno, Legnano
Ricorrenza1º novembre
Attributipastorale, mitria
Patrono diLegnano
Magno di Milano
vescovo della Chiesa cattolica
Magno di Milano, a cui è intitolata la basilica di San Magno a Legnano, ritratto nella parte degli affreschi di Bernardino Lanino che si trova sulla colonna di destra della cappella maggiore della chiesa legnanese
 
Incarichi ricopertiArcivescovo di Milano
 
Nato?
Deceduto530 a Milano
 

Magno (... – Milano, 530) fu arcivescovo di Milano dal 518 fino alla sua morte. È venerato come santo della Chiesa cattolica che lo ricorda il 1º novembre nel martirologio romano con queste parole: «A Milano, san Magno, vescovo».[1]

Note biografiche[modifica | modifica wikitesto]

Urna in marmo sotto l'altare maggiore della basilica di Sant'Eustorgio contenente le reliquie dei vescovi Eustorgio I, Magno e Onorato.

Pochissime sono le notizie storiche relative al vescovo Magno. Di lui esisteva un epitaffio, oggi scomparso, ma noto grazie ad una silloge milanese composta tra l'XI e il XIII secolo, che celebra la dignità con la quale il vescovo esercitò l'incarico episcopale e la generosità nei confronti dei poveri e nel riscatto dei prigionieri.[2]

(LA)

«Virtute, officio, meritis et nomine Magnus
Forma quidem, speculum, lux et imago Dei;
Claruit insignis ditatus munere Divi,
Viribus ex totis semper amando deum.
Non laetis umquam extolli nec tristibus isce
Confringi novit, spes cui certa Dei.
Ferre manum fessis, nudos vestire paratus
Captarumque gravi solvere colla iugo,
Sustinuit magni promissa praemia regni
Devincens hostis tela magna sui.»

(IT)

«Per il suo valore, i suoi uffici, i meriti e per il nome stesso,
Magno fu impronta, specchio, luce e immagine di Dio;
insigne rifulse arricchito dalla grazia del Signore,
amandolo sempre con tutte le forze.
Egli, che possedeva la sicura speranza di Dio,
non seppe mai insuperbirsi per gli eventi lieti né abbattersi per i luttuosi.
Risoluto nel prestare aiuto ai deboli, nel vestire gli ignudi
e nel liberare il collo dei prigionieri da un duro giogo,
fu degno dei premi promessi del gran regno
debellando i potenti dardi del suo nemico.»

L'accenno ai prigionieri riscattati ha indotto Jacques Sirmond (1559-1651) a mettere in relazione Magno di Milano con un anonimo vescovo italiano a cui Avito di Vienne indirizzò una lettera per lodarlo della sua attenzione verso i prigionieri di guerra.[3] In realtà, il destinatario della lettera di Avito non fu Magno, bensì Massimo di Pavia.[4]

Secondo un antico Catalogus archiepiscoporum Mediolanensium[5], Magno governò la Chiesa di Milano per 30 anni dopo Eustorgio II, attestato nel 510/511[6], e prima di Dazio, che era già vescovo nel 535/536[7]; lo stesso catalogo lo dice sepolto il 1º novembre nella basilica di Sant'Eustorgio, luogo documentato anche da un Itinerarium Mediolani dell'VIII secolo.[8] Gli anni assegnati dal catalogo sono evidentemente errati; infatti tradizionalmente, il suo episcopato è compreso fra il 518 e il 530.[9]

Una tradizione medievale, che non ha fondamenti storici, associa Magno all'aristocratica famiglia milanese dei Trincheri.[8]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Commemorato come "vescovo e confessore" il 5 novembre prima del concilio Vaticano II, con la riforma del martirologio romano la sua festa è stata nuovamente spostata al 1º novembre.

Particolare venerazione è dedicata a san Magno nella città di Legnano, dove gli è stata dedicata la basilica omonima e una delle contrade cittadine.

Nel 1248 i Domenicani, che all'epoca officiavano la basilica di Sant'Eustorgio, procedettero ad una solenne ricognizione delle reliquie di san Magno, che furono collocate accanto a quelle di sant'Eustorgio I.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal sito Santi e Beati.
  2. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, II, p. 1350.
  3. ^ Oltrocchi, Archiepiscoporum Mediolanensium series…, p. 165.
  4. ^ Lanzoni, p. 1023. De Nisco, p. 90.
  5. ^ Catalogus Archiepiscoporum Mediolanensium Archiviato il 10 aprile 2017 in Internet Archive., Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, vol. VIII, Hannover 1848, p. 103.
  6. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, I, p. 719.
  7. ^ Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, I, p. 532.
  8. ^ a b De Nisco, «Post busta superstes». Epigrafi cristiane a Milano nell'alto Medioevo, p. 90.
  9. ^ Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig 1931, p. 795.
  10. ^ BS VIII, col. 546.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Arcivescovo di Milano Successore
sant'Eustorgio II circa 518-530 san Dazio