Mãe Só Há Uma

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Mãe Só Há Uma
Una scena del film
Lingua originalePortoghese
Paese di produzioneBrasile
Anno2016
Durata82 min
Rapporto1,85 : 1
Generedrammatico
RegiaAnna Muylaert
SceneggiaturaAnna Muylaert
ProduttoreAnna Muylaert e Sara Silveira
Produttore esecutivoMaria Ionescu
Casa di produzioneDezenove Som e Imagem e Africa Filmes
FotografiaBarbara Alvarez
MontaggioHelio Villela
MusichePedro Carneiro, Berna Ceppas, Felipe Fernandes, Gabriel Guerra e edro Tambellini
ScenografiaThales Junqueira
CostumiDiogo Costa
TruccoAmanda Mirage
Interpreti e personaggi

Mãe Só Há Uma è un film del 2016 diretto da Anna Muylaert.[1] È stato proiettato nella sezione Panorama al 66º Festival Internazionale del Cinema di Berlino, [2] dove ha vinto un Premio della Giuria ai Teddy Awards per i film LGBT al festival.[3]

Il film vede come protagonista Naomi Nero nei panni di Felipe/Pierre, un adolescente la cui vita viene sconvolta quando scopre che la donna che lo ha cresciuto non è la sua vera madre, avendolo invece portato via da un ospedale poco dopo la sua nascita.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Pierre è un adolescente brasiliano della classe media che esplora costantemente la sua identità di genere e il suo orientamento sessuale senza troppi pensieri. Pierre vive in un sobborgo di San Paolo con la madre adottiva e la sorella. La sua spensierata esistenza adolescenziale viene sconvolta quando viene trovato da degli investigatori che gli rivelano che il suo vero nome è Felipe e che la donna che chiama madre lo ha rapito dall'ospedale poco dopo la sua nascita.

Dopo che il test del DNA rivela la sua vera parentela, la custodia di Felipe/Pierre viene data alla sua famiglia naturale, mentre sua madre "adottiva" viene mandata in prigione per aver rapito non solo Pierre ma anche sua sorella da un'altra famiglia. Non avendo alternative e completamente sotto shock, Felipe/Pierre è costretto a trasferirsi in una famiglia conservatrice dell'alta borghesia.

Poco dopo che l'adolescente si è trasferito e l'eccitazione iniziale svanisce, i genitori di Pierre iniziano a cercare di cambiarlo per farlo adattare meglio al loro stile di vita.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Botteghino[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha incassato ai botteghini 188.563 dollari.[4]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Don't Call me Son, in Berlinale. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2016).
  2. ^ Berlinale 2016: Panorama 2016 Complete, in Berlinale. URL consultato il 23 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2016).
  3. ^ a b "Berlin: 'Tomcat' Wins Teddy Award for Best Film". The Hollywood Reporter, 20 febbraio 2016.
  4. ^ D'une famille à l'autre (Don't Call Me Son), su Box Office Mojo. URL consultato il 29 settembre 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]