Louis-Constantin Boisselot

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Louis-Constantin Boisselot /bwas'lo/ (Montpellier, 11 marzo 1809Marsiglia, 5 giugno 1850) è stato un artigiano francese, costruttore di pianoforti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre del 1835 ha sposato Fortunée Funaro, la figlia di un mercante di Marsiglia. Hanno avuto un figlio, Marie-Louis-François Boisselot (1845–1902), conosciuto semplicemente come Franz, perché ha avuto come padrino Franz Liszt (1811–1886), amico di famiglia di lunga data.[1] Nel 1844 la Paris Exposition ha presentato un pianoforte con il "pedale tonale" che ha preceduto il "meccanismo del pedale tonale o sostenuto" che Steinway ha reintrodotto nel 1874. L'attività commerciale è proseguita con le generazioni successive della sua famiglia fino alla fine del XIX secolo.

La collezione Klassik Stiftung Weimar include il pianoforte a coda dalla bottega Boisselot & Fils (Marsiglia 1846)(3), che è stato regalato a Franz Liszt e su cui sono state create le composizioni degli anni di Weimar. Liszt espresse la sua devozione a questo strumento nella sua lettera a Xavier Boisselot nel 1862: "Sebbene le chiavi siano quasi consumate dalle battaglie combattute contro di loro dalla musica del passato, del presente e del futuro, non accetterò mai di cambiarlo, e ho deciso di tenerlo fino alla fine dei miei giorni, come collaboratore di lavoro privilegiato ".[2]

Il costruttore di pianoforti Paul McNulty è stato scelto da Klassik Stiftung Weimar per costruire la copia del pianoforte personale di Liszt, il Boisselot del 1846.[3] Il pianoforte è stato realizzato per le celebrazioni dei 200 anni di Liszt come progetto del governo della Germania Sud. Entrambi, sia l’originale che la copia, sono di proprietà della Stiftung Weimar.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Archives Musique, Facteurs, Marchands, Luthiers. "Le Boisselots". Archives Musiques.
  2. ^ Adrian Williams. Franz Liszt: Selected letters. Oxford University Press. p.572. From a letter to Xavier Boisselot. January 3, 1862.
  3. ^ (DE) Liszts Geheimnis, su MUSIK HEUTE, 27 agosto 2012. URL consultato il 17 giugno 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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