L.A. Killer

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L.A. Killer
Titolo originaleL.A. Requiem
Altri titoliLos Angeles Requiem[1]
AutoreRobert Crais
1ª ed. originale1999
1ª ed. italiana1999[1]
Genereromanzo
Sottogenerepoliziesco
Lingua originaleinglese
AmbientazioneLos Angeles
ProtagonistiElvis Cole
CoprotagonistiJoe Pike
AntagonistiLaurence Sobek

L.A. Killer, titolo originale L.A. Requiem, è un romanzo poliziesco di Robert Crais. È stato pubblicato nel 1999 negli Stati Uniti, e nello stesso anno in Italia dalla casa editrice Piemme con il titolo Los Angeles Requiem. Esso costituisce l'ottavo capitolo delle vicende incentrate sulla coppia di investigatori privati Elvis Cole e Joe Pike.

Nel 2000 il libro ha vinto il Premio Dilys[2].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Elvis Cole viene contattato dal socio in affari e amico Joe Pike affinché accetti la richiesta di Frank Garcia, proprietario di una ditta produttrice di tortillas. Il vecchio magnate vuole che i due cerchino la figlia Karen Garcia, che non dà sue notizie da un giorno. Nonostante i dubbi di Elvis circa l'indagine, Joe accetta il caso, complice il profondo legame che univa Karen e Joe, prima che egli abbandonasse il corpo poliziesco di Los Angeles e fondasse assieme a Cole un'agenzia privata. Le indagini hanno vita breve: dopo poco tempo il cadavere di Karen viene ritrovato presso un sentiero di jogging a Lake Hollywood dalla polizia. Grazie agli agganci che Garcia senior ha nel consiglio comunale di Los Angeles, Cole e Pike possono assistere al prosieguo delle indagini, coordinate da Harvey Krantz, membro della sezione Rapine-Omicidi del dipartimento di Los Angeles. Tra Pike e Krantz vi è un rapporto di profondo odio dovuto a un'indagine svolta anni prima da Krantz nei riguardi di Abel “Woz” Wozniak, di cui Pike era compagno di pattuglia, circa un suo coinvolgimento in un racket di scassinatori. Man mano che le ricerche proseguono, nuovi personaggi si aggiungono al duo iniziale e nuovi misteri emergono dal passato, segnando significativamente le vicende di Cole e, soprattutto, di Pike, che dovranno fare i conti con quello che, a prima vista, sembra l'ennesimo omicidio di un serial killer. Ma l'apparenza inganna...

Importanza dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

"Los Angeles non è la fine, è l'inizio."

L.A. Killer rappresenta uno spartiacque molto importante nella saga di Elvis Cole, che diviene definitivamente saga di Cole-Pike. Si osserva un passaggio netto che riguarda principalmente la concezione dei personaggi e una loro caratterizzazione più marcata e umana rispetto alle prime opere. Nei primi libri la figura di Pike era assolutamente marginale: in Il mercante di corpi l'autore ha tutto il tempo di presentare Cole e il caso che gli viene offerto, prima di dover introdurre Pike, peraltro grazie alla registrazione della segreteria e non in prima persona. Al contrario, il personaggio di Elvis Cole assumeva il ruolo di protagonista. Il lettore si riconosceva così esclusivamente nel personaggio principale grazie all'utilizzo della narrazione in prima persona e della focalizzazione interna, dal momento che il punto di vista dell'autore (e così anche le sensazioni, le emozioni, i ragionamenti) coincideva con quello di Cole.

In L.A. Killer la situazione invece cambia. Pike è il personaggio principale dell'antefatto, mentre, nel racconto vero e proprio, compare dopo solo due pagine ed è lui a "presentare" il caso all'amico. La storia imbastita da Crais lo richiede: Joe Pike, sia in maniera palese che in modo nascosto, è sempre collegato con lo svolgersi della storia, che finisce con il diventare una ricerca all'interno della storia personale di Pike. Per questo motivo sono presenti numerose digressioni (addirittura la prima costituisce una sorta di prologo a tutta la vicenda), che illustrano momenti della passato dell'uomo.

Questi flashback hanno una duplice funzione, dal momento che possono assolvere due finalità: 1) La necessità di una presentazione a 360 gradi di Joe Pike. Occorre spiegare il perché un ragazzino "pensieroso e tranquillo" sia divenuto quel che è un uomo completamente chiuso al mondo esterno, del quale non si può carpire la benché minima informazione. Per questo motivo, le digressioni sono significative all'interno dell'intreccio. Costituiscono dei momenti di pausa, delle cesure in cui il ritmo del racconto viene sospeso, e viene concessa al lettore la possibilità di saperne di più riguardo ai personaggi, per poi riprendere come prima, con dei nuovi punti di riferimento e una visione del tutto più chiara. 2) Il dovere di spiegare al lettore il perché le indagini, e più in generale, la narrazione si sviluppi in una determinata direzione. Già dalle prime battute è evidente l'esistenza di un secondo "racconto", un'altra storia che, pagina dopo pagina, influenza sempre di più lo svolgersi dei fatti. Per comprendere tutto, bisogna sapere a grandi linee cosa è accaduto una decina di anni prima rispetto al tempo in cui agiscono i personaggi.

Al di là dei cambiamenti rispetto ai romanzi precedenti, il racconto è caratterizzato da un ritmo veloce, evidente già dalla prima retrospezione, il quale tende ad accelerare nel corso della vicenda, grazie all'uso dei colpi di scena, un'aggettivazione mai ridondante, prevalenza di periodi semplici. Ciò, tuttavia, non va a discapito delle esigenze descrittive del thriller. I personaggi, anche le comparse, sono tutti individui dinamici (personaggi che maturano e cambiano nel corso degli avvenimenti) e presentano un minimo spessore, grazie anche ad una caratterizzazione diretta sociale, dalla quale si possono cogliere molteplici indizi.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Catalogo SBN, su sbn.it. URL consultato il 14 maggio 2012.
  2. ^ (EN) Il senso di Smilla per la neve, su imdb.com. URL consultato il 16 agosto 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]