L'eterno femminino (film 1924)

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L'eterno femminino
Titolo originaleThe Fast Set
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1924
Durata80 min (8 rulli - 2.058,62 metri)
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33 : 1
film muto
Generedrammatico, commedia
RegiaWilliam C. deMille
Soggettodal lavoro teatrale Spring Cleaning di Frederick Lonsdale
SceneggiaturaClara Beranger
Produttore esecutivoJesse L. Lasky, Adolph Zukor
Casa di produzioneFamous Players-Lasky Corporation
FotografiaL. Guy Wilky
Interpreti e personaggi

L'eterno femminino (The Fast Set) è un film muto del 1924 diretto da William C. deMille. La sceneggiatura di Clara Beranger si basa sul lavoro teatrale Spring Cleaning di Frederick Lonsdale[1], andato in scena a Broadway con buon successo all'Eltinge 42nd Street Theatre. La commedia restò in cartellone dal 9 novembre 1923 al giugno 1924 per un totale di 251 recite[2].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il romanziere Richard Sones ama passare il tempo in mezzo ai libri e in compagnia dei suoi amici intellettuali. La moglie Margaret, al contrario - donna moderna in piena sintonia con l'età del jazz - si sente trascurata dal marito. Chi ne vuole approfittare, è Ernest Steele, fascinoso seduttore che, nel suo carnet, conta molte mogli insoddisfatte. Richard, rendendosi conto del pericolo che sta correndo, cerca di correre ai ripari chiedendo a Mona di accompagnarlo a uno dei ricevimenti di Margaret. Quest'ultima decide di divorziare dal marito. Ma Steele, colto dal timore - se Margaret otterrà il divorzio - di poter perdere la libertà, farà di tutto per riconciliare i due coniugi.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film fu prodotto dalla Famous Players-Lasky Corporation

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il copyright del film, richiesto dalla Famous Players-Lasky Corp., fu registrato il 22 ottobre 1924 con il numero LP20699[1][3].

Distribuito dalla Paramount Pictures, il film uscì nelle sale statunitensi il 20 ottobre 1924[4]. Il 17 maggio 1926 fu distribuito anche in Finlandia[5].

Non si conoscono copie ancora esistenti della pellicola che viene considerata presumibilmente perduta[3][4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Cherchi Usai e Lorenzo Codelli (a cura di), L'eredità DeMille, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone 1991

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