Kikuko Tsumura

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Kikuko Tsumura (?, (津村 記久子, Tsumura Kikuko; Osaka, 23 gennaio 1978) è una scrittrice giapponese che ha vinto numerosi premi letterari giapponesi, tra cui il Premio Akutagawa, il Premio Letterario Noma New Face, il Premio Dazai Osamu, il Premio Kawabata Yasunari e il Premio Oda Sakunosuke.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Osaka, mentre andava a scuola leggeva romanzi di fantascienza, in particolare il lavoro di William Gibson, Philip K. Dick e Kurt Vonnegut, e iniziò a scrivere il suo romanzo, Man'ītā (Maneater), mentre ero ancora studentessa universitaria al terzo anno. Man'ītā vinse il 21º Premio Dazai Osamu e fu successivamente pubblicato in forma di libro con il titolo Kimi wa eien ni soitsura yori wakai.

Nel suo primo lavoro dopo il college, è stata vittima di molestie sessuali nell'ambiente del suo primo posto di lavoro, esperienza che l'ha portata a scrivere principalmente di giovani lavoratori.[1]

Nel 2005 il suo romanzo Man'ītā ha ricevuto il Premio Dazai Osamu[2] mentre Myūjikku buresu yū ha vinto il Premio letterario Noma[3].

Insignita nel 2008 del Premio Akutagawa grazie al romanzo Potosuraimu no fune[4], dopo 10 anni di lavoro come impiegata, si è licenziata accusando una sindrome da burnout[5].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Areguria to wa shigoto wa dekinai (2008)
  • Myūjikku buresu yū!! (2008)
  • Kasōsuki no yukue (2008)
  • Potosu raimu no fune (2009)
  • Kimi wa eien ni soitsura yori wakai (2009)
  • Wākāzu daijesuto (2011)
  • Matomo na ie no kodomo wa inai (2011)
  • Yaritai koto wa nidone dake (2012)
  • Tonikaku uchi ni kaerimasu (2012)
  • Kore kara oinori ni ikimasu (2013)
  • Pōsuke (2013)
  • Evurishingu furouzu (2014)
  • Nidone towa tōku ni arite omō mono (2015)
  • Kuyokuyo manejimento (2016)
  • Makuramoto no hondana (2016)
  • Fuyūrei Burajiru (2016)
  • Un lavoro perfetto (Kono yo ni tayasui shigoto wa nai, 2017), Venezia, Marsilio, 2021 traduzione di Francesco Vitucci ISBN 978-88-317-4493-5.
  • Uesuto uingu (2017)
  • Manuke na koyomi (2017)
  • Disu izu za dei (2018)

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Premio Dazai Osamu: 2005 vincitore con Man’ītā
  • Premio letterario Noma: 2008 vincitrice nella sezione "Noma Literary New Face Prize" con Myūjikku buresu yū
  • Premio Akutagawa: 2008 vincitrice con Potosuraimu no fune

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Introduzione all'autrice, su granta.com. URL consultato il 4 giugno 2021.
  2. ^ (JA) Intervista, su chikumashobo.co.jp. URL consultato il 4 giugno 2021.
  3. ^ (JA) Albo d'oro del riconoscimento, su kodansha.co.jp. URL consultato il 4 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2019).
  4. ^ (EN) Tsumura, Tendo, Yamamoto win literature awards for fiction, su japantimes.co.jp, 16 gennaio 2009. URL consultato il 4 giugno 2021.
  5. ^ (EN) Apoorva Tadepalli, The Paradox of Caring About ‘Bullshit’ Jobs, su theatlantic.com, 2 aprile 2021. URL consultato il 4 giugno 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96894785 · ISNI (EN0000 0000 8458 0970 · LCCN (ENno2009132911 · GND (DE1023818558 · J9U (ENHE987011345118705171 · NDL (ENJA01032477 · WorldCat Identities (ENlccn-no2009132911