Katia Krafft

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Katia e Maurice Krafft sul Kīlauea nel 1990

Catherine Joséphine "Katia" Conrad coniugata Krafft (Soultz-Haut-Rhin, 17 aprile 1942Monte Unzen, 3 giugno 1991) è stata una vulcanologa francese. È ricordata per aver aperto la strada della vulcanologia alle donne e per aver creato nel 1969 il primo apparecchio portatile per le analisi di gas.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Katia nasce in Alsazia, a Soultz-Haut-Rhin nel 1942, in piena seconda guerra mondiale. Suo padre, Charles Conrad, è capo di produzione mentre la madre Madeleine Burey è direttrice di scuola. Nel 1957 supera il concorso della École normale primaire, all'epoca un prestigioso istituto creato per formare i maestri. A 18 anni, durante un viaggio estivo in Italia, assiste all'eruzione dell'Etna. Questo avvenimento la colpisce molto e rientrata in Francia decide d'iscriversi all'Università di Strasburgo dove ottiene una laurea in geochimica. Nel 1966 incontra Maurice Krafft, l'uomo che diventerà suo marito nel 1970 e con il quale condivide la sua passione per la vulcanologia. Nel 1969 ottiene, per i suoi primi lavori, il Prix de la Vocation creato dalla Fondazione Marcel-Bleustein-Blanchet per la vocazione per aiutare i giovani privi di mezzi a realizzare le loro "vocazioni". È l'inizio di una ricca carriera che porterà moglie e marito ad assistere e studiare i più importanti vulcani del mondo. La loro fama è alimentata anche dal ricchissimo materiale visivo che i due scienziati raccolgono durante i loro studi.[2]

I loro studi si orientano dapprima verso i vulcani con eruzione effusiva, ma l'eruzione del monte Saint Helens del 1980, che causò circa una sessantina di morti, e l'Eruzione del Nevado del Ruiz del 1985, che causò circa 23.000 morti, ebbero un tale impatto sui coniugi Krafft che spinsero la coppia di scienziati a orientare i loro studi sui vulcani con eruzione esplosiva.[3]

È morta assieme al marito Maurice Krafft in seguito a una colata piroclastica durante l'eruzione del monte Unzen, in Giappone, il 3 giugno 1991. Alcuni giorni dopo il decesso e l'uscita del loro ultimo documentario intitolato Fire of love, il governo delle Filippine decide di evacuare i piedi del Pinatubo salvando così la vita di numerosi abitanti che sarebbero stati colpiti dall'eruzione del giugno 1991.[3]

I Krafft sono noti per essere stati pionieri nel filmare, fotografare e registrare i vulcani, spesso sostando a pochi metri dalle colate laviche. La vasta collezione audiovisiva e fotografica (otre 300.000 foto) è in gran parte conservata presso il Museo nazionale di storia naturale di Francia.[4]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 25 febbraio 1975 ricevono dal presidente della repubblica francese Valéry Giscard d'Estaing, il Prix Liotard. Il premio fu creato nel 1948 dalla Società degli esploratori francesi, in onore dell'esploratore Louis Liotard.[5]
  • Dal 1992 la hall del museo La cité du volcan di Bourg-Murat sull'Isola della Riunione gli è dedicata, questo per ricordare l'impegno che profusero per la creazione del museo.[6]
  • Nel 2022 Sara Dosa realizza il lungometraggio Fire of Love che ritraccia la vita dei due vulcanologi.
  • Nel 2022 Werner Herzog realizza il documentario The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Con Maurice Krafft :
    • À l'assaut des volcans, Islande, Indonésie, Paris, Presses de la Cité, 1975, 112 p.
    • Préfacé par Eugène Ionesco, Les Volcans, Paris, Draeger-Vilo, 1975, 174 p.
    • La Fournaise, volcan actif de l'île de la Réunion, Saint-Denis, Éditions Roland Benard, 1977, 121 p.
    • Volcans, le réveil de la Terre, Paris, Hachette-Réalités, 1979, 158 p.
    • Dans l'antre du Diable: volcans d'Afrique, Canaries et Réunion, Paris, Presses de la Cité, 1981, 124 p.
    • Volcans et tremblements de terre, Paris, Les Deux Coqs d'Or, 1982, 78 p.
    • Volcans et dérives des continents, Paris, Hachette, 1984, 157 p.
    • Les plus beaux volcans, d'Alaska en Antarctique et Hawaï, Paris, Solar, 1985, 88 p.
    • Volcans et éruptions, Paris, Hachette-Jeunesse, 1985, 90 p.
    • Les Volcans du monde, Vevey-Lausanne, Éditions Mondo, 1986, 152 p.
    • Objectif volcans, Paris, Nathan Image, 1986, 154 p.
    • Führer zu den Virunga Vulkanen, Stuttgart, F. Enke, 1990, 187.
  • Con Gilles Bachelet (per le illustrazioni) :
    • Le monde merveilleux des volcans, Paris, Éditions Hachette Jeunesse, Collection "Réponses aux "dis, pourquoi..?" des 5-8 ans, 1984, 58 p.
  • Con Maurice Krafft e François-Dominique de Larouzière:
    • Guide des volcans d'Europe et des Canaries, Neuchätel: Delachaux et e mri sepoltAp.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Les sciences et les techniques au féminin: Katia Krafft, su revue-progressistes.org. URL consultato il 28 maggio 2023.
  2. ^ (FR) Qui étaient Katia et Maurice Krafft, le célèbre couple de volcanologues ?, su geo.fr. URL consultato il 28 maggio 2023.
  3. ^ a b (FR) MAYA WEI-HAAS, Katia Krafft a changé le visage de la volcanologie, au péril de sa vie, su nationalgeographic.fr, 12 gennaio 2023. URL consultato il 28 maggio 2023.
  4. ^ (FR) COLLECTIONS D’ESTAMPES ET DE PHOTOGRAPHIES, su mnhn.fr. URL consultato il 28 maggio 2023.
  5. ^ (FR) LE PRIX LIOTARD, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 28 maggio 2023.
  6. ^ (FR) EXPOSITION – MAURICE ET KATIA KRAFFT, 30 ANS DÉJÀ !, su museesreunion.fr. URL consultato il 28 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Madeleine Conrad, Maurice et Katia Krafft, histoires d'une passion, Jérôme Do Bentzinger, 2001, 141 p., ISBN 978-2846290395
  • Michel Loetscher, Katia et Maurice Krafft, danseurs de volcans, in Saisons d'Alsace, 11, 2001
  • Christine Muller, Katia Krafft in Femmes d'Alsace: de Sainte Odile à Katia Krafft... Portraits de femmes rebelles, Éditions Place Stanislas, 2009, p. 273-282, ISBN 978-2-35578-039-4

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN22144039 · ISNI (EN0000 0003 6865 0205 · LCCN (ENn80090607 · GND (DE174232586 · BNF (FRcb11910059q (data) · J9U (ENHE987007357052305171 · NDL (ENJA00469818 · WorldCat Identities (ENlccn-n80090607