Karl Friedrich Mohr

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Karl Friedrich Mohr

Karl Friedrich Mohr (Coblenza, 4 novembre 1806Bonn, 28 settembre 1879) è stato un chimico tedesco, famoso per la sua prima dichiarazione del principio di conservazione dell'energia.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Mohr nacque nel 1806 in una famiglia di farmacisti. Da giovane Mohr ricevette una gran parte della sua formazione dai suoi genitori, in particolare nel laboratorio di suo padre. All'età di ventuno anni cominciò a studiare chimica sotto Leopold Gmelin e, dopo cinque anni a Heidelberg, Berlino e Bonn, ritornò, con il dottorato, nel laboratorio di suo padre.[1] Il padre di Mohr morì nel 1840, anno in cui Mohr divenne il capostipite della famiglia.

Nel 1857 intraprese il mondo scientifico, ma all'età di cinquantasei anni, a causa delle gravi perdite finanziarie, diventò un docente a Bonn. Nel 1867 fu nominato, per l'influenza diretta del governo, professore di farmacia.[1]

Invenzioni[modifica | modifica wikitesto]

Burette di Mohr

Mohr fu il principale chimico scientifico del suo tempo, in Germania, e l'inventore di molti miglioramenti nella metodologia analitica. Inventò una buretta con una punta rivolta verso il basso e con un morsetto (pinza di Mohr), rendendo così la buretta molto più pratica da usare rispetto alle solite burette.

Le sue metodologie di analisi volumetrica furono esposte nel suo libro Lehrbuch der chemisch-analytischen Titrir-methode. Questo libro fu molto apprezzato da Liebig e furono realizzate molte edizioni. Anche il suo libro Geschichie der Erde, eine Geologic auf neuer Grundlage (1866) fu distribuito in molti paesi.[1]

Fu anche padre di un metodo di titolazione analitica, che in seguito fu chiamato metodo di Mohr. Il metodo riguarda le titolazioni dirette e prevede l'uso di un indicatore colorimetrico, in particolare il cromato di potassio.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Lehrbuch der chemisch-analytischen Titrirmethode, 1870

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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